La Comic-Con International di San Diego ha visto la partecipazione di numerose personalità hollywoodiane quest'anno. Con l'afflusso continuo di storie e personaggi che il fumetto sta prestando al cinema, non poteva essere altrimenti. Tra i vari ospiti vi erano anche Joel Silver e Natalie Portman, reduci dalle travagliate riprese di V for Vendetta, l'attesissima trasposizione del capolavoro di Alan Moore. Intervistati, entrambi non hanno lesinato risposte e rivelazioni.
Natalie Portman (vista di recente sugli schermi in Star Wars Episodio III), che nel film veste i panni di Evey, una ragazza coinvolta suo malgrado nella rivoluzione di V, ha confidato ai microfoni di SCI FI Wire che il suo ruolo l'ha portata a riflettere sulle ragioni che possono spingere la gente a ricorrere a metodi violenti per raggiungere i loro fini politici. "[Il film] mi ha spinta a meditare molto sul limite che ognuno di noi può darsi per giustificare la violenza" ha detto l'attrice. "Penso che molta gente potrebbe ricorrere a soluzioni violente per difendere i propri bambini. Se si estende la questione, il leader di un paese che pensa alla sua gente come ai propri bambini potrebbe per questo sentirsi legittimato a metodi non diversi. È facile comprendere allora come ciascuno di noi ha una soglia, oltrepassata la quale è disposto ad abbracciare la violenza per raggiungere i suoi scopi". La violenza è un elemento primario nella graphic novel creata da Moore e David Lloyd, che non a caso si apre con un attentato di V ai palazzi del potere in una Inghilterra sottomessa a una dittatura fascista, episodio che richiama da vicino la congiura delle polveri di Guy Fawkes, personaggio storico entrato nel folklore. Violenza, è il caso di dirlo, legittimata dalla sete di vendetta e da un profondo desiderio di riscatto e libertà. "Penso che la cosa più importante che ho imparato è stata che tutti noi giudichiamo la violenza in base alla nostra prospettiva soggettiva" ha continuato la Portman. "Dipende se concordiamo con le motivazioni della persona o meno, e questo ha cambiato la mia opinione sulla violenza. Ma penso soprattutto che è spregevole fare del male a un altro essere umano, capisco che ogni forma di violenza è illeggittima, eppure non si può essere davvero non violenti in un mondo retto dalla violenza. Altrimenti si viene schiacchiati".
Il produttore del film, dal canto suo, ha fatto un passo indietro sulle divergenze artistiche che hanno spinto Alan Moore a disconoscere il prodotto cinematografico. "Non voleva essere coinvolto nel processo di lavorazione, così lo abbiamo accontentato" ha risposto seccamente Silver alla curiosità dei cronisti, cercando di liquidare la faccenda con una battuta. Ma, evidentemente, il discredito gettato dall'artista ha sollevato questioni troppo spinose per potere essere gettate sullo scherzo. Dopo aver in un primo tempo accettato lo script di Larry e Andy Wachowski, Moore aveva disapprovato le scelte della produzione, sugellando la sua scelta con l'interruzione dei rapporti con la DC Comics, che come la Warner che produce la trasposizione fa capo al colosso editoriale AOL Time Warner, e con la richiesta di rimuovere il suo nome da ogni iniziativa commerciale volta a promuovere il film. Silver, dal canto suo, continua a difendere l'adattamento di James McTeigue dagli attacchi di Moore. "La sceneggiatura dei Wachowski è una trasposizione fedele della graphic novel di Alan Moore e David Lloyd" ha dichiarato Silver. "Ho incontrato Alan diversi anni fa, insieme a Dave Gibbons [il disegnatore di Watchmen, N.d.R.], quando acquistammo questi progetti. Da quel tempo, sono successe un sacco di cose con gli altri lavori di Moore. Semplicemente, penso che non voglia essere coinvolto in ulteriori progetti. Comunque David Lloyd ha approvato lo script". E in effetti Lloyd sedeva al fiando di Silver durante la conferenza stampa che presentava V for Vendetta alla Comic-Con, a testimonianza del suo appoggio al film. "Gli è piaciuto il modo in cui abbiamo rispettato il materiale originale, e sono lieto di averlo con noi a difendere il nostro operato" ha concluso Silver.
Intanto sul sito ufficiale del film è stato messo on line il trailer, che comincia con Natalie Portman/Evey, catturata dalla polizia segreta (il famigerato "Dito"), interrogata, torturata, che continua a rifiutarsi di rivelare la vera identità di V. Poi è un trionfo di adrenalina, con inseguimenti, parate militari del Fuoco Noreno, poliziotti in borghese e V che sventa un primo rapimento di Evey. Dalle poche cose che si possono vedere, sembra che lo spirito della graphic novel non sia stato tradito: c'è la furia civile, la polemica politica non pare annacquata e i personaggi riproducono con precisione quelli visti sulle tavole originali.
Per decidere da che parte stare, a questo punto, nella contesa tra Moore e la produzione, non ci resta che attendere la prossima primavera. Dopo aver in un primo tempo confermato la data di uscita per novembre, dopo i tragici eventi londinesi, la produzione ha poi deciso di spostare la data di uscita al 17 marzo prossimo, affrettandosi però a smentire ogni possibile legame con l'attuale clima politico internazionale. Restiamo quindi in attesa, senza dimenticare le profetiche parole di V: Vi veri veniversum vivus vici.
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