La teoria dei memi

Un'altra versione di Masterson
Un'altra versione di Masterson

Come sai, una delle parti che trovo più stimolanti nel tuo libro è la discussione tra Sophia e Joe sul meme di dio. In sostanza, tu dici che per quanto dio non esista, esiste il suo meme (il suo archetipo culturale, diciamo, se ti sta bene), e che combatte tenacemente per sopravvivere, al punto di incorporare e usare il proprio opposto. Credi davvero in quest'idea o era solo un artificio narrativo?

La teoria dei memi è affascinante. La relativa scienza, ho letto l'altro giorno, si chiama memetica e al momento è in fase di ebollizione. Come idea scientifica, il concetto di meme è partito dal biologo evoluzionista Richard Dawkins. Egli ha suggerito che i memi siano il modo in cui le idee si espandono e gradualmente cambiano tra le popolazioni. Un'idea viene in qualche modo codificata in un meme, che si può vedere come un virus. Come un virus, si diffonde da persona a persona, cambiando leggermente (adattandosi, suppongo) in ogni caso. La memetica è, ritengo, discutibile, ma come metafora l'idea dei memi (o il meme delle idee) è irresistibile. William Burroughs aveva ragione: il linguaggio è un virus! Da qui, possiamo mescolare le nostre metafore scientifiche e versare un pizzico di teoria del caos, in particolare il pizzico che dice che persino un minuscolo cambiamento alle condizioni iniziali può, col tempo, produrre risultati ampiamente disparati. Una farfalla batte le ali in Siberia e un tornado colpisce le Barbados. Qualcuno traduce in modo sbagliato una sola parola greca del Nuovo Testamento e duemila anni più tardi fondamentalisti americani incitano all'odio contro gli omosessuali. Le idee di Dio cambiano ed evolvono gradualmente, balzando come virus in ospiti più o meno creduli. Il culto californiano dei Cancelli del Cielo credeva che la salvezza e il messia fossero in attesa su un'astronave nascosta dietro una cometa. Quei fedeli si sono uccisi per arrivarci. Teologicamente, erano lontani chilometri da ogni chiesa istituzionale, ma lo stesso meme originale (quello dell'ascensione, della salvezza, dell'incoraggiare atti tesi alla salvezza di se stessi) era chiaramente ancora presente, però mutato.

Il meme dell'Anticristo è opposto al meme del dio cristiano, ma ne è anche indivisibile. Non sono stati i satanisti a inventare Satana; sono state culture schiave del meme di Dio, ansiose di proteggere e rafforzare quel meme (o governate dagli imperativi di quel meme, dipende da quanto volete essere deterministi). Se volete costruire la forza interna, create una minaccia esterna. Se volete difendere Dio, create una minaccia alla sua onnipotenza. Ovviamente, l'interrogativo è se la cultura lo faccia per rafforzare quel meme, o se il meme si attivi per raggiungere quel risultato per proteggere la propria autosufficienza. Tra parentesi, ho letto di un nuovo approccio alla memetica su un recente numero di New Scientist. L'ipotesi è che i memi siano semplicemente segnali magnetici non dotati dei mezzi per fare qualcosa. La creazione della cultura, suggeriva l'autore, dovrebbe essere vista come il risultato di un'umanità (o di gruppi nazionali) che è e agisce come sistemi distribuiti. Di nuovo, un'idea deliziosa, ma secondo me non funziona. Non giustifica, penso, le variazioni nella creazione di idee e fedi, variazioni che a me sembrano più affini, metaforicamente, al tipo di spinta, selezione, mutazione e "rumore" riproduttivo che si riscontra in biologia. Però, ehi, cosa ne so io? Sono solo uno scrittore sbronzo.

Tu hai scritto anche un romanzo di fantascienza, The Letter Girl, che è stato finalista all'equivalente australiano del premio Hugo. (Non ricordo il nome del premio. Dammi una mano.) Visto che Delos è una rivista elettronica di sf, parlaci di The Letter Girl.

I premi si chiamano Aurealis. E sì, The Letter Girl è stato uno dei finalisti. Mi pare fosse il 1999, e ha vinto il romanzo Teranesia di un autore australiano, Greg Egan.

The Letter Girl è una sorta di satira on the road anti-privatizzazione, ambientata nel prossimo futuro. Parte dalla premessa che tutte le istituzioni nazionali siano state privatizzate, una situazione che comprende il governo stesso (la cosa vi suona familiare?). Solo a chi possiede titoli azionari è permesso prendere parte ad attività economiche democratiche o legali. Tutti i libri pubblicati prima del 1900 sono stati messi al bando.

L'eroina è una giovane barista, Jet Black, che per caso entra in possesso dell'unica copia originale esistente al mondo di un'opera di Giulio Cesare. Deve percorrere centinaia di chilometri per portarla a un mercante di libri del mercato nero. Nel frattempo, è inseguita dai gorilla del boss della più grande società per azioni del paese (che vuole il libro per sé) e da una banda di ragazzi filippini ai quali sono stati promessi soldi se la cattureranno. Nel corso del viaggio viene aiutata da un gruppo di guerriere a seno nudo, da un tecnico dei telefoni gobbo e da un pilota ottuagenario cieco. Attenzione, poi le cose diventano un po' più strane.

Al momento si sta preparando il film tratto da The Letter Girl. Lo potete leggere nell'edizione della Picador/Pan Macmillan Australia, a meno che un avventuroso editore italiano voglia mandarmi un'e-mail...