L'intervento del manigoldo aveva intimidito i due fanciulli. Mister Fogg, prendendomi sottobraccio, suggerì di non interrogarli ulteriormente. Oh quanta saggezza vi era in quell'uomo eccellente di eccellente lignaggio paludato in una giacca di eccellente tweed!
Rivolgemmo ordunque la nostra attenzione all'unico altro passeggero ospitato a bordo dell'aeromobile. Era costui un uomo di fisico imponente, di tratti nobili seppure, purtroppo per lui, non pienamente occidentali. Portava ai piedi un paio di alti stivali da cavallerizzo sporchi di fango, il suo capo era avvolto in un colbacco di pelo nero che copriva anche le orecchie, al suo fianco pendeva un frustino di cuoio intrecciato. L'intero suo aspetto, invero, mi suonava familiare.
- Io vi conosco, signore. - mi rivolsi a lui - Non siete voi in verità Michele Strogoff, corriere dello zar?
- Nie panimaio - biascicò piuttosto astiosamente l'uomo.
Oh quale imperdonabile gaffe avevo commesso! Oh quanto la mia azione era stata inopportuna!
- Perdonatemi, signore. - mi scusai sottovoce, accostando le mie labbra alle sue orecchie - Senza dubbio vi ho messo in imbarazzo. Ma non temete, poiché la segretezza della vostra missione al servizio dello Zar di Tutte le Russie è con me al sicuro. Dunque se siete qui in incognito, ditemi come devo chiamarvi, e io non pronuncerò più il vostro vero nome.
- Tu brüto kulattoskji. - sibilò lui, allontanandomi con fare sprezzante - Niet rompere mie balle, o io te spiezo in due.
- Ma, capitano Strogoff! - balbettai, sbalordito - Perché mi trattate in questo modo? Non siete in voi! Forse il freddo della taiga siberiana ha ottenebrato il vostro raziocinio, oppure un colpo di knut troppo violento del perfido Ivan Ogarev...
- Al vostro posto! - sbraitò in un pesante accento pashtun l'hostess di prima - E allacciate le cinture! Stiamo per atterrare!
Oh quale splendida notizia, seppure profferita in maniera cotanto barbara! La prospettiva di una possibile libertà bastava comunque a farmi tollerare ogni comportamento da selvaggio. Raggiunsi Consiglio e lo scrollai finché non riuscii a svegliarlo. Doveva ben prepararsi a sbarcare il mio bagaglio, cribbio!
L'aeromobile prese terra con qualche sobbalzo su una pista che sembrava non essere stata calpestata da altri volatori dai tempi dell'Archeopterix Aronnaxius, rettile volante il cui scheletro si trova, grazie ai miei ritrovamenti, nelle sale paleontologiche del Museo de Histoire Naturelle di Parigi.
- Ahmed! Abdul! - sentii gridare dal nocchiero dell'aeromobile, che avevo erroneamente confuso con il valente ed eroico Robur il Conquistatore - Calate la scaletta e aiutate i passeggeri a salire.
Le due hostess aprirono il portello, che fu subito varcato da una trentina di robusti giovani in tuta mimetica e dall'espressione stralunata.
- E' libero, qui? - esordì uno di loro, non attendendo la mia risposta per tentare di introdurre, a suon di spintoni, un lanciamissili anticarro nella cappelliera.
- Di grazia, gentiluomini, chi siete? - chiese mister Fogg.
Il giovane scattò sull'attenti. - Secondo battaglione della Divisione Folgore in viaggio di trasferimento verso Kabul per prendere parte all'operazione Libertà Duratura!
Fogg inarcò così tanto il sopracciglio che il monocolo rischiò di cadergli al suolo. - Ma la guerra è finita due anni fa!
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