"New Look" (1964-1967)

Comunque si vogliano considerare le folli avventure degli anni Cinquanta, è certo che l'eroe di Gotham City aveva smarrito le proprie radici di cupo giustiziere metropolitano.

La popolarità di Batman era in netto declino, e la DC Comics valutò anche la possibilità di chiudere le testate a lui dedicate. Si optò poi per un'operazione di restyling del personaggio, che lo modernizzasse e lo adattasse ai tempi. Il cosiddetto "New Look" di Batman fu inaugurato nel 1964, su iniziativa del nuovo supervisore editoriale Julius Schwarz.

Schwarz era considerato un esperto nel rivitalizzare i vecchi personaggi in declino. Aveva lavorato a lungo nei "pulp" ed era stato l'agente letterario di alcuni fra i maggiori scrittori di fantascienza. Le sue direttive per il rilancio di Batman erano semplici: furono banditi completamente i mostri alieni e le mutazioni stravaganti; fu bruscamente liquidato il cast di improbabili comprimari che costituiva la "famiglia" vicaria del supereroe (Batwoman, il bat-cane, ecc.); storie e disegni furono improntate a un maggiore realismo.

Le innovazioni più rilevanti si ebbero proprio dal punto di vista grafico. Dick Sprang, il disegnatore principe di Batman per quasi vent'anni, si era ritirato nel 1963 e di lì a poco lo avrebbero seguito anche Bob Kane e Bill Finger, i due creatori del personaggio, insieme al veterano "ghost" Sheldon Moldoff. Si stava chiudendo un'era e il testimone passava di mano a una generazione di autori più giovani e al passo coi tempi.

Il "nuovo" Batman fu ridisegnato da Carmine Infantino, un artista noto per i suoi layout innovativi e per l'infallibile senso del design. Il look caricaturale, quasi da cartone animato, degli anni precedenti fu abbandonato in favore di un Batman più realistico: snello e muscoloso come si conviene a un super-acrobata. Il tono generale delle storie divenne più credibile, gli intrecci più elaborati. L'Uomo-Pipistrello stava recuperando la sua reputazione di serio detective della notte.

L'esperienza del "New Look" avrebbe potuto essere efficace, ma si scontrò con una circostanza imprevista. Nel 1966 infatti esplose la prima "batmania" legata alla serie televisiva di Batman. Sull'onda del successo del telefilm la popolarità dei fumetti tornò ad essere immensa. Le conseguenze però non furono tutte positive. Il fatto è che la serie TV si era ispirata proprio al Batman "ripudiato" degli anni Cinquanta: quello improbabile e ridicolo ai limiti dell'autoparodia. Sul piccolo schermo Batman, interpretato da Adam West, si aggirava per scenografie coloratissime e fasulle, ricostruite con un gusto pop assimilabile alle opere di Andy Warhol. La serie era il trionfo del camp (un'allegra miscela d'ingenuità e cattivo gusto), e contraddiceva tutti gli sforzi compiuti nei fumetti per "riabilitare" il personaggio.

Quando la batmania si dissolse (il telefilm, in crisi di ascolti, si interruppe nel marzo 1968) la percezione pubblica di Batman era ormai tornata a essere quella di un eroe irrimediabilmente infantile. Le vendite dei fumetti, che avevano subito inizialmente una brusca impennata, tornarono di colpo a livelli più bassi di quelli di partenza.

L'esperimento del "New Look", per quanto valido, non si era rivelato sufficiente: urgeva un nuovo e più radicale restyling.