Se l’heroic fantasy ha un nome questo è quello di Conan. Il barbaro cimmero resta il prototipo al quale si sono ispirati in seguito decine di autori, l’eroe che ha dato inizio a un genere. Personaggio ideato dal texano Robert E. Howard tra il 1932 e il 1936, anno del suicidio dello scrittore, Conan è un giovane nato in un campo di battaglia nella fredda Cimmeria, un paese nordico dell’immaginario mondo dell'era Hyboriana, abitato da barbari fieri e violenti.

Costretto a trasferirsi ancora adolescente nei regni più civilizzati del sud Conan vive mille esperienze avventurose, da ladro nella corrotta Zamora, a pirata nelle isole Baracha, mercenario in Khorja e alla fine re del regno di Aquilonia, la più potente nazione Hyboriana.

La spada della fenice, riedizione dell'antologia pubblicata nel 1989 con il titolo "L'era di Conan", raccoglie in ordine cronologico di composizione i primi cinque racconti di Conan scritti da Howard, la prima storia che andrebbe letta è però la terza, La Torre dell’Elefante, seguita dalla quarta, Colosso nero, dalla quinta, L’ombra che scivola, e infine dalle prime due, La fenice sulla lama e La roccia scarlatta, ambientate nel periodo in cui Conan è ormai diventato re di Aquilonia.

La mappa delle terre conosciute nell’era Hyboriana e un’interessante postfazione di Giuseppe Lippi completano il volume, un'opera che non dovrebbe mancare nella biblioteca di un appassionato del genere.

Conan non è certamente un classico eroe buono, le sue azioni sono improntate a un freddo pragmatismo, egli ruba e uccide senza porsi particolari problemi, anche se non rifiuta il suo aiuto a chi ne ha bisogno, e affronta tutti i pericoli con un solo attrezzo, la sua spada.

Questa violenza quasi innocente costituisce forse l’elemento più affascinante delle storie di Conan il cimmero, che restano attuali a decenni dalla loro prima pubblicazione.

Nessuno dei suoi epigoni o dei suoi predecessori ha mai eguagliato la selvaggia potenza di Conan, il barbaro che divenne re.