Il Giappone è sempre stato all'avanguardia nello sviluppo dell'automazione e della robotica, ma quello che si vede ora al World Expo di Achi, in un padiglione interamente dedicato, permette davvero al visitatore di fare un salto avanti nel tempo: robot-spazzini che si occupano della pulizia delle strade, robot-musicisti che improvvisano ritmi con strumenti a percussione, robot-sorverglianti pronti ad intervenire in caso di incendio e robot-babysitter che si occupano dei vostri bambini assicurando una sicurezza e un'efficienza che farebbero tremare un sindacato. Ma la vera attrattiva dell'Expo è lei, Actroid, la hostess umanoide che parla, sorride, dà spiegazioni e si muove come un essere umano. Il World Expo 2005 torna in Giappone dopo 35 anni e, malgrado il tema sia "la saggezza della natura", era inevitabile che venisse riservato uno spazio di riguardo alle macchine intelligenti, o pseudo-tali. "Noi viviamo nell'era del robot"  recita lo slogan introduttivo, e se questo è vero per quel che riguarda settori sempre più estesi della produzione, presto la validità del motto potrebbe estendersi anche ad altri aspetti della nostra vita, fino a giungere appunto ai servizi. È in questa prospettiva che si comincia a dedicare un'attenzione sempre maggiore agli androidi, robot antropomorfi: la pelle curata, i capelli ben pettinati, l'espressività sono fattori determinanti nelle relazioni con gli estranei. "Quando un robot assomiglia troppo a un essere umano, può fare paura" spiega il professor Hiroshi Hishiguro dell'università di Osaka, creatore della hostess umanoide. E aggiunge: "E' vero però che se sembra un essere umano, se si muove e respira come un essere umano, la comunicazione diventa più facile".