Si sa, quando vengono compilate delle liste queste si rivelano immancabilmente parziali, frutto come sono di fattori prettamente personali come la sensibilità dell'estensore, i suoi gusti, le sue preferenze personali. Però la civiltà dei media sembra apprezzare in misura sempre più consistente le classifiche di gradimento: ormai non sembrano più esistere altri libri al di fuori dei 50 libri più venduti, altri dischi che non siano i 20 dischi più ascoltati nelle radio, o altri film oltre ai 10 maggiori incassi della stagione o ai 100 film più apprezzati dell'Internet Movie Database. È triste, ma sembra che nel mondo in cui viviamo non si abbia più il tempo di prendere in considerazione le opere che restano ai margini. È anche per questo che le classifiche, forse, non moriranno mai. E per la stessa ragione fa piacere imbattersi, una volta tanto, non in una graduatoria bensì in una lista di titoli.
L'elenco è stato stilato da Richard Schickel and Richard Corliss, critici cinematografici per la rivista americana Time. Di certo la selezione delle opere non può aver presciso da un qualche giudizio di merito vincolato ai capricci degli autori, però il fatto di non aver ulteriormente viziato il risultato finale con una classifica ma aver lasciato i titoli selezionati in forma di elenco, denota come minimo una certa onestà intellettuale. Altrettanto piacere fa imbattersi in titoli che hanno fatto la storia del cinema di fantascienza, malgrado alcune omissioni a dire il vero incomprensibili. Tra le otto opere fantascientifiche in elenco, abbiamo il piacere di vedere l'intramontabile Blade Runner di Ridley Scott (1982) e il surreale Brazil di Terry Gilliam (1985), affiancati dagli indiscutibili successi commerciali di ET L'extraterrestre di Steven Spielberg (1982) e il primo Star Wars di George Lucas (1977) e dagli storici Metropolis di Fritz Lang (1927) e L'Invasione degli Ultracorpi di Don Siegel (1956). Ma anche due outsider, ovvero il satirico Dottor Stranamore di Stanley Kubrick e l'inquietante La Mosca di David Cronenberg (1986). Per comprendere la scelta, forse è utile questa breve panoramica sui giudizi critici che accompagnano le opere selezionate.
Il capolavoro di Ridley Scott, opera da 30 milioni di dollari accolta con freddezza dal pubblico, viene riconosciuto da Corliss come la più influente e pregnante visione del futuro che sia mai stata azzardata in un film, "un futuro distopico e disturbante, un incubo ormai dietro l'angolo". La critica originaria del film apparsa sul Time, prevedeva che Blade Runner avrebbe deluso gli spettatori in cerca di brividi, ma ne lodava la resa visiva ottenuta grazie alla maestria dei curatori, lo scenografo Lawrence G. Paull, il mago degli effetti speciali Douglas Trumbull e il futurologo Syd Mead. In merito a Brazil, accolto all'epoca come "il più grottesco, originale e ossessionante film dell'anno", Corliss afferma che la macchina della repressione non ha mai fatto tanto fracasso come in questa satira del totalitarismo orchestrata dalla fantasia brillante di Gilliam. ET è invece descritto come una fiaba che stregò il pubblico fin dalla sua anteprima a Cannes, catalizzando i sentimenti e le emozioni più infantili e, per questo, pure del pubblico anche a seguito della sua distribuzione nei cinema. Un successo meritato e prevedibile, accolto dal Time come "un film miracoloso che conferma Spielberg come maestro del cinema". Schickel, dal canto suo, invita a dimenticare il fenomeno Star Wars e a ricordare che, al di là dei suoi demeriti, il primo capitolo della saga stellare di Lucas cambiò per sempre il modo di fare cinema. Un film da apprezzare per le invenzioni tecnologiche, l'innocenza dei sentimenti, il divertimento e il senso di meraviglia che deriva dalle avventure costellate da sorprendenti incontri alieni.
Dall'archivio di Time: "Star Wars è un film glorioso che potrebbe tranquillamente raggiungere la vetta degli incassi di questa stagione, e certamente è il miglior film dell'anno". Quanto a Metropolis, nelle parole di Schickel viene dipinto come un poema epico di distopia urbana e conflitto di classe diretto da Lang, un regista misantropo il cui senso estetico non è ancora stato superato. L'invasione degli ultracorpi di Siegel, invece, mostra la migliore invasione aliena di tutti i tempi, mettendo in scena con una resa inquietante le paure del maccartismo e imponendosi, per questo, come icona della sua era.
Allo stesso modo in cui Il Dottor Stranamore di Kubrick resta forse la commedia nera più efficace mai portata sugli schermi, con un Peter Sellers che veste brillantemente diversi ruoli e rende questo film il più divertente dell'era post-bellica. Quanto alla Mosca, Corliss rivela di aver dovuto affrontare l'ostilità del collega per includere il fantahorror kafkiano di Cronenberg nella loro Top100, ma di averla vinta imponendo il suo punto di vista su un film che può essere letto come una profonda parabola sull'amore e sulla perdita. "Il protagonista potrebbe essere la vittima di una malattia degenerativa - cancro, AIDS, Alzheimer - e non farebbe differenza: sarebbe sempre in lotta per conservare la sua umanità. Lo scienziato vuole studiare, comprendere ed estendere la sua metamorfosi; la ragazza lo vuole proteggere dal pericolo che rappresenta". Dal catalogo restano tagliati fuori, in maniera abbastanza inspiegabile, capolavori indiscussi come Arancia Meccanica, la saga di Alien, il cinema di Carpenter (che comunque non è mai stato adeguatamente apprezzato in America) e sicuramente molte altre opere che avrebbero meritato una considerazione maggiore. Ma la vera sorpresa è l'esclusione di quello che a detta di molti critici e addetti ai lavori resta l'impresa più straordinaria tentata da un regista, l'opera più completa non solo del genere, ma forse dell'intera storia del cinema mondiale: ma siamo sicuri che, ovunque sia, Kubrick non se la sia presa a male per la mancata inclusione della sua Odissea nello Spazio. Magari, se mai verrà a conoscenza di questa lista, potrà consolarsi al pensiero che almeno il Dr. Stranamore è stato preso in considerazione... e allora, forse, si farà due risate.
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