Il giorno dopo intrapresero la marcia verso il luogo della semifinale. Fu un viaggio sfibrante, e più volte Trappo fu sul punto di rinunciare, ve lo dico io! Tutto sembrava deprimente, poiché il tempo si era messo al brutto. Per lo più era stato bello come può essere a maggio, anche nelle favole più liete, ma adesso era freddo e umido. Le notti i due si stringevano intorno al fuoco, e di giorno il vento faceva tremare lo hobbit nei suoi hobbit-abiti di mezza stagione.
Si erano ormai inoltrati nelle Terre Solitarie, dove non c'erano più né persone né locande e le strade andavano lentamente peggiorando. Non molto lontano, davanti a loro, si ergevano sempre più alte tetre colline, scurite dagli alberi. Su alcune di esse si levavano vecchi castelli dall'aspetto sinistro, come se fossero stati costruiti da gente sinistra (cioè malvagia, perché come si sa "di sinistra" significa "mascalzoni senzadio divorabambini").
Trappo era allo stremo delle forze, quand'ecco profilarsi all'orizzonte la Montagna!
- Ci siamo! - esclamò soddisfatto lo stregone - In perfetto orario: l'incontro sta per cominciare.
- Adesso? Con la stanchezza del viaggio? - si lamentò Trappo - D'accordo, la squadra ha una notte di vantaggio su di noi, ma saranno esausti anche loro, no?
- I ragazzi sono qui da una settimana. - disse Carraralf - Li ho fatti portare in volo dalle aquile Lufthansa.
Lo hobbit trasecolò. - E per quale Strunz di motivo noi ce la siamo fatta a piedi?
- Così tu sarai troppo stanco per picchiarli se andranno in attacco. - disse lo stregone - Sai, la tua tattica ha sollevato qualche critica.
- Ma se non vi piace come alleno, perché non mi togliete l'incarico? - brontolò Trappo.
- E poi con chi se la prenderebbero i tifosi, se perdiamo?
Con fare eloquente, Trappo raccolse da terra un lungo bastone nodoso. Ma Carraralf lo prevenne.
- Lì c'è un cartello. Vedi se indica la strada per lo stadio.
- Non si capisce un accidente.
- E' scritto in alfabeto feanoriano. - spiegò lo stregone - La lingua degli Elfi.
- Credevo che ci avesse cagato sopra un piccione...
- ...per lo stadio prendere l'anello... - lesse meditabondo Carraralf - ...uhm, di quale anello si tratterà? L'Anello Magico? L'Anello del Potere?
- Significa il raccordo, rincoglionito! - disse Trappo -Laggiù: si vedono le gradinate.
- Ops, è vero. - Carraralf si sistemò il cappello a punta. Nel vento si udiva il pubblico intonare Elfland uber alles - Andiamo, ordunque. La sfida con Elrond ci attende!
In effetti, l'allenatore degli Elfi li stava aspettando appena fuori dagli spogliatoi. Portava una lunga treccia accuratamente legata dietro la nuca, un paio di Ray-Ban a specchio, un auricolare e un completo da ufficio nero.
- Non hai scampo, Neo! - ringhiò a Trappo - Dimmi dov'è Morpheus o ti cucio la bocca e ti ficco un millepiedi su per l'ombelico.
- Ma che diavolo dice questo deficiente?
- Secondo me ha un po' confuso i film. - sussurrò Carraralf - Non badargli e sediamoci in panchina.
Gli hobbit-calciatori erano già in campo, e cantavano l'inno della squadra tenendosi per mano. La canzone, credete a me, suonava pressappoco così.
Dimmi cos'è
Che sveglia presto la Contea
Alla domenica mattina
Dimmi cos'è
Che ci fa sentire hobbit
Anche se non ci conosciamo
Dimmi cos'è, cos'è!
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