È nelle sale americane e inglesi la Guida Galattica per Autostoppisti, attesa versione cinematografica del classico della FS umoristica firmato da Douglas Adams. I critici cinematografici si sono divisi sul giudizio dato al film e molti di loro, soprattutto quelli britannici, hanno qualche rimpianto per una delle precedenti incarnazioni (radiofoniche, librarie, televisive) della saga spaziale di Arthur Dent e Ford Perfect. Ecco una panoramica di commenti.
Tra i critici nord americani M. Dargis sul New York Times descrive il film come “tremendamente divertente”, per M. Sragow del Baltimore Sun il risultato è “in parte irritante, in parte stimolante” mentre T. Burr del Boston Globe sostiene che sebbene “visualmente giocoso e spesso abbastanza divertente non riesce mai ad assumere una forma narrativa convincente”, tuttavia malgrado le cose che non lo hanno convinto aggiunge che “è impossibile detestare un film il cui eroe, un manierato signore inglese di nome Arthur Dent, viaggia per l’universo col suo accappatoio perché la Terra è stata distrutta prima di colazione.” P. Howell sul Toronto Star scrive: “Né buono come si sperava e neanche pessimo come si temeva questo tardivo adattamento della Guida Galattica per Autostoppisti probabilmente divertirà e irriterà i fan lasciando gli spettatori causali un po’ perplessi.” Per D. Thomson del Washington Post si tratta di “una piacevole sorpresa” che per G. Seymour di Newsday “rimane ragionevolmente vicino” all’originale. Ancora sul versante positivo M. Rechtshaffen dell’Hollywood Reporter da un lato pensa che il film abbia “alcuni problemi nel rendere la sublime ironia e l’appuntita irriverenza di Adams (ma) il fatto che colpisca spesso nel segno dovrebbe risultare in un gran sollievo per le legioni di fan.” Per M. LaSalle del San Francisco Chronicle “il pubblico sarà conquistato sin dalla prima sequenza” e per L. Felperin di Variety a volte il film più che far ridere fa sorridere ma “fortunatamente robusti effetti speciali e gag visive sostengono il tutto.”
Sul versante negativo invece C. Ogle del Miami Herald dice che “chiunque si voglia fare qualche bella risata dovrà tornare a leggersi il libro” e K. Thomas sul Los Angeles Times argomenta che “ci sono alcuni stimolanti passaggi bizzarri ma sono circondati da una generale aurea di noia e dalla mancanza di ogni senso che abbia l’impeto di spingere avanti e sostenere un’avventura di questo genere.” Complessivamente comunque, stando alle medie del sito specializzato Rotten Tomatoes, il film ha ricevuto l’approvazione del 62% dei critici e dal 69% degli utenti iscritti. I votanti iscritti all’Internet Movie Data Base invece hanno dato un voto medio di 7.4/10.
Veniamo alla Gran Bretagna, dove è nata ed è assunta a culto la Guida Galattica. J. Sangster del sito BBC Cult nota che “comprensibilmente, vista la durata di circa la metà rispetto alla serie radiofonica e a quella televisiva, alcune parti sono state tagliate. Per coloro che si avvicinano all’universo creato da Douglas per la prima volta c’è molto da scoprire, mentre c’è anche abbastanza nuovo materiale per divertire anche i fan di vecchia data (e certamente due delle migliori battute del film sono nuove).” T. Evan di SkyMovies recensisce la pellicola molto positivamente: “Sul versante tecnico gli effetti speciali sono di prima qualità, specialmente il favoloso giro della Fabbrica dei Pianeti dell’ingegnere Slartibartfast (Bill Nighy) e di Humma Kavula, lo splendido personaggio mezzo uomo e mezzo ragno metallico interpretato da John Malkovich. E dunque si, è un viaggio che vale la pena di fare.” Per P. Bradshaw del quotidiano The Guardian “il film non è ignobile e rende onore alle gentili origini low tech della BBC, (tuttavia) in qualche modo sembra appesantito e si muove più lentamente rispetto al modello di Adams, come se la gravità fosse più forte.” Tra i quotidiani il film è stato molto ben accolto dai due tabloid The Sun e The Mirror, sufficienti ma senza overdose di lodi le recensioni del Daily Mail, Daily Telegraph, The Times, The Express e del Financial Times e fortemente negativa invece l’accoglienza da parte dell’Independent.
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