Sebbene a Cannes non sia stato accolto con troppo calore, CQ opera prima del figlio di Francis Ford Coppola, Roman ha attirato tantissimo pubblico al Festival dell'Isola del Cinema di Roma (www.isoladelcinema.com) che ha inaugurato la sua VII Edizione con una grande festa alla presenza di gran parte del cast: Massimo Ghini, Silvio Muccino e John Phillip Law, noto per essere stato l'angelo di Barbarella e il Diabolik di Mario Bava.

Un grande successo che ha visto Roma al centro di questa anteprima mondiale (il film uscirà solo in autunno o in primavera in America) portato avanti grazie alla rivista di musica e cultura Lounge Il giaguaro (www.ilgiaguaro.com) da sempre attenta al recupero e alla valorizzazione di un certo cinema di culto.

Ambientato nel 1969, il film racconta la storia di Paul (interpretato dallo stesso Roman Coppola) un giovane regista ambizioso che lavora a Parigi, dilaniato dal dilemma se seguire una via più commerciale di fare via oppure dedicarsi al cinema verità. E - in questo film - John Philip Law che nella sua carriera ha interpretato circa una settantina di pellicole, interpreta il ruolo di produttore un po' sullo stile del Dino De Laurentiis del tempo che fu. Un gioco ironico per un veterano del cinema fantastico e d'autore che ha lavorato con tutti i grandi del cinema fantastico di Serie B oggi diventato di culto. A partire proprio da Mario Bava.

Qual è stata per lei la fascinazione principale esercitata dal cinema fantastico?

Sono nato a Hollywood nel 1937 da una famiglia di attori e sin da quando ero ragazzo i fumetti erano il mio pane quotidiano: Superman, Batman, Capitano Marvel e Lanterna Verde mi hanno accompagnato durante la mia adolescenza fino a quando sono saltati fuori gli eroi della Marvel come l'Incredibile Hulk, L'uomo ragno e Silver Surfer. Era un mondo nuovo di cui adoravo la fantasia. Da ragazzo ero un sognatore e credo di essere diventato un attore proprio per questo. L'ultimo anno di università studiavo ingegneria meccanica e decisi di prendere delle lezioni di recitazione proprio per confrontarmi con questo mio lato molto personale. Da piccolo ero molto timido e anche se avevo più volte con mio fratello fatto la comparsa sui set dei film in cui lavorava mia madre, il mio obiettivo era diventare cineoperatore, perché mi sembrava un lavoro molto divertente.

Cosa pensa del lavoro di attore?

Da piccolo lo ritenevo una cosa stupida, quasi indegna di un uomo. Poi - proprio durante l'ultimo anno di università - sono riuscito a uscire dalla mia timidezza e sono stato preso dal sacro fuoco della recitazione. Non l'avrei mai pensato...mio fratello voleva recitare, mentre io ero il "Signor Aggiustatutto" nato per fare l'ingegnere. A casa riparavo tutto io e mai e poi mai avrei pensato che il mondo fantastico in cui vivevo sarebbe diventato il mondo della mia recitazione.

Di cos'era fatto questo mondo fantastico?

Non ci crederà, ma uno dei miei hobbies preferiti era quello di ipnotizzare la gente. Al college avevo messo da parte un bel gruzzoletto esercitandomi in questa arte. Oltre ai supereroi ero affascinato dal mondo dell'occulto.