2. Le isole che non c'erano
Oggi il cielo è scuro, e il mare lontano rimanda un grigiore invernale. Do uno sguardo al computer da polso: domenica 28 giugno 2020, ore 9:02, temperatura 38 gradi centigradi: tutto Ok.
Come d'intesa ci ritroviamo sulla rotonda dell'ex Lungomare, siamo una quindicina. Arriva il capitano Di Nardi, del Servizio Civile Marittimo. Anche lui veste una maglietta in sottile tessuto di ferro termoregolabile idrorepellente, calzoncini-salvagente, scarpe a prova di punture d'insetto, minicasco anti-UV, zainetto con l'attrezzatura di navigazione, pistola d'ordinanza. Solo i gradi sul braccio e sul minicasco ci distinguono da lui. Un rapido appello, poi dalla rotonda scendiamo verso il livello del mare. Dopo una trentina di gradini la scala di pietra diventa un nastro di cemento che si protende verso il largo, e ci avviamo camminando in fila.
L'acqua dista circa 200 metri; Bari è alle nostre spalle e se mi giro ne colgo il profilo dal basso, giù da quella che una volta era la sede delle onde. Dacché il Mediterraneo continua a ritirarsi, il lungo tratto di fondale che circonda la terraferma è emerso e appare assolutamente selvaggio. Spuntano massi, piante, sterpi, volano corvi e gabbiani. Ci saranno topi, scolopendre e altre bestie, nonostante le disinfestazioni. Per il resto si vedono detriti, e una baracca di clandestini semidemolita. Giunti alla punta del molo montiamo sulla lancia-aliscafo. Il mezzo parte velocissimo, ma la temperatura sta salendo e il vento è infuocato.
- Quelle sono le provviste - dice Di Nardi indicando scatoloni nella stiva e sul ponte, - là i medicinali, le fosse biologiche e i servizi igienici di ricambio. I vestiti. I giochi per i bambini. - Enumera, ci chiama, ma noi sappiamo già i nostri ruoli.
Pareva che il restringersi del Mediterraneo fosse cessato, invece è ripreso più di prima. L'effetto serra scioglie i ghiacciai polari e fa crescere il livello degli oceani, ma da noi accade un fenomeno inverso. Nel Mediterraneo aumenta la salinità, e quindi la sua densità: effetti della maggiore evaporazione e della riduzione delle precipitazioni, cui si sommano le operazioni di canalizzazione e sbarramento del corso dei fiumi, le cui acque partecipano ora in minor misura alla diluizione di quelle marine. Dopo un'ora di corsa giungiamo in vista delle Nuove Isole: centinaia, emerse anch'esse dai fondali, invivibili e brulle, ma gremite da migliaia di clandestini.
Ci scorgono a distanza, si affacciano sulle sponde agitando una selva di mani, implorando, urlando, terrorizzati all'idea che la lancia tiri dritto. E noi periodicamente veniamo a voi, reietti della terraferma e del mare, popolo delle 'isole che non c'erano'.
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