Umberto Rossi
Classe '60; insegnante in un Liceo e traduttore, nonché saggista. Al mio esordio come narratore. Da 36 anni cerco di sopravvivere nella Zona. Trattasi del Comune di Pomezia. Avrete sentito parlare di noi (sindaco e 18 consiglieri comunali agli arresti domiciliari, mica scherzi!), ne sentirete parlare ancora. In questi 36 anni, più cinque d'infanzia, per non impazzire ho dovuto imparare a scrivere in italiano e in inglese, ad andare in bicicletta, a suonare la chitarra (ma poi me la sono venduta per alzare qualche lira), a cucinare, a leggere Philip K. Dick (è più semplice ma anche più difficile di quel che sembra), a raccontare storie (ma nonostante questo buon inizio mi rendo conto di essere ancora in alto mare). Che altro dire? Mi renderò impopolare rivelando di tifare Manchester United più una squadra della capitale; e aggiungendo che alle ultime elezioni non ho votato (era il referendum, ovviamente). Per finire con la cosa veramente importante, cioè la fantascienza, mi ritengo un umile, indegno discepolo di quel grande che ho citato prima, ma anche di Robert Sheckley, Richard Matheson, A.E. Van Vogt, Theodore Sturgeon, Jonathan Lethem, Alice Sheldon (alias James Tiptree). E ammiro immensamente, dei nuovi, Jonathan Lethem e Patricia Anthony (immensamente sottovalutata e immensamente brava). E tra gli italiani, viva Valerio Evangelisti. E ora, sparate al petto.
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