Delos 9: Racconto Don Giovanni Minimo
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di Mauro Antonio Miglieruolo
Credi nei marziani? Io no, non ci credevo, ma mi son dovuto ricredere. Un anno fa circa ne ho incontrato uno. Abbiamo combinato un bell'affare insieme, una specie di patto del diavolo che, come tutti i patti col diavolo, son succosi, ma anche pieni di incognite. A dir la verità non si trattava di un vero marziano. Il tipo, mingherlino, ossuto, alto due spanne, poco più che un neonato, non aveva niente a che fare con Marte. Neppure con Venere. Dico Marziano per significare non-terrestre, proveniente da un contesto differente, alieno, la cui realtà e virtualità neppure sappiamo immaginare.
Si presentò d'improvviso, una serena mattina di primavera, e mi promise l'impossibile. Cioè che io, modesto rappresentante del tipo umano bianco mediterraneo paperino, potevo acquisire, se volevo, il fascino di Rodolfo Valentino, Alain Delon e Marcantonio messi insieme, e moltiplicato per mille, per soprammercato, se l'avessi giudicato opportuno (accettai, e scelsi il per mille, come puoi bene immaginare). Come tutti i comuni mortali ho avuto sempre qualche problemino nell'acquisire la quantità di donne che richiede l'inconscio per giudicarsi soddisfatto (una quantità pressoché infinita); e soffrendo come tutti del complesso del sultano, dando orecchio alle pompose promesse, ché, sosteneva, mi sarebbe bastato schioccare le dita per avere ai miei piedi qualsiasi donna, anche la più altera e inaccessibile, vagolando immediatamente con la fantasia dentro harem sterminati, coacervi di donne ferventi d'amore, e odalische, Urì del paradiso, bionde valchirie, e carni sode asciutte, e N3 forme opulente, giovani fanciulle, mature signore piene di lussuria, sommerso già col pensiero da oceani di carne fremente, abbacinato dalla celestiale visione di culi cosce tette fiche roteanti attorno al sottoscritto, addivenni, senza approfondire, alle sue pretese: un paio di ettolitri di sangue da conferire, con mezzi noto solo a lui, nel breve volgere di una quindicina d'anni (il sangue umano costituisce per i "marziani" la componente principale di un potente afrodisiaco). Poiché si trattava in buona sostanza di conferire, più o meno, un quarto di litro a settimana, valutai equo l'accordo e lo sottoscrissi con spensieratezza. Fornii l'acconto iniziale previsto e ottenni in cambio la microtrasmittente, a onde non-so-cosa, capace influenzare in modo determinante gli orientamenti sessuali delle Signore.
Occorreva solo che ingerissi nella pillola e avrei beneficiato delle sue straordinarie facoltà.
Prima di sottoscrivere il patto però, chiesi ed ottenni una prova. Il nanetto mi trascinò sul pianerottolo di casa e andò a bussare alla porta della vicina, una bersagliera alta un metro e novanta, sguardo severo, portamento maestoso, un'enorme cascata di capelli che fluiva fin sulla vita e l'ostilità, nei miei confronti almeno, fatta persona. La vicina aprì sdegnata la porta (come osavamo disturbarla?); ma invece del solito sguardo ostile superbo, dall'alto in basso, molto dall'alto in basso, e degli sprezzante moniti a starmene al mio posto, tappo viscido e importuno che non ero altro, mi regolò il più ampio e accogliente sorriso abbia mai ricevuto. Anzi, non esitò ad accedere sul pianerottolo, nonostante fosse ricoperta solo da un paio di mutandine trasparenti. N3
Me la mangiai con gli occhi, soffocando. Tette, culo, coscie, tutto esagerato, tutto esposto al vento, tutto a mia completa disposizione. In un istanti la ebbi tra le braccia; o meglio, mi ebbe tra le braccia, piccolo e fiducioso come un bambino. Mi prese e mi cullò. La presi e la rovesciai in terra. Non appena la rapida, iniqua, oscena confusione che esplose subito dopo, tra gemiti e lazzi vari si placò, ed ebbi constato quale straordinaria tempra di guardone onanista fosse il minuscolo "marziano", firmai entusiasta l'accordo, salutai la incommensurabile vicina (che contraccambiò con una stretta smisurata al basso ventre) e mi affrettai ad andare incontro ai successi che mi riserbava il fato.
Non sto ad annoiarti con il disastro che conseguì. Mamma mia, che roba! Cosa non possono essere le donne!
Non appena apparvi sulla strada accadde l'incredibile. Tutte le passanti nel giro di qualche chilometro trovarono necessario convergere verso di me e dolcemente all'inizio, avide infoiate poi, mi aggredirono. Vecchie, giovani, belle, brutte mi furono addosso pretendendo immediate prestazioni sessuali (il sogno d'ogni maschio, e il suo incubo). Fui sbattuto al muro, picchiato, strappati i vestiti, e oscenamente manipolato. Ignoro come riuscii a sottrarmi alla turba furiosa, e quale fortunose circostanze mi permisero di tornare in casa (guadagnai la dilazione di pochi minuti che permise alle forze dell'ordine di salvarmi). So che corsi come un matto, come non avevo mai corso in vita, e mi chiuse dentro, barricandomi dietro una vera selva di mobili.
Tutto risultò inutile. La furie della baccanti impazzite ebbe ragione di ogni barriera. La porta d'ingresso venne sfondata, le barricate travolte, ed io messo nuovamente alle corde. Mi aggredirono, mi strapparono i vestiti e mi violentarono, facendomene di tutti i colori. Della baraonda che seguì rammento solo, in un flash di disgusto, un rancido sesso ottantenne, reso candido dalla senescenza, posto sulla mia bocca a mò di bavaglio, per soffocare ogni invocazioni di soccorso. E una mano impaziente che, nonostante l'orgasmo appena goduto, continuava a tormentare impaziente il sesso, instancabile ostinata, facendomi torcere dal dolore.
La polizia giunse appena in tempo, nei momenti ultimi della prostrazione, quando stavo già per cadere preda della vertigine dello svenimento. Mi liberarono a fatica dalla marmaglia vociante, che oppose strenua resistenza, e mi portarono al posto di comando. Raccontai loro tutto. Tutto quel che sapevo, certo.
Superata l'incredulità iniziale, e convocate le persone giuste, Massime Autorità, Scienziati Pazzi, Tuttologi, Membri del Servizio Segreto e simili bastevoli carogne, il microtrasmettitore mi fu tolto (tramite una laparotomia generale), e un impietoso velo di segretezza fu steso sulla faccenda.
La stampa fu facilmente e rapidamente messa a tacere. Io stesso, tramite un vago accenno all'eventualità di un ricovero in manicomio, fui costretto al silenzio.
Sono incerto sui loro scopi. So che vi studiano sopra. Il dubbio che mi rode è se lo fanno per il progresso dell'umanità, oppure nella speranza di riuscire a duplicarlo, per fini, ammettiamolo, personali.
Io, cinicamente, propendo per la seconda ipotesi. Tu, cara, cosa ne pensi? Il presente testo può essere letto in linea o scaricato, e può essere diffuso per via telematica senza limitazioni. Il testo è però di proprietà dell'autore e non può essere utilizzato per scopi commerciali, pubblicato su riviste commerciali o inserito in CD-Rom, senza la previa autorizzazione dell'autore. Inizio pagina | Sommario | Thread | Feedback | Cyberscopio | Update | Matrix | Views | Script | Delos Home
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