I sette problemi
Sono sette i problemi relativi all'intelligenza artificiale sui quali intendono focalizzarsi:
1. Come migliorare i calcolatori e i programmi. Uno dei primi problemi che si pone è la scarsa potenza di calcolo a disposizione negli anni 50, ma un ostacolo ancora più grande è costituito dalla complessità del software.
Ancora oggi, mezzo secolo dopo quest'osservazione, i rapporti non sono significativamente cambiati. Pur disponendo in un comune computer da tavolo di una potenza di calcolo enormemente superiore rispetto a quella disponibile in quel periodo in tutto il pianeta, ancora oggi non siamo in grado di sviluppare software che simulino in modo soddisfacente le più elevate funzioni cerebrali.
2. Come programmare un computer perché usi un Linguaggio. E' possibile fare in modo che un computer 'possegga un linguaggio', manipoli simboli e concetti in maniera simile a una mente umana?
Il problema posto va be al di là del conferire a un calcolatore la capacità di sostenere un dialogo. Questo obiettivo è stato prontamente raggiunto manipolando in modo accorto le frasi introdotte dall'interlocutore. Semplicemente lavorando a un gioco delle imitazioni è possibile sostenere un dialogo senza capire assolutamente nulla del discorso che si sta portando avanti. Nulla di più di quello che sperimentiamo abitualmente quando siamo coinvolti in una discussione di scarso interesse e per cortesia poniamo qualche domanda rigirando opportunamente le informazioni che ci ha appena dato l'interlocutore
3. Reti Neurali. E' possibile costruire sistemi di neuroni artificiali capaci di "formare concetti" e ricreare il comportamento di sistemi nervosi biologici?
4. Teoria della complessità. Come stimare la durata di un calcolo o come trovare strategie euristiche per abbreviarla?
Dato un problema ben definito un modo per risolverlo sarebbe quello di provare tutte le possibili risposte e vedere quale ci soddisfa. Questo approccio diviene però ben presto inutilizzabile, la maggior parte dei problemi reali ci pone innanzi a un'infinità di soluzioni possibili, ed è necessario avere indicazioni a priori sulla complessità del calcolo e trovare soluzioni abbastanza soddisfacenti in tempi ragionevoli.
5. L'automiglioramento. Come far si che i calcolatori possano migliorarsi da sé?
Appariva abbastanza probabile anche agli inizi dello studio di questa disciplina che la chiave di volta sarebbe stata fornire a un calcolatore la capacità di 'imparare' o 'scoprire', modificando da solo i propri programmi. Una richiesta cui non è possibile disattendere nella ricerca dell'intellligenza è la capacità di cavarsela da soli di fronte a nuovi eventi del tutto inaspettati, e di adeguarsi poco alla volta per riuscire a raggiungere i propri obiettivi anche in presenza di grossi imprevisti.
6. Come far si che i calcolatori possano "formare concetti e astrazioni".
7. Come immettere nei calcolatori una qualche forma di creativita e di libero arbitrio.
Non è affatto chiaro cosa intendiamo per "creatività", eppure molti converranno sul fatto che un grosso passo nel tentativo di dar "intelligenza" alle macchine sarà la capacità di dar loro della creatività.
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