Settant'anni. Novantotto romanzi, quarantaquattro antologie personali, racconti pubblicati in centonove antologie, cinque premi Nebula, quattro Hugo e il premio Grand Master per una carriera iniziata più di mezzo secolo fa, nel 1954.
Con questi numeri sul curriculum, Robert Silverberg, uno dei più grandi autori di fantascienza, ritiene di potersi meritare almeno sei mesi di riposo. "Non ho programmi per nuovi romanzi" ha detto in un'intervista con Sci Fi Wire, "ma di certo continuerò a scrivere, magari un po' di racconti. E prima o poi anche un romanzo. D'altra parte, mi sembra difficile iniziare qualche altro nuovo lavoro a questo punto della mia vita... semplicemente, ho deciso di prendermela un po' più comoda."
Molte delle opere di Silverberg stanno venendo ristampate in USA dall'editore Pyr Books, a partire dal romanzo del 1986 L'astro dei nomadi (Star of Gypsies), dove si racconta del re degli zingari Yakoub che torna dall'esilio per condurre il suo popolo a casa. Lou Anders, direttore editoriale della Pyr, è convinto che sia il titolo ideale: "Non so se ne siete al corrente, ma Brian Stableford ha fatto notare sulla Encyclopedia of Science Fiction che la figura di Yakoub, che si auto impone l'esilio per fare in modo che i suoi vecchi seguaci si rendano conto della sua mancanza, può essere considerato una sorta di autoritratto dello stesso Silverberg" ha detto Anders a Sci Fi Wire.
Ma Silverberg smentisce: "Cercavo solo di raccontare la storia di un personaggio che secondo me è notevole, e non volevo commentare nessun tipo di situazione che peraltro allora non potevo prevedere... Ora mi sono semplicemente ritirato dalla carriera attiva, mi fermo un momento a vedere che succede. Come al solito sarò l'ultimo a capirlo, un sacco di gente sembra più rapida di me a capire quando riprenderò a scrivere."
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