"Ringrazio tutti coloro che si sono preoccupati per me, e sono davvero sollevato nel poter dire che io, la mia famiglia e i miei collabotori domestici siamo scampati alla furia devastatrice che ha colpito gran parte delle coste dello Sri Lanka" dice Arthur C. Clarke, il grande scrittore di fantascienza che da decenni risiede a Colombo, capitale del piccolo stato a sud dell'India che il 26 dicembre è stato fra i paesi maggiormente colpiti dal grande maremoto che ha devastato l'Asia meridionale. "Purtroppo non tutti sono stati così fortunati" dice Clarke, "per molti abitanti dell'isola e per molti turisti il giorno di Santo Stefano è stato un incubo che ha ricordato le scene di The Day After Tomorrow."
Clarke lamenta la probabile distruzione di due strutture di sua proprietà, un centro immersioni a Hikkaduwa e un resort a Kahawa, entrambi sulla costa, dei quali non ha più avuto notizie essendo interrotte tanto le linee telefoniche che le strade.
Arthur Clarke aveva dedicato un libro a un precedente maremoto che nel 1883 aveva devastato lo Sri Lanka, dopo l'esplosione del vulcano Krakatoa.
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