Il giro del mondo in ottanta check-in.
di Jules Verne (?)
Il gentiluomo si era presentato come Phileas Fogg, di Hereford Castle, contea di Birmingham. Era di aspetto coltissimo e ovviamente nobilissimo. Un'aria di serena superiorità irradiava dai tratti raffinati del suo volto. Un discepolo di Gratiolet o di Engel vi avrebbe letto sicurezza di sé, chiarore intellettuale e forza di carattere. Mi chiesi se, al pari del sottoscritto, lo scopo del suo viaggio fosse legato alla Scienza e alla Ricerca Naturalistica. Oh quanto mi sbagliavo! Oh come dovevo rimanerne stupito! Oh non preoccupatevi vi racconterò tutto per filo e per segno!
Mentre il suo servitore, uno sveltissimo giovine che rispondeva al nome di Passepartout, si accodava al mio efficientissimo servitore Consiglio e s'ingegnava allo scopo di spedire i bagagli, il signor Fogg mi spiegò che stava perseguendo la vittoria in una sfida che l'opponeva a un membro del suo club, il rinomato Chocolate Lyons di Londra.
- Mio caro professor Aronnax! - chiarì - Ho scommesso che sarei riuscito a completare un viaggio aereo con ottanta scali senza perdere i bagagli. Sono partito da Heatrow quattro giorni or sono, ho fatto tappe a Parigi, Francoforte, Praga, Madrid e Zurigo. Oggi sono qui a Milano, e scommetto che domani avrò già coperto altre settecento leghe, ovvero novecentocinquanta miglia, cioè millecinquecentoventi chilometri.
- Mi permetto di contraddirvi, mio caro Fogg. - obiettai - Settecento leghe equivalgono a millecinquecentotredici miglia inglesi, che corrispondono a milletrecentoquarantacinque miglia marine, ovvero duemilaquattrocentoventuno chilometri, che poi sono seimiladuecentocinque furlong, ovvero cinquemilaquarantotto stadi.
Fogg inarcò preziosamente un sopracciglio. Il monocolo rischiò di cadergli sul pavimento ricoperto di moquette.
- Davvero? Scommetto che sapreste anche dirmi a che velocità media viaggerò.
Come si poteva non rispondere a una simile sfida! Lo sommersi di rapidi calcoli. - Presto detto, signor Fogg. Il mezzo volante che sta per condurvi nell'aere procederà con sveltezza data dai suoi possenti motori, che lo sospingeranno con una potenza di seimilacinquecentoventitrè cavalli vapore. Ora, ammesso che la resistenza dell'aria a un'altezza di tremilacinquecento piedi ammonti a ottantadue libbre per pollice quadrato, e che la superficie totale del vostro velivolo raggiunga i sei ettari, ecco che la sveltezza risultante sarà di duecentodiciotto miglia e tre decimi all'ora.
- Non è così, mio fedele Consiglio? - dissi al solertissimo ragazzo che tornava dalla sua mansione.
- Come piace a voi, signore. - ribatté lui, chiaramente limitato nel comprendonio dal suo ceto sociale.
Mi avvidi però che il viso del bravo e servile giovine baluginava di contrarietà.
- E' tutto a posto, Consiglio? - gli chiesi.
- Hanno rimandato il volo, signore. - mi rispose - Nebbia.
- Nebbia? - fece eco il signor Fogg.
Oh quale magnifica opportunità! Come potevo esimermi dallo spiegare un così squisito fenomeno naturale!
- Condensa dell'umidità nei bassi strati dell'atmosfera in particolari condizioni metereologiche. - pontificai. - Una densità di vapore acqueo pari a sei decimi di grammo in sedicivirgolatré metri cubi di aria, alla temperatura di due gradi centigradi, cioè trentaduevirgolauno Farenheit, assume uno stato di sospensione delle goccioline di diametro di zerovirgolazerootto millimetri che inibisce la visuale fino a una distanza di...
- Come piace a voi, signore. - m'interruppe Consiglio - In conclusione, tutti i voli sono stati sospesi.
- Tutti? - esclamò signorilmente il signor Fogg, aggiungendo una signorile bestemmia. - Così perderò la mia scommessa!
Come capivo il dramma di quest'uomo! E come ero solidale con lui! E come pensavo anch'io ai miei impegni al congresso di Paleoplanctologia Epiduodenale, a cui rischiavo di giungere in ritardo! E come rosicavo!
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