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di Luigi Pachì
e Silvio Sosio

La ribellione delle verdure giganti
Se andiamo a vedere la classifica dei film di maggiore incasso, negli ultimi anni o in assoluto, notiamo nelle prime posizioni una forte predominanza di titoli di fantascienza. Da Guerre Stellari in poi il nostro genere è diventato, anche se solo nel cinema, una fonte di guadagno quasi sicura. Anche titoli che, come Godzilla, vengono quasi considerati dei mezzi flop, in realtà fanno la loro bella figura nei cinquanta film che hanno incassato di più nella storia del cinema. Eppure, ci capita spesso, seguendo mailing list e newsgroup dedicati alla fantascienza, di osservare che gli appassionati di fantascienza spesso reagiscono molto male a queste superproduzioni, considerandole (spesso a ragione) banali e superficiali. Nonostante l'ampio numero di film fantastici usciti negli ultimi anni, sono molto pochi quelli che sono stati davvero apprezzati: Strange days, L'esercito delle dodici scimmie, The Truman Show .

Dobbiamo anche notare, a onor del vero, che film ormai di una certa età, ma (almeno a nostro avviso) altrettanto frivoli dei blockbuster attuali vengono invece trattati con rispetto e a volte venerati come oggetto di culto.

Passando per un attimo alla televisione, per esempio, sarebbe ben facile maltrattare serie come Ufo, Spazio: 1999, o anche la serie classica di Star Trek, o per chi lo conosce Lost in space (basta il titolo di questo editoriale, traduzione del titolo di un episodio di quella serie, per dare un'idea), rimarcandone incongruenze, ingenuità, strafalcioni scientifici, trame a volte assurde e spesso inconsistenti. Tuttavia, per queste serie, come per i film d'epoca, entra in gioco un meccanismo diverso, quello dell'affetto. Molti di noi hanno conosciuto quei telefilm e quei film quando erano piccoli, e tendono a difenderne l'ingenuità come se difendessero dei bambini.

Non vogliamo dare un giudizio su questi atteggiamenti, che peraltro spesso condividiamo, ma crediamo che sia giusto in qualche modo prenderne coscienza. Tutto sommato l'unica certezza che se ne ricava, peraltro banale, è che il nostro giudizio su ciò che vediamo dipende dall'età e dallo stato d'animo, anche se tende a restare invariato anche quando età e stato d'animo cambiano. E probabilmente è anche importante capire bene cosa aspettarsi da un film prima di andarlo a vedere: se si affronta Armageddon aspettandosi un'opera seria sull'astronautica e l'astronomia, sicuramente si uscirà dalla sala con un diavolo per capello. Se invece ci si aspetta un film movimentato e fracassone, qualcosa tipo Arma letale nello spazio, forse ci si potrà anche divertire e farsi due risate.

Questo numero di Delos, questo bel quaranta tondo tondo, ci offre un bel po' di materiale di discussione, soprattutto sul fronte letterario. Partiamo con un'intervista a uno di quei direttori che hanno impresso il loro stile sulla storia della fantascienza, Ellen Datlow: per anni curatrice della narrativa di Omni, fino alla fine di quella storica (e vendutissima) rivista, Ellen ha poi fondato Event Horizon, la prima rivista professionale di narrativa fantastica su internet. Molto disponibile, ci racconta tutta la storia di Omni e della sua fine, e la nascita del nuovo progetto.

Abbiamo anche un paio di interventi molto interessanti da leggere con calma: un articolo di Vittorio Curtoni che analizza le tendenze degli ultimi vent'anni in fatto di letteratura ma anche in fatto di dieta alimentare, e uno di Fabio Tassi che, visto che questo mese ospitiamo i risultati dell'inchiesta sulla "definizione di fantascienza", descrive l'approccio al problema di un teorico vero, Todorov.

Diamo spazio anche a Franco Ricciardiello, raffinato autore italiano da anni conosciuto e apprezzato nel fandom e giunto alla ribalta del professionismo vincendo il premio Urania: il suo romanzo (con copertina del nostro Manzieri) esce proprio alla fine del mese.

Dedichiamo invece uno specialino a un telefilm culto in America ma poco noto in Italia (perché mai trasmesso), Lost in space, più o meno contemporaneo di Star Trek, e all'epoca anche con indici d'ascolto migliori. Sprofondato nel dimenticatoio, ritorna in auge col film che ne è stato tratto e che uscirà in Italia il mese prossimo.

Per il cinema ritroviamo Stefania Rocca, simpatica e bella attrice che già intervistammo per Nirvana e che ora ci parla di Viol@. Marco Spagnoli, che anche sotto tortura non ha voluto passarci l'indirizzo e-mail di Stefania, parla anche di The Truman Show e cerca di fare un po' un riepilogo di tutti i sequel e remake che una Hollywood quanto mai priva di idee originali ci propinerà nell'immediato futuro.

Nella sezione racconti, oltre al ritorno di due autori molto apprezzati, Salinitro e Colombo, vi segnaliamo l'esordio delosiano di un vero big, Remo Guerrini. Alcuni lo ricorderanno per gli articoli polemici su Robot negli anni Settanta, altri forse lo conoscono per aver diretto per anni riviste importanti come Focus e Epoca. Attualmente è direttore del quotidiano Il Giorno. Ma nonostante tutti questi successi giornalistici è sempre stato, nell'intimo, un appassionato di fantascienza, e un ottimo scrittore.

Noi vi diamo appuntamento ai prossimi numeri, per i quali stiamo preparando grandi cose!