Sulla Terra l'erosione delle acque e dei venti ha cancellato molte ferite, ma altre, più recenti, sono ancora visibili.
Dopo che la polvere cominciò a diminuire pensò il vento solare a disperdere il gas, non si tratta, ovviamente del vento che noi conosciamo ma di particelle atomiche caricate elettricamente.
Una volta ottenuto un minimo di assestamento ed il Sistema Solare potè finalmente dichiararsi nato, restarono all'estrema periferia dei ghiacci e delle polveri, dei frammenti di rocce di varie dimensioni. Ogni tanto uno di questi blocchi cade verso il Sole e diventa una cometa, molto più raramente uno di questi grandi ammassi viene catturato ed entra in orbita attorno al Sole, forse Plutone è nato così.
Come abbiamo detto, se questa fu la sua nascita, la morte del Sole, dopo essere diventato una gigante rossa, sarà di crollare su sè stesso trasformandosi in una nana bianca per poi spegnersi del tutto e quindi diventare, forse, materia prima per un altra stella e ricominciare così un altro ciclo.
Lasciamo ora il nostro piccolo quartiere, la nostra casa e perdiamoci nello spazio alla velocità del pensiero, l'unico modo che abbiamo per poter visitare altri mondi. Se potessimo viaggiare alla velocità della luce e cioè a 299.792 chilometri e 460 metri al secondo, incontreremmo la stella più vicina a noi, Proxima Centauri, dopo quattro anni e tre mesi. Essa fa parte di un sistema solare triplo, cioè tre stelle di cui due orbitano attorno a quella principale.
Per andare su un'altra stella il viaggio diventerebbe ancora più lungo, fra 41 anni potremmo incontrare Arturo e tra solo 190 Betelgeuse, il che vuole anche dire che se un ipotetico abitante di Arturo potesse osservare la nostra Terra la vedrebbe come era 41 anni prima perchè la luce di oggi impiegherà appunto 41 anni ad arrivare fino ad Arturo. In altre parole se, per esempio Betelgeuse fosse esplosa, noi ce ne accorgeremmo ben 190 anni dopo, mentre se il Sole si spegnesse improvvisamente basterebbero otto minuti perchè i popoli della Terra se ne accorgessero poichè tanto impiega un raggio di luce ad arrivare fino a noi.
Immaginiamo ora che su un lontano pianeta distante circa cinquecento anni luce da noi, un astronomo osservi il nostro mondo.
In questo modo assisterebbe alla scoperta dell'America. Da pianeti più lontani si potrebbe vedere la Crocefissione di Gesù o, addirittura, la creazione dell'uomo.
Le stelle sembrano immobili sulla volta del cielo, per questo gli antichi parlavano di stelle fisse, ma questa immobilità è soltanto apparente ed è dovuta alle enormi distanze. In realtà le stelle si muovono e molto velocemente, anche il nostro Sole e tutta la sua corte di pianeti naviga nello spazio verso la Costellazione di Ercole, alla velocità di circa 20 chilometri al secondo.
Visto che abbiamo parlato di Costellazione è bene dire che, osservando gli astri, gli antichi ne raggrupparono alcuni fra i più luminosi immaginando delle figure fantastiche prese dalla mitologia o da similitudini con animali, questi gruppi costituiscono le Costellazioni.
Fra le stelle alcune sono più luminose di altre e sono composte di materia estremamente rarefatta. Esistono delle stelle nane con una densità enorme dove un solo centimetro cubo della loro materia, se portato sulla Terra, peserebbe ben 36 mila chilogrammi ed emettono un calore che un pezzetto della loro superficie delle dimensioni di un francobollo, darebbe energia sufficente per alimentare per anni una grande città.
Anche le temperature delle stelle sono estremamente variabili, nelle stelle azzurre arrivano fino a centomila gradi, in quelle rosse solo qualche migliaio, ma all'interno le temperature sono molto più alte ed arrivano fino a milioni di gradi. Ecco perchè la materia che costituisce le stelle si trova allo stato gassoso perchè a queste temperature nulla può esistere allo stato solido o liquido.
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