Cieli Sintetici
di Emiliano Gokuraku Farinella
Le Fate tristi del futuro
Un viaggio storico, critico e riflessivo sul cyberpunk: un fenomeno, un modo di vita, e soprattutto una letteratura. Forse la più significativa di questo scorcio di fine millennio.
La fantascienza è nata con un naturale gap nei confronti del mondo reale. Ultimamente ci è parso che le cose si stessero avvicinando, che la fantascienza non solo potesse conciliare secolari fratture tra cultura umanistica e scientifica, ma che il mondo iniziasse a correre finalmente quanto lei. Non si sa bene dove stiamo andando, ma indubbiamente corriamo. Senza sapere dove andare corriamo disperatamente senza portarci appresso alcuna storia un po' come personaggi gibsoniani. Nessuna storia con noi, ma tante immagini che scattano via veloci.
Schizziamo senza meta, scongiurando gli altri di andar anche loro senza meta, sì, ma da un'altra parte, e in questo correre furioso la fantascienza ci ha raggiunti, ma dove non ce l'aspettavamo...
"Non siamo nati ieri", ripetiamo in continuazione mimando uno sguardo furbo, e sapevamo benissimo da tempo che nel futuro non ci aspettava un nuovo Eden da raggiungere salendo la scala di acciaio polito della scienza. Il futuro radioso promesso dal positivismo l'abbiamo cancellato da tempo, e sostituito con un nuovo tipo di scienza più frammentata e condivisa, quella scienza che purtroppo rischia quotidianamente di decadere in pseudoscienza portata avanti da moltitudini di uomini con la testa nella tecnologia e i piedi nella strada ma attorniati da mistificatori, falsificatori della speranza matematica e millantatori dello scientificamente provato.
In questo panorama in diretta dal presente assistiamo alle prove per il futuro prossimo e la fantascienza ci arriva attraverso mercati di organi (pubblici luoghi di scambio di pezzi in ottime condizioni di derelitti umani), compagne sintetiche di ottima fattura all'altezza della fantasia sessuale media (per i più sofisticati ci sono bambole vive che parlano ancora meno) e anche per diecimila sterline simpatiche case farmaceutiche in cerca di cavie per esperimenti talvolta letali.
Se è questo il mondo che abbiamo dobbiamo tenercelo, oggi più che mai certe aree politiche e culturali sono sospese a metà tra l'ansietà per il futuro e la nostalgia per il passato, ma, per dirla con le parole di Brecht, se dobbiamo ripartire non dobbiamo farlo dalle vecchie buone cose, ma dalle cattive nuove cose.
LE BAMBOLE DI OGGI
Ha fatto molto scalpore un'azienda Giapponese che si è inserita nel mercato dei gadget sessuali in modo perentorio con l'offerta al pubblico di bambole per fini sessuali. Non bambole gonfiabili e grottesche quali si era abituati a vedere al cinema nell'armadietto del represso di turno, ma realistiche copie di donne (e anche uomini) in una miscela a base di silicone capace di simulare diversi tipi di tessuti fino alle mucose e uno scheletro che permette loro di assumere tutte le pose di un essere umano.
La Realldoll effettua la sua vendita solo tramite un sito internet http://www.realdoll.com, e per un circa cinquemila dollari chiunque può portarsi a casa una di queste bambole, in qualsiasi posto della Terra.
Non è difficile immaginare che presto al silicone verrà aggiunto qualche chip, che la secrezione di lubrificanti e la pseudomuscolatura verrà automatizzata e gestita da un piccolo microprocessore capace di reagire alle informazioni che gli porteranno sensori opportunamente piazzati. Probabilmente inizieranno presto anche a mugolare, e forse pure a parlare. E in men che non si dica ci troviamo qui in chip e in silicone uno dei più reconditi sogni fantascientifici, il cyborg per usi sessuali che tanto cinema, da Blade Runner a Atmosfera Zero e tanta letteratura, dagli anni '20 fino ad oggi ci hanno fatto immaginare.
LE BAMBOLE DELLA FANTASCIENZA
Nel 1938 appare su "Astounding" Helen O'Loy [in Italia nell'antologia Sonde del Futuro: Grandi Opere Nord], un racconto di Lester Del Rey che sulla scia di alcuni racconti come L'uomo della sabbia di Hoffmann o Eva Futura di De L'Isle Adam affronta il tema della bambola cibernetica del tutto identica a un essere umano.
In questo struggente racconto i protagonisti, un endocrinologo e un tecnico cibernetico, tentano di costruire una bambola che sia identica a un essere umano non solo esteriormente e funzionalmente, ma anche nei sentimenti. L'esperimento, come spesso accade in storie di questo genere, va oltre le loro aspettative, sfugge loro di mano e si ritrovano con un essere con una incredibile carica d'amore che finisce per riversare su uno dei due.
Helen, la bambola, una volta costruita e raggiunto uno stato emotivo sicuramente non indifferente, conquista agli occhi dei suoi costruttori gli stessi diritti di un essere umano.
Helen diviene un essere umano più completo di qualsiasi uomo o donna. Senza una cultura di fondo che la irreggimenti ella diviene sia l'uomo perfetto che la donna perfetta, capace sia di fare acquisti e sprecarsi in "risatine e mormorii davanti a indumenti lievissimi di seta e glassheen e comportarsi come una qualsiasi giovane donna" sia "di andare a pesca di trote e dimostrarsi molto efficiente e silenziosa come un uomo".
I luoghi comuni di questa affermazioni di Del Rey potranno anche farci sorridere, ma è notevole notare che in un essere che diviene del tutto simile a un essere umano, ma senza alcuno schema culturale a dettargli i comportamenti fondamentali egli ritrovi sia atteggiamenti tipici dell'uomo che della donna, affermando in realtà l'unica identità di un essere intelligente con sentimenti umani, a prescindere che sia uomo, donna o cyborg.
I suoi due creatori si rendono conto di aver creato un essere vivente conscio della propria vita e non trovano il coraggio né di spegnerla, e quindi ucciderla, né di accettarla come essere senziente e cosciente di se stesso. Il racconto si chiude più o meno dimenticando la natura artificiale di Helen che viene infine accettata e sposata da uno dei suoi due creatori.
Negli anni seguenti il tema proposto da Del Rey non verrà più affrontato con questo taglio. I diritti di una possibile intelligenza artificiale passeranno nettamente in secondo piano fino all'avvento di una nuova fantascienza molto più tardi, e per tutta l'era di Asimov l'uomo artificiale perderà gran parte della sua problematica, l'uomo si limiterà a riversarvi intelligenza da sfruttare ponendosi di rado nel suo punto di vista.
Tornando al tema più specifico delle bambole artificiali un altro racconto interessante è Ginevra per tutti di Jack Williamson del 1954 [Robotica: Grandi Opere Nord].
"Ehilà" inizia col far dire Williamson a una ragazza incatenata a un distributore automatico. "Nessuno mi vuol comprare?"
E al primo cliente che si avvicina: "Salve signore. Le piaccio, eh?"
"Perché non mi compra, non rimpiangerà il denaro speso, so che le piacerei."
La ragazza in vendita è la copia perfetta della ragazza più desiderabile di tutto il mondo, una campagnola scovata dal supercomputer che ha avuto l'idea geniale di mettere in vendita bambole a senescenza rapida per clienti affamati di sesso e compagnia.
L'idea di Williamson è che una tale idea sarebbe talmente mal digerita dal pubblico che lo porterebbe a insorgere contro queste bambole e la società che le produce. Il racconto si chiude infatti con il ritiro dal mercato di queste bambole e la distruzione del computer.
La conclusione di Williamson ci appare un po' ingenua e sotto questo punto di vista sorprendente. Pare davvero improbabile che un affare così maestoso venga mollato solo per le vive proteste di qualcuno. Molto più vicino ai nostri tempi è un romanzo di Richard Calder, Virus Ginoide [Tascabili Nord Fantascienza].
Calder narra delle esigenze dei nuovi ricchi usciti dalla rivoluzione informatica i quali esigono qualcosa di veramente strabiliante.
La risposta a queste richieste è fornita dagli automi della "Cartier" della nuova serie Eve Future. Queste bambole meccaniche hanno prestazioni intellettive del tutto simili a quelle degli esseri umani grazie allo sfruttamento di effetti quantici per i processi cognitivi, e questa vicinanza intellettiva, associata all'assoluta verosimiglianza fisica di questa bambole, ne fa i prodotti più richiesti e desiderati tra gli uomini più ricchi e potenti della Terra.
Bambole di Akira Mishima [collana Estremi, Fanucci Editore] prende spunto dallo stesso tema per offrire poi una sorta di giallo hard-boiled. La storia inizia col protagonista a letto con una di queste bambole, una donna sintetica che lo rende l'uomo più felice del mondo e che gli viene portata via dai manovali della società che affitta queste bambole poiché lui è in ritardo con i pagamenti.
Una altro approccio alla sessualità artificiale è offerto da Jeter in Dr. Adder [Fanucci editore], in questo romanzo per andar incontro alle voglie dei clienti si opera su donne per avvicinarle a cyborg tramite l'innesto di protesi elettroniche e operazioni di chirurgia plastica a tutte le parti del loro corpo.
Recentemente è uscito per la Nord Fairyland [Cosmo Argento, Nord] di Paul J. McAuley, un romanzo vincitore del premio Nebula e che nella prima parte offre veramente dell'ottima fantascienza.
Il romanzo è inizialmente ambientato in una Londra estremamente riconoscibile e percorsa dai suoi personaggi con un occhio attento alla città e alle sue leggende (dalle leggende della metropolitana a quelle dei corvi sulla torre), un aspetto questo che non manca di affascinare il lettore. Quel che conferisce una piacevole sensazione di straniamento sono gli abitanti in bermuda di questa Londra immersa in un clima quasi tropicale.
In questo contesto si muove Alex, un esperto di una tecnologia chimica che presto verrà dichiarata illegale dal governo inglese, che è in cerca di un modo per riciclarsi e continuare a tirare avanti. Nei suoi affari incontra una strana ragazzina che gli propone un progetto folle: usare le loro conoscenze messe assieme per liberare le bambole che allo stato attuale sono esseri senza coscienza sfruttati per ogni uso.
Il progetto va a buon fine, e per l'ennesima volta esseri nati come semplici bambole diventano coscienti e stavolta vanno anche più in là creando una propria specie con molti progetti e ambizioni.
Con le fate tristi che animano il romanzo di McAuley potremmo anche chiudere, ma forse val la pena di ricordare che quanto riesce ad offrirci adesso la fantascienza moderna sull'argomento è frutto anche delle grandi strade aperte da Dick in molte sue opere e probabilmente da Blade Runner che ci ha fatto vedere quel che prima potevamo solo leggere, dandoci un riferimento visivo comune.
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