Un romanzo impegnativo, questa la sensazione che ho avuto leggendo Rupes Recta, l’opera con la quale Clelia Farris ha vinto il premio Fantascienza.com 2004.
Per Antonio Piras si tratta di un “giallo fantascientifico, alla Dick”, definizione senz’altro azzeccata, ma nel romanzo si sentono altri aromi, tra cui uno che ricorda il Vance di Il faleno lunare.
E proprio sulla Luna si svolge la vicenda, una Luna decadente e fredda di un lontano futuro, quando l’umanità ha ormai colonizzato il sistema solare ed è in grado di terraformare i pianeti.
La società è cambiata molto in centinaia di anni, ma certe cose restano sempre uguali, e quando uno spietato serial killer, chiamato "l'assassino della mezzaluna", inizia a mietere il suo raccolto di sangue inizia una caccia sempre più frenetica e disperata per catturare l’assassino.
Mikhail Stefanovic Beltrami è il protagonista di questa caccia, nella duplice veste di collaboratore della polizia prima e di principale sospettato poi, arrestato ma rilasciato subito dopo che un nuovo omicidio dimostra la sua innocenza.
Omosessuale, con un passato da militante nel movimento indipendentista “Luna libera”, di professione Ricordante, una specie di registratore umano di fatti e avvenimenti, Beltrami è una persona tormentata, che ha perso il compagno e vive nel suo ricordo, un ricordo ovviamente perfetto e proprio per questo ancor più doloroso, i suoi unici affetti sono la figlia adottiva e un octopode geneticamente modificato sino ad acquisire un elevato livello d’intelligenza, ma comunque privo di ogni diritto civile, considerato un semplice animale.
Beltrami è un personaggio memorabile, che si muove in una Luna dove si è sviluppata una società del tutto particolare, strana anche per gli abitanti della Terra e degli altri pianeti, dove malocchio e profezie vengono credute reali, ed è usanza girare con il volto coperto da maschere per evitare di essere colpiti da una fattura maligna.
L’indagine arriverà alla conclusione dopo diversi colpi di scena che mantengono alta la tensione narrativa, ma un’ulteriore sorpresa attende il lettore, prima che arrivi la parola fine.
Un romanzo impegnativo, dicevamo, dato che la trama è complessa, i personaggi sono tanti e i rapporti tra loro mutevoli con il procedere della storia, inoltre ogni dettaglio è importante e ha un suo significato.
A questo si aggiunga che Clelia Farris da per scontata l’ambientazione del romanzo, e non usa i personaggi per fornire spiegazioni sui vari aspetti della società futura, o sui fatti del passato.
Al lettore è richiesto un piccolo sforzo per colmare gli inevitabili vuoti, sappiamo per esempio che la struttura geologica della Terra è cambiata, il fatto che il calendario conti gli anni Dalla Cometa ci fa intuire che si è trattato di un evento cosmico… comunque quello che è successo davvero non viene mai spiegato.
Lungi dall’essere un difetto questo modello narrativo rende il mondo immaginato dall’autrice incredibilmente reale e vivido, degno palcoscenico per personaggi altrettanto credibili, e l’immersione in questo universo è totale e coinvolgente.
Uno stile scorrevole e personale, decine di idee e una trama complessa sono gli ingredienti di questo romanzo decisamente notevole, un'opera che ha rivelato un'autrice decisamente dotata, un libro che non dovrebbe mancare nella biblioteca di un appassionato.
Clelia Farris, nata a Cagliari, ha trentotto anni. Ha lavorato come segretaria in uno studio legale per molti anni, poi si è laureata in psicologia con una tesi di epistemologia sull'oggettività. Scrive da tre anni e dopo un primo romanzo di fantascienza caduto nell'oblio (Quasar, che penso sarebbe meglio qualcuno facesse uscire dall’oblio) ha scritto Rupes Recta.
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