Si chiama Vi-Cloth (i programmatori avranno sicuramente qualche idea sul perché, anche se la sigla ufficialmente significa Virtual Clothing) ed è un prototipo pensato per disegnare i capi d’abbigliamento. Lo hanno realizzato alcuni gruppi di ricerca di diverse università italiane, tra cui Kaemart (Knowledge Aided Engineering, Manufacturing and Technologies) del Dipartimento d’Ingegneria Meccanica al Politecnico di Milano.
La finalità è semplice: dare agli stilisti che realizzano vestiti uno strumento che permetta di disegnare, calibrare e confezionare le loro creazioni, che tenga conto delle proprietà meccaniche del tessuto, della configurazione del manichino e del processo di confezionamento; il test finale visualizzerà il prodotto da più angolazioni, e verrà eseguito su manichini virtuali dimensionati sulle caratteristiche fisiche degli utenti, il tutto senza che essi siano lì presenti in carne e ossa.
Vi-Cloth è un progetto di ricerca finanziato dal Miur, cui partecipano quattro gruppi di ricerca delle Università di Bergamo, Brescia, Firenze e del Politecnico di Milano.
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