Quindi adesso sappiamo che il Sole, così come i pianeti, hanno dimensioni estremamente variabili e sappiamo anche che il Sole non è certamente tra le più grandi e in questo modo veniamo così a sapere che esistono vari tipi di classificazioni delle stelle in base alla loro grandezza ed al loro colore.

Osservandole sulla volta del cielo a noi le stelle sembrano tutte bianche e, per un difetto del nostro occhio, poste tutte alla stessa distanza e dotate di punte, in realtà sono delle sfere infuocate che si trovano ad enormi distanze l'una dall'altra ed apparentemente fisse nel cielo.

Le stelle si dividono in Giganti, Medie e Nane, secondo la loro grandezza e in azzurre, bianche, gialle e rosse secondo il loro colore e quindi temperatura dove le azzurre sono le più calde e le rosse le meno calde. Il Sole è considerato una media gialla dall'età di circa cinque miliardi di anni il che costituisce più o meno metà della sua vita. Come una gigantesca bomba esso scaglia nello spazio fiammate che potrebbero distruggere e polverizzare la Terra la quale, per nostra fortuna, si trova alla distanza giusta ed ha un movimento di rotazione che le consente di ricevere la luce ed il calore nelle giuste proporzioni.

Il diametro del Sole è 109 volte quello del nostro pianeta e potrebbe contenere al suo interno un milione e 333 mila pianeti come la Terra e per poter brillare così intensamente nel cielo distrugge 4 milioni di tonnellate di materia al secondo, fortunatamente della enorme quantità di radiazione emessa la Terra ne intercetta solo un mezzo miliardesimo e sarebbe comunque ancora troppo se non ci fosse la nostra atmosfera a proteggerci.

La sua superficie ha una temperatura media di seimila gradi mentre al suo interno arriviamo a milioni di gradi, ma tra circa cinque miliardi di anni questo processo è destinato a mutarsi diventando una gigante rossa che si espanderà di almeno cento volte rispetto al suo attuale diametro ingoiando Mercurio, Venere e probabilmente la Terra. Poi alla fine il Sole morirà diventando un corpo oscuro e freddo.

L'universo cosi' come noi lo conosciamo non esisterà più ma, probabilmente, noi non saremo lì a vederlo.

Il nostro sistema solare, tutte le stelle del cielo e tanti, tanti altri corpi ancora, fanno parte di un ammasso di stelle chiamato galassia dalla suggestiva forma a spirale ebbene, in uno dei bracci esterni di questa galassia, che aveva probabilmente la forma di un uovo piuttosto schiacciato quattro miliardi e e mezzo di anni fa, si erano formate le condizioni adatte per la nascita di un nuovo sistema, un sistema che tanta importanza avrebbe avuto per noi, queste condizioni erano una composizione di gas, di cui il 90 per cento era Idrogeno e quasi il dieci per cento Elio più qualche altro elemento secondario. Questa miscela di gas ha cominciato a contrarsi e quindi a scaldarsi e quando la temperatura raggiunse i dieci milioni di gradi iniziò una reazione nucleare che liberò nello spazio una enorme quantità di energia: il Sole era nato. L'onda d'urto di questa esplosione di luce investì i gas che ruotavano vicino alla stella appena nata innestando in loro una contrazione gravitazionale e facendo scontrare tra loro questi piccoli granuli di cui erano composti.

Sulle superfici che andavano via via aggregandosi cominciarono a formarsi ghiacci ed altri componenti volatili, ben presto il calore solare fece diradare i gas residui mentre a distanze maggiori i nascenti pianeti poterono trattenere maggiormente idrogeno ed elio e fu in questo modo che si formarono dei pianeti massicci e poco densi come Giove e Saturno mentre la prepotente forza di attrazione di Giove non permise ad un pianeta di fermarsi ed i suoi ciottoli sono ancora lì: in orbita tra il gigante dei pianeti e Marte.

All'inizio, durante la nascita di questi mondi lo spazio era solcato da frammenti di ogni genere e di ogni dimensione, ma i pianeti giganti, con la loro massiccia fiorza di attrazione, cominciarono a funzionare come delle ottime scope cosmiche anche se comunque i pianeti furono bombardati in dosi massicce, ma ciò contribuì comunque ad aumentarne la massa. Le tracce di questi impatti sono visibilissime ancora oggi sulla Luna, su Mercurio, su Marte e su tutti i corpi celesti di cui è possibile osservare la superficie.