Esplorare i vicoli del tempo
Per primissima cosa, raccontaci un po' qualcosa del tuo romanzo: facci una "quarta di copertina" ideale, per ingolosire il candidato lettore...
Be', posso darvi le supposizioni di partenza: supponiamo che Leonardo da Vinci abbia scoperto il segreto del viaggio nel tempo; supponiamo che i governanti della Terra, oppressi da ben più gravi problemi, si siano sempre dimenticati di informarne i loro popoli; supponiamo che i servizi segreti che lo sfruttano, non siano esempi di specchiata onestà e indiscussa democrazia. La storia che ho scritto è sicuramente a cavallo tra la spy story classica e la fantascienza, quanto, sarà il lettore a doverlo decidere. Come scenario il romanzo saltella tra la Roma dei Palazzi di oggi e la Firenze del 1300, poco prima della grande pestilenza del 1348. Come storia, quasi nulla di ciò che sembra lo è realmente e i fini non è detto che non siano duplici o triplici. Come figurante, per fare cassetta ho scomodato Ser Giovanni Boccaccio. Mettiamola in questi termini, non credo che una storia simile sarebbe potuta uscire dalla penna di Poul Anderson, i suoi personaggi della serie della Pattuglia Temporale sono troppo bravi, belli e buoni. Ho il sospetto di aver detto anche troppo...
Si tratta del primo romanzo di un ciclo, è vero? Sono puntate a sé stanti o c'è una trama unica che lega i romanzi?
Io non sono partito con l'idea di scrivere un ciclo, come farebbe un autore americano, che comincia a progettare l'idea già in funzione di non meno di tre romanzi. E' solo che, caso strano, scrivendo la storia ho cominciato a divertirmi, cosa che non mi era mai accaduta, e a 2 terzi della stesura del primo romanzo, quando ormai la scaletta era già fatta, ho scoperto che continuavano ad affacciarmisi alla mente delle scene per cui non c'era più posto. Alcuni dei personaggi cominciavano a protestare perché sostenevano di non essere stati valorizzati a sufficienza. Avevo l'alternativa tra lo scrivere un romanzo di 1200 pagine o espungere quelle parti. Personalmente, ho sempre ritenuto che una buona percentuale del lavoro di uno scrittore sia composta dallo sforzo di scegliere cosa scrivere, cosa non scrivere e cosa scrivere domani. Beh, c'erano molte parti già abbozzate che secondo me dovevano essere scritte domani. In questo momento, oltre al romanzo che ha vinto, c'è un secondo romanzo, con gli stessi personaggi, che idealmente si pone qualche mese dopo gli accadimenti del primo, ma che come vicenda è completamente separato da esso. Questo romanzo, presentato al premio Urania dell'anno passato, va profondamente rivisto, poiché come intreccio era sicuramente troppo semplicistico. Avrei poi un abbozzo di idea per un terzo. Ma questa è tutta un'altra storia.
Come era nella nobiltà inglese, la figlia minore non si sposa se le sorelle maggiori non si sono sistemate.
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