Caro Valerio Evangelisti, ho letto la tua ultima fatica, Black Flag, un grande romanzo che a mio giudizio unisce sapientemente elementi fantascientifici e... Vorresti spiegare tu ai lettori di Delos che cosa (o chi è) è Black Flag?
E' un romanzo che continua idealmente il discorso iniziato con Metallo Urlante: il metallo si sostituisce alla carne, ma la sostituzione allude a un più generale raffreddarsi dei rapporti umani. Le tre storie intrecciate che compongono Black Flag approfondiscono il tema: trattano soprattutto dell'assenza di valori e di solidarietà quali fattori che generano violenza, fino al punto da far divenire la violenza stessa l'unica forma di rapporto tra le persone.
Pantera è un personaggio atipico, almeno a mio giudizio, nel senso che è il ritratto di un cavaliere solitario che sfida con ferocia e poesia distruttiva il suo tempo: ma chi è in realtà Pantera?
Pantera è un mistero vivente, come lo "straniero senza nome" interpretato da Clint Eastwood nei primi western di Sergio Leone. Della sua biografia si sa poco o nulla; idem delle sue finalità, e del perché pratichi la magia. Anche la sua personalità è enigmatica, e io spendo poche parole per descriverla. In realtà Pantera non è una persona ma una forza, però non sappiamo bene se demoniaca oppure angelica.
Quando hai pensato al personaggio di Pantera, già presente in Metallo Urlante, ti sei ispirato ad un modello umano reale o a un prototipo frutto della tua immaginazione?
Ho pensato allo "straniero senza nome" a cui accennavo, e a molti protagonisti dei western all'italiana.
Pantera, se oggi fosse un personaggio in carne e ossa introdotto nel mondo reale, quale bandiera politica indosserebbe? Perché?
Pantera non indosserebbe alcuna bandiera. Se proprio dovesse, sarebbe quella nera dell'anarchismo: è infatti un individualista dotato di sensibilità sociale. Appartiene in fondo alla stessa razza dei suoi nemici, ma se ne differenzia per grado di socialità, anche se con molta riluttanza..
Credi che sia importante tradurre le esperienze politiche in soggetti per la fantascienza?
Non è obbligatorio, ma se si decide di farlo, la fantascienza offre un veicolo eccellente. Permette infatti di usare metafore e allegorie e di sottrarsi alle impasse del manifesto ideologico e del predicozzo.
Nicolas Eymerich, inquisitore, e Pantera, pistolero e stregone... Se mai un giorno si dovessero incontrare in tuo romanzo, si odierebbero? E' possibile dire che l'inquisitore e il pistolero sono le facce opposte della stessa medaglia?
Non si odierebbero fino in fondo, proprio perché hanno tante similitudini. Ma in Pantera è netta la distinzione tra bene e male, mentre in Eymerich non lo è o, per meglio dire, è fraintesa. Per Eymerich il bene equivale alla legge cui obbedisce, che crede dettata da Dio, mentre in realtà è la sua. Inoltre Eymerich pretende di assoggettare con la forza il prossimo, cosa che Pantera, più coerentemente individualista, non fa.
Pantera assomiglia a una sorta di messia: il suo senso di giustizia è determinato -- il più delle volte -- dal suo istinto, un istinto antropologico eppure poetico. Hai mai pensato che Pantera potrebbe essere l'icona di una religione laica se non addirittura, per assurdo, agnostica?
Proprio da questo nasce il suo mistero, il suo esserci senza che si sappia da dove è venuto. Sia in Metallo Urlante che in Black Flag pare incaricato di una missione che solo lui conosce. Potrebbe trattarsi di quella che dici.
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