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Siamo agli albori della rivoluzione industriale. Le scoperte scientifiche stanno cambiando il modo di vedere il mondo; la tecnologia sta facendo il suo ingresso nella società civile, e la sta cambiando e asservendo. La forza lavoro si trasferisce dalle campagne alle città, per lavorare nelle nascenti industrie. Il telaio meccanico Jacquard trasforma gli artigiani in operai da catena di montaggio; le ferrovie si allargano sul territorio degli Stati Uniti come una ragnatela spazzando via la leggendaria frontiera. Un'epoca di grande fervore e di grandi trasformazioni, spinte dall'energia imbrigliata del vapore.
Tra i vari generi e sottogeneri fantascientifici uno di quelli più affascinanti si chiama Steampunk, nato secondo la critica specializzata nel 1979 con il romanzo Morlock Night di K.W. Jeter (in programmazione ad ottobre su Urania con il titolo La notte dei Morlock). In breve, questa corrente letteraria della fantascienza immagina come sarebbe stato diverso il passato se il futuro fosse accaduto prima. Una tematica certamente ricca di "sense of wonder" che ricade a buon diritto nelle storie degli universi paralleli e delle storie alternative, anche se principalmente lo Steampunk si differenzia dagli altri generi in quanto viene ambientato nella Londra vittoriana, tanto cara a Arthur Conan Doyle e H. G. Wells. In questo territorio dell'immaginazione vengono descritte anacronistiche tecnologie, armi e strumentazioni azionate a vapore, computer analogici e enormi apparati magnetici in grado di manipolare le orbite lunari. Di fatto si tratta di storie collocate temporalmente in un'Inghilterra nella quale il posto occupato dall'energia elettrica appartiene al vapore (steam in inglese). Nel romanzo di Jeter citato, l'autore ipotizza che i Morlock - descritti da H. G. Wells nel suo celeberrimo romanzo The Time Machine - rubino l'invenzione della macchina del tempo e ritornino nelle atmosfere della Londra vittoriana.Certamente il romanzo maggiormente conosciuto di questo genere, a livello internazionale, è The Difference Engine (La Macchina della realtà, Oscar Mondadori) di Willian Gibson e Bruce Sterling, già noti come i padri del genere cyberpunk. Forse, anche per questa ragione lo Steampunk viene fatto spesso ricadere come sottogenere, come nicchia, del più popolare cyberpunk. Va ammesso, per la verità, che il tutto è effettivamente partito dalla corrente gibsoniana dilagante negli Anni Ottanta e Novanta. Ma possiamo andare anche più indietro nel tempo, se pensiamo al romanzo La Guerra dei Mondi di Sherlock Holmes, scritto nel 1975 da W. Wellman & M.W. Wellman (rispettivamente padre e figlio) ambientato nella Londra del 1900 e che si interseca precisamente con la storia di Wells. Per certi versi non rientra propriamente in questa corrente, ma per taluni critici può essere citata a buon diritto in un qualsiasi "panel" sull'argomento steampunk. Il romanzo di Wells venne pubblicato nel 1887 e l'autore fingeva di parlare dal futuro datando l'invasione a "sei anni fa". Gli autori di La Guerra dei Mondi di Sherlock Holmes osservarono che l'unico anno adatto all'invasione era il 1902, visto che Marte si trovava opportunamente vicino alla Terra. Questo ha permesso di creare un "corridoio di tempo" in cui succedono le cose narrate dagli Wellman, incluso il punto di vista di Wells che collocano nel 1908. Nel loro romanzo oltre alla figura del mitico Holmes troviamo anche un altro personaggio di Doyle, il professor Challenger. I due caratteri forti di Holmes e Challenger obbligano però gli autori ad alcune forzature nei dialoghi, così come la love story di Holmes con la padrona di casa Martha in certi momenti risulta essere molto patetica.
Nel 1995 Paul Di Filippo firma la sua ottima trilogia dal titolo Steampunk Trilogy (disponibile presso l'Editrice Nord e recentemente ripubblicata nei tascabili) e, nello stesso anno, possiamo annoverare anche Pasquale's Angel di Paul J. McAuley.
Le incursioni nella narrativa di Wells trovano sulla sua strada anche Stephen Baxter che negli Anni Novanta scrive il seguito della Macchina del Tempo intitolato The Time Ship (Incognita Tempo, Narrativa Nord n. 83 - Aprile 1997) e che può essere letto in lingua inglese, solo in parte, anche all'indirizzo: http://www.sam.math.ethz.ch/%7Epkeller/Baxter-Page.html
Questo romanzo vince il P. K. Dick Award nel 1996 e il J.W. Campbell Memorial Award, denotando come questa tematica affascini molto i lettori e i professionisti. Arthur C. Clarke, a tal proposito, afferma: "Sono tentato di dire che mai come in questo caso il seguito è superiore all'originale".
Baxter era talmente ammaliato dal romanzo di Wells da non esitare a definirlo, in un suo articolo del 1995, "a wholly remarkable book." La distopica storia dello scienziato e avventuriero che costruisce una sorta di bicicletta per viaggiare nel tempo ed esplorare l'oscuro futuro dove incontrerà un mondo fatto da Eloi e da Morlock, lo attrae così tanto che Baxter sente la necessità di scriverne un seguito, ritoccando quell'affascinante periodo storico a cavallo del 1890. Alla Picon 13 del 4 febbraio 1996, presso l'Imperial College, Baxter presenta addirittura un suo intervento intitolato "La scienza della Macchina del Tempo" che si può gustare all'indirizzo: http://www.sam.math.ethz.ch/%7Epkeller/BAXTER/Articles/PicoconTalk.html.
Stephen Baxter reinterpreta le idee di Wells alla luce delle più recenti scoperte sulla natura dello spazio, del tempo e della meccanica quantistica, ma soprattutto, con estrema fedeltà e vigore narrativo, riscopre e rilancia verso nuovi orizzonti l'emozione che La macchina del tempo aveva saputo regalare.
Il post-modernismo che caratterizza certe opere non può non far risaltare le doti narrative di Paul Di Filippo. Le tre storie raggruppate nel libro Steampunk (Cosmo Argento 268, Nord - 1996 e SF Tascabili Nord, 1998) rappresentano precisi passati alternativi riferiti al XIX secolo dove vengono sapientemente miscelati personaggi immaginari e storia. Così lo commenta lo scrittore Rudy Rucker: "Divertentissimo ed enciclopedico. Dopo averlo letto capirete che la storia non potrà mai più essere la stessa.."
Nel racconto Victoria, a mio avviso il migliore dei tre, una giovane regina Vittoria non ancora incoronata sparisce dal suo trono rimpiazzata da un clone dalle caratteristiche molto sexy e umane creato dal giovane scienziato Cosmo Cowperthwaite. "-- Ditemi, cos'è Vittoria esattamente? -- Che ci crediate o no, William, Vittoria è un tritone! -- Un tritone? Cioè una salamandra?" Mentre si cerca la vera regina, si nasconde la verità alla massa. Si tratta di un racconto divertente e avvincente, ma soprattutto, considerandone il finale, molto dissacrante. In Hottentost lo stato del Massachussets è minacciato da inauditi poteri occulti e da mostri lovecraftiani, forse per onorare una volta tanto il Solitario di Providence, anziché il solito Wells. Per finire, Steampunk contiene anche il racconto Walt and Emily, in cui il personaggio principale viaggia attraverso le dimensioni temporali e incontra nel futuro il poeta della beat generation nato nel 1926, Allen Ginsberg.
In tutto il libro è possibile degustare la rimarchevole precisione storica e linguistica (specialmente nell'edizione originale), così come le peculiari regole sociali del tardo ventesimo secolo. William Gibson ha detto a tal proposito: "Paul di Filippo è l'equivalente letterario di Max Ernst: sinistro, inquietante, spassoso."
E' palese che l'obiettivo dell'autore miri ad una sottile satira in costume e, come ricorda anche Mirko Tovosanis su Kaos, lo fa "con un fuoco continuo rivolto in particolare contro la moralità e la sessualità ottocentesche; e di riflesso, si immagina, contro le loro controparti attuali. Ma i temi di partenza delle storie, la ricerca di un curioso reperto da parte del naturalista svizzero Louis Agassiz, o la partenza di Emily Dickinson e Walt Whitman per un viaggio interdimensionale nella Terra dei Morti, sembrano anche qui di nuovo soprattutto un pretesto. In pratica, l'occasione di sciorinare una serie di trovate, colpi di scena e satira pura e semplice, che Di Filippo si dev'essere divertito non poco a scrivere."
Personalmente lo ritengo uno tra i migliori testi fra tutti quelli menzionati in questo articolo, supportato anche dall'ottima traduzione di Cristina Pietri.
Tra i romanzi più noti in Italia troviamo il recente Urania (maggio 1998) Le Macchine Infernali (Infernal Devices), di K. W.Jeter. Scritto nel 1987, otto anni dopo Morlock Night, Infernal Devices narra la storia avvincente e avventurosa di George Dower che da giovane non aveva seguito più di tanto l'attività dell'ingegnoso padre, che per tutto il romanzo si cerca di chiarire se davvero genio anziché pazzo. Quando nella sua bottega giunge un cliente per far aggiustare uno strano meccanismo costruito dal padre, di cui George ignora l'utilizzo, cominciano i primi guai. Infatti, prima ancora di poterlo aprire per capirci qualcosa qualcuno irrompe nel suo negozio d'orologi cercando di rubare il misterioso oggetto. Dover sarà così costretto a penetrare nei segreti del culto di Saint Monkfish, a venire a conoscenza della Regia Anti Società (Royal Anti-Society), dell'Uomo di Cuoio Marrone e a familiarizzare con gli esperimenti folli di Lord Bendray e la scienza nota col nome di Armonica del Cataclisma. L'ambientazione tipica steampunk della Londra vittoriana potrebbe, a tratti, essere più marcata, ma forse il non esagerare su questo punto è propriamente ricercato dall'autore.
Tre anni dopo Infernal Devices di Jeter, nel 1990, viene pubblicato in America In the Country of the Blind di Michael Flynn (Per il mercato europeo Pan Books, novembre 1993 - 4,99 Sterline). Anche in questo caso ci troviamo davanti a una cospirazione. Ambientato nel presente il libro riferisce all'invenzione di un computer meccanico creato dallo scienziato e matematico Charles Babbage circa cento anni prima dei giorni nostri. I libri di storia archiviano questa invenzione come un fallimento. In realtà i testi storici dicono il falso in quanto la macchina di Babbage è un vero successo ed è utilizzata di nascosto da una società dedicata alla "scienza segreta" che potrebbe guidare la razza umana lontana da guerre e verso un destino più roseo. Purtroppo con il passare dei decenni il loro obiettivo si tramuta per trasformarsi in coloro che dettano le regole del mondo. Sebbene i loro metodi siano imperfetti il successo sarà assicurato se non interviene qualcuno a fermare questo folle gioco.
Anche in questo caso ricorre la costante domande: Cosa sarebbe successo se la seconda e terza Rivoluzione Industriale fosse accaduta un secolo prima, diciamo durante il periodo della Londra vittoriana?
Un altro libro ben conosciuto anche nel nostro paese è La macchina della realtà (The Difference Engine) di Bruce Sterling e William Gibson, un lavoro di straordinaria ricchezza e dettaglio. Qui ci troviamo nella Londra del 1855 dove l'era del computer è già realtà (anche in questo caso lo scienziato Charles Babbage ha velocizzato il processo tecnologico con la sua invenzione) e la Rivoluzione Industriale deve vedersela con lo sviluppo di motori cibernetici alimentati dalla forza vapore. Sono molti i personaggi che si daranno da fare in una cospirazione che collega la Gran Bretagna, la Francia di Luigi Napoleone e la Manhattan di Karl Marx. Si tratta di un libro suddiviso in quattro iterazioni molto movimentato, denso, certamente steampunk, ma anche vera storia di spionaggio. Il critico Glenn Grant l'ha definito sul n. 8 di Science Fiction "E' una cannonata politica e filosofica. E' come leggere un lavoro di Conan Doyle, John Le Carre e Thomas Pynchon tutto miscelato assieme".
C'è un passaggio di questo libro che può riassumere la ricerca dell'utilizzo del computer in un'epoca, quella vittoriana, in cui la tecnologia emergente permette di raggiungere nuove mete. Eccovi un dialogo che mette a fuoco le atmosfere di questo genere narrativo:" --... C'è una richiesta continua di lavoro per le Macchine. In ogni modo, perché la Società Geografica dovrebbe occuparsi di questa faccenda? Perché dirottare fondi dal necessario lavoro di esplorazione in terre straniere? Penso piuttosto che una indagine parlamentare... -- Ma il governo manca dell'ampiezza di visione necessaria, del gusto per l'avventura scientifica, dell'oggettività. Ma supponiamo che siano le Macchine della Polizia, invece che quelle dell'Istituto di Cambridge, per esempio. Cosa ne direste in questo caso? -- Le Macchine della Polizia? -- disse Mallory. L'idea era alquanto straordinaria. -- Come potrebbe la Polizia essere d'accordo per prestare le sue Macchine? -- Le loro Macchine sono frequentemente inutilizzate di notte -- disse Oliphant."
Rivoluzione Industriale e Rivoluzione Informatica si fondono per dar vita ad uno dei testi a mio avviso più intriganti di questo genere dove la fantascienza tenta di riscrivere il passato dando un volto nuovo al futuro.
Charles Babbage - Nato nel Devonshire nel 1792, si laureò nel 1817, e pubblicò numerosi studi di matematica e fisica, soprattutto sul calcolo delle funzioni. Diventato professore a Cambridge, da cui si dimise nel 1939 si dimise per dedicarsi alla realizzazione della sua "macchina per differenze", una calcolatrice dedicata al calcolo matematico. Interrotto questo progetto, Babbage cominciò a dedicarsi a un progetto ancora più ambizioso: la "macchina analitica", una macchina che avrebbe dovuto essere in grado non solo di risolvere operazioni matematiche, ma veri e propri problemi. La "macchina per differenze" non fu mai completata: il governo abbandonò il progetto e consegnò il prototipo di Babbage al South Kensington Museum. Babbage si dedicò alla "macchina analitica" e poi a una seconda "macchina per differenze", ma il governo non finanziò i suoi studi che rimasero allo stadio di schizzi e annotazioni. Morì nel 1871. Assai meno noto è James P. Blaylock, con il suo mediocre La macchina di Lord Kelvin (Urania n. 1232 maggio 1994), nel quale ci troviamo davanti ad un autore da noi pressoché sconosciuto che appartiene proprio al filone steampunk. Il suo lavoro risulta debole e poco convincente, certamente lontano dai migliori esempi di Di Filippo & Company. Su questo libro Franco Ricciardello, su Intercom n. 140/141, si è così espresso: "Blaylock fu amico di Philip K. Dick durante gli ultimi anni di vita. Lo steampunk ha visto anche una fortunatissima incursione di Gibson & Sterling con The Difference Engine: a confronto con quel capolavoro, Lord Kelvin's Machine appare come il collage raffazzonato di tre storie quasi indipendenti. Oltre a un protagonista che cambia nella storia centrale, e a svarioni nel punto di vista della prima storia, I giorni delle cometa, Blaylock sfodera in questo romanzetto ben poca fantasia. C'è il classico scienziato pazzo, c'è lo scienziato buono con i suoi aiutanti, mentre la macchina di Lord Kelvin (1924-1907, studioso di termodinamica, diede il suo nome alla scala delle temperature assolute) si rivela solo uno stratagemma per cucire insieme le storie. La terza parte, Il viaggiatore nel tempo, è una avventura alla Wells (The Time machine, obviously) che risolleva in parte il valore del romanzo."
Parlando di Steampunk, Garth Spencer ha pubblicato nel 1993 una bibliografia che comprende anche alcuni autori e racconti finora non citati. E' il caso di Isaac Asimov con Sherlock Holmes through Time and Space (Blue Jay Boks,1984), ancora James P. Blaylock con Homunculus (Ace, 1986, Homunculus, Gli Squali Bompiani n. 8) e Two views of a Cave Painting (Axolotl Press, 1987), Ronald Clark con Queen Victoria's Bomb (William Morrow & Co., 1968), John Crowley con Great Works of Time (uscito in Usa nel 1989 e presente in Stelle di neuroni a cura di Gardner Dozois, Mondadori -1992), Sherman Joshepa con Monsieur Verne and the Martian Invasion (in Alternate Warriors, ed. Mike Resnick) e Terrance Dicks con Doctor Who and the talons of Weng Chiang (Target, 1977). In un panel dedicato allo Steampunk è stato anche citato Il diario segreto di Philias Fogg (Urania n. 1940 del 1990, The Other Log of Philias Fogg, DAW, 1973) di Philip Josè Farmer.
In quest'ottica più allargata, tra i testi che si avvicinano al genere troviamo allora anche L'era del diamante di Neal Stephenson (ShaKe, Milano, 1997) che rappresenta in un certo senso, attraverso la dettagliata analisi di una ricca comunità di mercanti, detti Neovittoriani, la cui struttura sociale si avvicina a quella inglese del periodo vittoriano, una rilettura del genere steampunk. Qui l'autore costruisce un tessuto narrativo ambientato però nel futuro, dove sviluppo tecnologico e problematiche morali/sociali si fondono in un tutt'uno.
Su questo argomento più allargato possiamo anche citare Harry Turtledove con un romanzo che l'editrice Nord definisce steampunk, anche se personalmente lo ritengo rientrare nell'ambito della storia parallela tradizionale. Si intitola Invasione anno zero (Worldwar: In the balance) e si svolge durante la seconda guerra mondiale, quando improvvisamente compare una forza d'invasione extraterrestre contro la quale i popoli della Terra si alleano abbandonando gli odi reciproci. E anche il viaggio a ritroso nel tempo, nella Londra Dickensiana del 1810, presente nel romanzo Le Porte di Anubis di Tim Powers (Fanucci ed.) non ha un vero collegamento con i motori a vapore della letteratura steampunk e pertanto non si ritiene di approfondirlo in questa sede.
Tornando agli scritti legati a Wells vorrei citare il bel racconto Columbiade di Stephen Baxter (Millemondi Estate 1998) che ha come protagonista-narratore proprio H. G. Wells e potrebbe essere considerato il proseguimento di Dalla Terra alla Luna di Jules Verne. Certo è lontano dal puro genere steampunk, ma le atmosfere sono proprio quelle dei racconti scritti nei primi anni del 1900. E visto che parliamo di racconti ambientati in questo periodo, dobbiamo citare La lancia del sole di David Langford (Millemondi Estate 1998) in cui il brillante scrittore G.K. Chesterton - contemporaneo di Wells - e famoso per la serie Padre Brown, si rivela il fondatore del genere fantascientifico.
Ada Augusta Lovelace - Figlia del famoso poeta Lord Byron, Ada Augusta Lovelace ancora giovanissima conobbe Charles Babbage durante una visita. Babbage rimase subito impressionato dal suo interesse e dalla rapida comprensione dei suoi lavori, divenne suo insegnante e ben presto i due finirono per lavorare insieme sulla macchina analitica. Ada pubblicò diversi articoli sul suo lavoro, e sviluppò dei veri e propri algoritmi per la macchina analitica. Se Babbage può essere considerato il padre del computer, Ada Lovelace è a buon diritto la madre del software. Morì nel 1851, a 36 anni. Da lei prende il nome il linguaggio di programmazione Ada. In Italia, invece, vale la pena di citare almeno due autori: si tratta di Francesco Grasso e Franco Ricciadiello. Il primo è un autore che merita molta attenzione e che scrive una fantascienza principalmente "di idee". Nell'antologia L'Uomo dei mosaici (Delos Book n. 2, www.delos.fantascienza.com/books) il più volte rimaneggiato racconto Ada è un bellissimo esempio di, chiamiamola con un neologismo, "prevenzione steampunk". Ambientato nella Londra del 1836 è una raccolta di corrispondenza tra due sorelle, l'una illuminista e legata sentimentalmente allo scienziato Charles Babbage (Ada), l'altra (Allegra) dalla visione più romantica, che vede nel pensiero illuminista la rovina del'umanità. Proprio mentre Babbage, con il supporto di Ada si avvicina sempre più alla realizzazione della famosa "macchina a differenze", interviene una sorta di "chirurgo del tempo", un crononauta, lontano nipote della macchina analitica, che riesce a convincere Ada che se la scoperta di Babbage prende davvero forma per l'umanità non c'é più via d'uscita. L'obiettivo finale non è tanto eliminare Babbage, ma con l'aiuto di Ada tagliare tutte le sovvenzioni, comprese quelle di Lord Lovelace, e ritardare il progetto il più possibile, fino alla sua morte naturale. Da qui l'aborto spontaneo del genere steampunk che non può prendere corpo nell'evolversi della narrazione, mancando un elemento chiave di questo genere. Nel post scriptun finale Grasso spiega a proposito delle due sorelle: "George Gordon Byron e Claire Godwin, sorella della scrittrice Mary Shelley, concepirono una figlia illegittima che battezzarono Allegra. Sorellastra di Allegra, Ada Lovelace viene tutt'oggi considerata la prima studiosa di software, la fondatrice delle moderne tecniche di programmazione. Charles Babbage morì nel 1871, lo stesso anno di Augustus DeMorgan. La macchina analitica non venne mai completata."
L'altro bel racconto italiano da segnalare è opera di Franco Ricciardiello. E' intitolato La rosa bianca di Bonaparte ed è stato finalista al Premio Alien nel 1995. Apparso sulla fanzine Shining nello stesso anno (n. 2, anno II) lo potete leggere oggi su questo stesso numero di Delos. Se, dunque, non volete sapere di cosa tratta prima di leggerlo, vi consigliamo di passare al paragrafo successivo per evitare di rovinarvi la sorpresa finale.
Il racconto di Ricciardiello narra le conquiste territoriali di Bonaparte, rivedute a tutti gli effetti nell'ottica "steampunk". Il generale, nell'aprile del 1796, si trova il Liguria, su un carro armato a vapore, pronto all'assalto del castello di Cosseria e del generale Provera. Volta ha già illuminato la notte parigina per festeggiare la vittoria sul Re di Prussia e scienziati francesi hanno montato macchine capaci di effettuare operazioni matematiche. Napoleone si fa ospitare per la notte da un nobile di Càrcara, incrociando nel frattempo sulla sua strada la principessa di Carignano Giuseppina Teresa di Lorena. Napoleone, visto il tardo orario, invita la principessa nella stessa abitazione per passare la notte. Qui la nobile vede per la prima volta la pascaline, una macchina per le operazioni matematiche e un soldato meccanico di caucciù. L'incontro tra il generale e la principessa non è affatto casuale, in quanto Giuseppina Teresa di Lorena ha come fine ultimo l'uccisione di Napoleone, reputato l'anticristo per le sue gesta.
Durante la notte la principessa si infila così nella stanza del generale munita di pistola. Napoleone le si avvicina e, una volta sul letto, si infila fra le sue gambe. Guidata da Dio Giuseppina Teresa di Lorena trova il coraggio per sparare e uccide "il demonio". Ma il colpo di scena finale non manca, perché dalla ferita del collo del generale fuoriesce "il gomitolo di carta del nastro perforato", mentre il vero Napoleone, quasi annoiato ricorda con sufficienza di portare via la donna, dando il via all'attacco ai piemontesi.
Insomma, due ottimi esempi di fantascienza "made in Italy" che nulla devono invidiare ad alcune delle opere citate in questo articolo.
Naturalmente il genere steampunk non poteva passare inosservato al mondo del fandom e circa un'anno fa ha preso il via una nuova fanzine inglese dedicata completamente allo steampunk. Si intitola The Heliograph ed è una pubblicazione amatoriale che si occupa appunto di storie fantascientifiche ambientate nella Londra vittoriana. Nel primo numero uscito nel giugno 1997 (e che aveva l'intento di diventare un bimestrale), vi sono racconti di Dave Brown, Mitchell Grieg, Philip Reeve e Adrian Vonner. Per maggiori informazioni potete contattare il curatore Mike Grant al seguente indirizzo: 118, Ratcliffe Rd. Loughborough - LE11 1JH, Inghilterra.
Al cinema è invece in produzione il più strano film western di tutti i tempi, mescolato a spionaggio e fantascienza steampunk. La notizia è recentissima e riguarda Will Smith, uno degli uomini di punta di Hollywood che dopo i successi di Independence Day e Men in Black, sarà James West, il protagonista di The Wild, Wild West, un film tratto da una serie televisiva degli anni Sessanta basata su una coppia di agenti segreti nel Far West, dotati di tutta una serie di gadget "a vapore" degni della migliore fantascienza steampunk. Insieme a Smith lavorerà, nella parte dell'inventore Artemus Gordon, il grande attore Kevin Kline (Ti amerò fino ad ammazzarti, Un pesce di nome Wanda). Il cattivo, il diabolico dottor Arliss Loveless che costruirà un enorme ragno meccanico per uccidere il Presidente, sarà interpretato da Kenneth Branagh. Fra i molti strumenti archeo-fantascientifici che saranno presenti nel film, anche grazie a un pesante uso di effetti in computergrafica, particolare rilievo ha un treno tutto speciale che, alla fine delle riprese, sarà esposto al pubblico a Santa Clarita, in California. L'uscita del film è prevista per l'estate del prossimo anno e sarà interessante vedere cosa ci riserva finalmente Hollywood in riferimento allo steampunk.
La "macchina per differenze" di Charles Babbage In Internet, invece, si trovano alcuni indirizzi interessanti che riguardano questo argomento. Il primo che citiamo è un sito dedicato alla storia alternativa in generale, che apre la sua home page con la frase di Will Shetterly: " non ci sono storie alternative corrette; ci sono solo storie alternative plausibili". Questa pagina viene curata da Robert B. Schmunk, si chiama Uchronia ed è raggiungibile all'indirizzo www.skatecity.com/ah/. Si tratta di una lista aggiornata riguardante romanzi, racconti e saggi dedicati all'argomento del "what if", steampunk incluso.
Un sito invece davvero interessante per chi ha letto The Difference Engine è quello di Eileen K. Gunn che ripropone The Difference Dictionary, già pubblicato sul n. 8 della rivista Science Fiction Eye. All'indirizzo www.sff.net/people/gunn/dd/ veniamo a conoscenza del dizionario amministrato appunto da E. K. Gunn, una sorta di supplemento organico al romanzo di Gibson e Sterling. Qui si possono fare ricerche in ordine alfabetico di parole e nomi tipo Charles Babbage, Sir Henry Bessener, Carbonari, Crinoline, Matrix e molto altro.
Chiudiamo questa parentesi con il corposo lavoro The Age of Steam. Un'analisi temporale dove le cronache riferiscono a sviluppi tecnologici che sono andati diversamente dalla realtà grazie all'utilizzo anticipato del motore a vapore. L'invenzione dell'utilizzo pratico del vapore causa in questa cronologia un effetto d'onda verso altre tecnologie, anticipando di fatto molti strumenti, macchinari, nonché generando elettricità. L'indirizzo è http://home.sprynet.com/sprynet/hoff5767/Steam.htm
Il lavoro, di Dough Hoff, è suddiviso per date e oltre al testo vi sono anche delle rappresentazioni grafiche dei macchinari descritti, come ad esempio il primo modello di motore a vapore opera del francese Henri Papin e del britannico Thomas Savery (1680-1682). In questa cronologia si presenta, ad esempio, un tardo 1850 in cui nelle città di Londra, Parigi e New York la tecnologia di Babbage ha permesso di installare nella maggior parte delle case il telegrafo e la telescrivente. Anche socio-politicamente troviamo dettagli davvero interessanti.
Un ultimo sguardo va dato anche al settore dei giochi di ruolo, il quale non poteva non accorgersi di questo genere narrativo. Dallo steampunk sono infatti nate da qualche tempo le ambientazioni dei GdR intitolati Steampunk e Spazio:1888.
In conclusione possiamo dire che lo steampunk ci permette di vivere in prima fila le emozioni di una storia alternativa fatta di vapore e conquiste, nella chiave creativa che solo la letteratura di fantascienza sa offrire: una sua peculiarità che ci permette di tuffarci nel passato modificandone la storia, costruendo universi paralleli tanto strani, quanto affascinanti alla lettura. Una corrente della narrativa fantastica che merita indubbiamente di essere approfondita dagli appassionati. Forse, una delle poche vere nuove idee della science-fiction degli ultimi anni.
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