Dopo il grande successo di Shaolin Soccer, lo sceneggiatore, regista e attore Stephen Chow ci riprova con un'altra parodia, quella del genere 'arti marziali'.
Una sorta di Pallottola spuntata mandarina in cui Chow prende in giro il cinema dei maestri del kung fu nascosti sotto mentite spoglie.
Qualcosa di simile a quello che il Jeff Lau aveva tentato con Chinese Odissey e che - grazie ad un budget superiore - l'autore di Shaolin Soccer riesce a realizzare in maniera esilarante e sorprendente.
Certo la scelta di doppiare il film con accenti italiani diversi (un po' come era accaduto con il suo immediato predecessore...) lascia un po' perplessi anche se dettata dal fatto che anche nell'originale c'è un gioco linguistico analogo.
Ma il doppiaggio oltre essere meno 'estremo' di quello di Shaolin, è anche meno volgare e quindi lascia che lo spettatore si concentri sulle situazioni buffe e surreali che portano allo scontro di personaggi insoliti e decisamente sopra le righe.
Rispettoso dei meccanismi narrativi del cinema di arti marziali, Kung Fusion colpisce lo spettatore per il suo impatto visivo notevolissimo che riesce a catturare l'attenzione del pubblico per tutte e due le ore di durata. Senza tempi morti e situazioni più o meno inutili, Chow martella il pubblico con una serie di colpi di scena buffi e irresistibili. Numerose le citazioni più o meno inconscie da Matrix a Sergio Leone, dall'hard boiled a Bruce Lee. Come anticipa il titolo italiano, una vera fusione insolita di stili e idee diverse in una contaminazione piacevole e perfino interessante grazie ad un'effettistica notevole, usata in maniera intelligente e al servizio della storia. Senza esagerare.Indimenticabile la sequenza dell'assassinio dei tre maestri del Kung Fu. Da antologia.
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