Buono il decollo, adesso vediamo il viaggio

Come mai hai deciso di partecipare al premio Urania - con tanta determinazione da riprovare vari anni di seguito, fra l'altro - e non hai provato altre strade, come ad esempio contattare direttamente altri editori?

Pigrizia mentale al primo punto. Non dico che non mi sia posto il problema, ma in realtà è rimasto a un livello puramente teorico. Come seconda considerazione pesava il fatto che anche se il romanzo non era passato la prima volta, i giudizi facevano sperare che avesse qualche possibilità in futuro, dopo aver stuccato i difetti che mi erano stati indicati e che probabilmente sarebbero valsi per qualsiasi altro editore. L'anno passato si è trattato di un tentativo un po' velleitario che non andava fatto, o meglio, andava fatto unicamente per non lasciare il posto incustodito. Il secondo romanzo della serie sicuramente non era pronto per un concorso. Non era rimasto nel cassetto a sufficienza. Ho scoperto che se voglio fare qualcosa di buono debbo scrivere, rivedere, mettere in salamoia per almeno tre mesi senza neppure aprire lo sportello per vedere il punto di stagionatura e solamente dopo tre mesi posso rileggere ciò che ho scritto con occhio "vergine" e scoprirne i difetti. Possiamo dire che in realtà, ho partecipato al Premio Urania solamente due volte e con lo stesso romanzo.

Adesso possiamo dirlo, non ci sarebbe stato un quarto premio Urania, non quest anno, non con un romanzo della stessa serie. Avrei cercato un altro editore.

Lo sai, vero, che c'è un altro autore che ha partecipato a varie edizioni del premio Urania prima di riuscire a vincere, e che lo ha fatto con il primo romanzo di una serie...?

Sì, ma non capisco il senso della domanda. Dovrei forse dare dimostrazione di un'insopportabile presunzione? Stiamo calmi. Il romanzo deve ancora essere stampato, deve andare in edicola, devono tornare le rese, e devono accadere tante tante tante altre cose, nessuna delle quali scontata. Per fare un paragone, ho mollato i freni, il rullaggio è stato buono, lo stacco dalla pista anche, ho appena iniziato la cabrata e sto salendo, tra poco ritirerò i carrelli.

Prima di pensare ad attraversare l'Atlantico bisogna arrivare in quota, poi c'è la prima virata, poi bisogna ricontrollare le spie per vedere che sia tutto a verde. E' inutile fare progetti per scoprire che una perdita di potenza sul motore di destra ti costringe a scaricare il carburante e tornare sulla pista. Diciamo che si sono aperte alcune possibilità. Tutto qui. Niente di più, niente di meno.

Ah, mi sembra di capire dal tuo esempio, quindi, che sei già pronto a pubblicare oltre Oceano, in America?

E' una battuta, vero?

Sì, ma chissà... Ultima domanda: ma lo sai che hai vinto il Premio Urania?

Sto lentamente cominciando a rendermene conto. Solamente dopo 36 ore comincio ad uscire da una specie di sogno ad occhi aperti.