Esordio su The Time Machine: un destino "temporale"?

Il primo racconto pubblicato
Il primo racconto pubblicato
Be', forse anche King ogni tanto avrebbe bisogno di qualcuno che gli facesse riscrivere qualche paginetta. Ma torniamo a te: i tuoi primi racconti risalgono agli anni settanta, se non sbaglio, sulla mitica The Time Machine...

No, in realtà l'esordio dovrebbe essere stato nell'ottantuno od ottantadue, adesso non ricordo. E' quasi incredibile, era una fanzine, solamente una fanzine, ma la sua narrativa era ottima. E a distanza di venti anni, molti ancora la ricordano con grande nostalgia. All'epoca forse non me ne rendevo conto, ma esordire lì non doveva essere eccezionalmente facile, e io ero un ragazzo che aveva appena finito il servizio militare. Non potrò mai dimenticare la cordialità, l'amicizia ma anche l'estrema professionalità di Mauro Gaffo, che prese il primo racconto e i tre successivi. Penso di poterlo definire il mio scopritore. Forse, se fosse stato appena più scostante, il Premio Urania adesso sarebbe di qualcun altro, quindi, un pezzetto è anche suo. Quello, dopo la fine di Robot, era anche il momento in cui tutti gli spazi professionali per gli italiani erano praticamente chiusi, si nasceva su una fanzine e si finiva per morire su una fanzine. Purtroppo molti, anche più validi di me, hanno smesso di scrivere, chi è rimasto forse è rimasto unicamente perché lo spessore delle ossa del suo cranio era maggiore. Dopo TTM ci fu The Dark Side, condotta dal duo Prassi e Tinivella, e La Spada Spezzata, condotta da un giovanissimo Silvio Sosio, ottime palestre anch'esse, ma il problema era sempre quello, ti allenavi, ti allenavi, ti allenavi, e poi rimanevi in panchina. Penso che in quel triste periodo, abbiamo perso un'intera generazione di ottimi autori di fantascienza rimasti in panchina troppo a lungo.

Negli ultimi anni però non hai pubblicato molto, a parte qualcosa su Delos. Hai dedicato tutte le tue energie al romanzo?

Scherzi? Dieci anni su un romanzo? Non sono così pazzo! No, è che ero un po' stanco della misura del racconto, o forse avevo perso l'allenamento o la carica. Per ben due volte Franco Forte mi ha praticamente respinto, e a ragione, due racconti. Ne ho scritto uno per un'antologia che doveva essere curata da Vittorio Catani e che non è andata in porto. Spero che prima o poi quel racconto veda la luce, non solo perché mi pareva un buon ritorno alle mie prime prove, ma soprattutto perché anche quello è stato un buon confronto con Vittorio, che non riesco mai a decidere se considerare un fratello maggiore o un padre spirituale.

Se dovessi fare il nome di autore di fantascienza al quale paragonare il tuo modo di scrivere, chi nomineresti?

Passo. A parte che sarebbe un bell'atto di improntitudine da parte mia chiamare a correo un innocente, penso di non poterne identificare uno.

Solamente di fantascienza avrò letto, in traduzione beninteso, quindi forse bisognerebbe parlare dello stile del traduttore, almeno diecimila tra racconti e romanzi. Se invece vuoi conoscere la mia fantascienza, in gioventù ho amato molto quella del periodo di Galaxy, il secondo Silverberg e i grandi degli anni 70. Due miei autori favoriti sono Damon Knight ed Harlan Ellison, ma non penso che nel mio modo di scrivere ci sia la minima traccia di uno di loro due. Forse, ammesso che esista un "mio" modo di scrivere e che questo non cambi di volta in volta, deve essere un impasto inscindibile di centinaia di voci diverse.