Nato ad Austin, Mike Johnson ha trascorso nella città texana gran parte dell'infanzia, distruggendo dinosauri di plastica nel tentativo di ricreare le scene dei film di Ray Harryhauen, i suoi preferiti.

Molti anni dopo si è trasferito a San Francisco, dove è diventato aiuto allestitore del film d'animazione di Tim Burton The Nightmare Before Christmas. Dopo Nightmare, Johnson ha animato varie produzioni stop motion, come James e la pesca gigante e il premio Emmy Bump in the Night.

Nel 1996 Johnson ha fondato una sua compagnia di animazione, Fat Cactus Film, e negli anni seguenti ha prodotto e diretto una serie di progetti, pubblicità, video musicali e corti. Il suo corto The Devil Went Down to Georgia è stato presentato e premiato nei festival di tutto il mondo.

Nel 1998, Johnson si è trasferito a Portland, Oregon, per dirigere tre episodi della serie premio Emmy di Eddie Murphy, The P.J's.

Nel 2002 Tim Burton gli ha chiesto di unirsi a lui per dirigere La Sposa Cadavere.

Cosa significa lavorare fianco a fianco con un genio come Tim Burton. E’ un po’intimidente?

No, semmai è una cosa che ti ispira moltissimo e – al tempo stesso – estremamente divertente. La sua energia, passione e la visione che porta al lavoro sono di un valore inestimabile.

Come avete fatto a dividere questo lavoro?

E’ stata una produzione lunga tre anni. Tim stava terminando la lavorazione di Big Fish e – nel frattempo – aveva anche iniziato a lavorare sull’altro film. Mentre io mi occupavo del lavoro quotidiano, lui, invece, veniva spesso per parlare del tono della storia e del suo sviluppo emotivo e narrativo. Ci vedevamo ogni settimana a casa sua, quando poteva veniva allo Studio per verificare il lavoro e – ad ogni modo – gli mandavamo cassette contenenti il girato tutte le settimane. Tutte le voci degli attori, però, le abbiamo registrate negli studi di Pinewood dove Tim stava ultimando le riprese di Charlie e la fabbrica di cioccolato con Johnny Depp che – la sera – veniva a registrare da noi dopo essersi tolto il costume di Willy Wonka.

Ray Harryhausen, il mago degli effetti speciali degli anni Cinquanta e Sessanta, è venuto a visitare il set…

Sì, ed è stata un’enorme emozione. E’ venuto a trovarci quando stavamo spostando la produzione nella Terra dei morti quando il set era pieno di scheletri. Si è divertito molto a spostare questi pupazzi. E’ un uomo molto curioso: era impressionato dalla scala che questo lavoro ha raggiunto. Ai suoi tempi era lui da solo in una stanza a realizzare tutto quanto. Oggi, invece, ci sono trenta set, venti animatori e una sessantina di personaggi. Nel film abbiamo messo un piccolo tributo al suo lavoro: la marca del piano dove suona Victor si chiama Harryhausen.

La presenza di tanti scheletri è un omaggio a Giasone e gli Argonauti?

Sì e non solo: anche ai cortometraggi d’animazione Disney in bianco e nero degli anni Venti e Trenta.

Come avete lavorato con gli attori?

Abbiamo portato i pupazzi alle sessioni di registrazione in modo che si creasse un legame tra l’interprete e il suo doppio. In ogni film d’animazione la voce viene registrata prima della ripresa della sequenza in modo da ispirare le animazioni. Nel nostro tipo di lavoro la sceneggiatura, spesso, prende anima solo in questa fase. Quando gli attori la interpretano. L’unico rammarico è che dobbiamo quasi sempre registrare separatamente le interpretazioni anche delle scene dove ci sono due o più attori. Averli contemporaneamente sul set è quasi un lusso.

Cosa pensa del doppiaggio?

Preferirei vedere il film sottotitolato. Come si può catturare il senso di queste interpretazioni? Chi potrebbe doppiare Christopher Lee?

E’ una cosa che avviene di continuo…

Temo che qualcosa andrebbe comunque perso…