Il telescopio orbitale Spitzer della NASA ha permesso a un gruppo di astronomi dell’Università di Oxford di penetrare attraverso grandi nubi di polvere galattica per osservare numerosi quasar nascosti. Lo studio condotto da Alejo Martinez-Sansigre, che ha ricevuto gli onori della pubblicazione su Nature, contribuisce a svelare ulteriori misteri su questi inafferrabili oggetti. I quasar (contrazione di quasi-stellar object) sono galassie talmente lontane da risultare gli oggetti più antichi del cielo. Si pensa che il loro nucleo sia costituito da buchi neri supermassivi circondati da anelli giganti di polveri e gas. L’assorbimento del materiale di questi anelli (con un consumo stimato equivalente alla massa di migliaia di stelle in un solo anno) produce un’emissione di luce nella banda dei raggi X, della radiazione visibile e di quella infrarossa, rendendo i quasar gli oggetti più luminosi dell’universo.

Da tempo si dibatte sul numero di quasar esistenti nell’universo. Un metodo standard per la stima è quello di misurare il fondo cosmico a raggi X, ma le stime finora effettuate non trovavano riscontro nelle osservazioni di quasar nella luce visibile e nei raggi X, che erano risultate in un numero molto inferiore a quello atteso. Gli scienziati imputavano la discrepanza tra dati teorici e sperimentali alla difficoltà delle condizioni di osservazione: alcuni buchi neri potrebbero infatti essere “oscurati” dagli anelli di polvere destinati alla loro alimentazione, mentre altri sarebbero sepolti in galassie ricche di polveri.

Le osservazioni condotte con Spitzer hanno permesso di scovare entrambi questi tipi di quasar “mancanti” grazie alla luce infrarossa. A differenza dei raggi X e dalla luce visibile, l’infrarosso può infatti superare schermi di gas e di polveri. I ricercatori di Oxford hanno scoperto 21 esempi di questi quasar in un porzione piccolissima di cielo. Tutti questi oggetti sono stati confermati come quasar dall’allineamento di radiolescopi VLA del National Radio Astronomy Oservatory in New Mexico e dal telescopio William Herschel in Spagna.