Nel 1966 James G. Ballard aveva pubblicato tre romanzi (The Wind from Nowhere, The Drowned World, The Drought) e alcune raccolte di racconti (tra cui The Four-Dimensional Nightmare e The Terminal Beach), e stava per pubblicare il quarto romanzo (The Crystal World). A 36 anni era già uno scrittore abbastanza famoso nell'ambito della fantascienza (non ancora ad di fuori di essa), considerato dagli scrittori inglesi della new wave che si raccoglievano intorno alla rivista New Worlds come uno dei maestri e addirittura "il più grande scrittore immaginativo del momento" (Michael Moorcock). Ma in quello stesso 1966 Ballard comincia a pubblicare su varie riviste degli strani racconti, da lui definiti "condensed novels", cioè romanzi condensati. Quei racconti confluiranno poi nel libro più originale e innovativo che Ballard abbia mai scritto, The Atrocity Exhibition, La mostra delle atrocità, che prende il titolo proprio da uno di quei racconti (pubblicato in Inghilterra nel 1970).
I primi nove capitoli del libro sono accomunati dalla stessa ambientazione (una specie di clinica universitaria con sale di proiezione, un poligono di tiro, costruzioni sulla spiaggia, case private), e dagli stessi personaggi: un protagonista che cambia nome a ogni capitolo (Travis, Traven, Travers, Talbert, Talbot, Tallis) - presumibilmente un paziente della clinica che a volte sembra svolgere però le funzioni di dottore - sua moglie Margaret, il dottor Nathan, alcune infermiere, e la misteriosa dottoressa Catherine Austin. Degli ultimi sei, invece, quattro si presentano come pseudostudi scientifici dell'influenza di vari avvenimenti luttuosi del decennio sulla sessualità e l'immaginario dei consumatori, uno ("Le generazioni dell'America") è una parodia delle enumerazioni genelogiche della Bibbia, l'ultimo ("L'assassinio di John Fitzgerald Kennedy considerato come una corsa automobilistica in discesa") è ispirato a una famosa e blasfema parodia di Alfred Jarry "La crocifissione considerata come una gara automobilistica in salita". Il tutto il libro, peraltro, abbondano citazioni e riferimenti a Raymond Roussel, andré Breton, Salvador Dalì, René Magritte, Max Ernst e alla pittura surrealista in genere. Nell'edizione illustrata americana di Re/Search del 1990 (che fece seguito a una prima edizione del 1970 col titolo Love and Napalm: Export USA subito ritirata dalla circolazione dallo stesso editore per evitare polemiche), Ballard aggiunse in appendice altri quattro racconti, tre ispirati alla letteratura scientifica sulla chirurgia plastica, il quarto dal trasparente titolo "Storia segreta della Terza guerra mondiale".
Nell'insieme La mostra delle atrocità rappresenta uno sviluppo delle tematiche ballardiane degli anni Cinquanta e Sessanta nel senso dell'esplorazione più sistematica, ironica e paradossale del media landscape, il paesaggio dei media che, secondo l'autore, stava in quegli anni strutturando non solo l'immaginario del pubblico, ma lo stesso sistema nervoso della specie ("icone neuroniche sulle autostrade spinali"). I grandi eventi luttuosi propagandati dai media (la morte di Marilyn Monroe, l'assassinio di Kennedy, il disastro dell'Apollo) divengono delle mitologie dell'era tecnologico-mediale, che il protagonista vuole rimettere in scena (spesso usando come vittima sacrificale la moglie) per dar loro il senso che avevano perso nella divulgazione della tv e dei giornali. L'aspetto mitologico e paradossalmente religioso si incarna nelle tre misteriose figure di Coma, Xero e Kline, che accompagnano Travis/Traven in vari episodi.
Influenzato dalla scena inglese della pop art di fine anni Cinquanta/primi Sessanta, dalla ricchezza culturale e immaginativa del decennio (i Sessanta) da Ballard definito "Crazy Years" (gli anni folli), e dalla situazione internazionale che vedeva l'incrinarsi dello scenario della guerra fredda e il nascere dei movimenti giovanili di protesta e di controcultura, The Atrocity Exhibition è il testo più fecondamente sperimentale di Ballard e un punto di snodo importantissimo della sua opera.
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