Sulla scorta del successo di Scooby Doo anche l'amatissimo gatto delle strisce di Jim Davis viene portato sul grande schermo in un misto di live action con il protagonista principale generato dal computer. Mentre in originale il simpatico gattone arancione a righe nere, amante delle lasagne, è doppiato da Bill Murray in italiano è Fiorello a prestare la voce al felino cinico, pigro e un po' lazzarone.
Il problema è che mentre la strip di Davis dà vita ad una forma d'arte e di umorismo difficilmente plasmabili in una narrazione omogenea, il film per sua natura richiede uno sviluppo dei personaggi e della storia che pur prendendo ispirazione dall'originale, né deve forzare un po' i temi e il contenuto. Qualcosa del genere era stato già fatto con un certo successo con le serie di animazione create dallo stesso Davis, produttore esecutivo anche di questo film e protagonista di un cameo nei panni di un ubriaco. Rispetto ai cartoni animati, però, dove si suppone il pubblico conosca già i personaggi e il loro mood emotivo, il film deve partire necessariamente da zero, presentandoci il mondo di Garfield e dei suoi amici. Sta di fatto, quindi, che nonostante tutti gli sforzi e nonostante la grazia della bella Jennifer Love Hewitt, Garfield è un film divertente, ma comunque distante dalla verve corrosiva delle strip originali che vengono rispettate in grandissima parte e di cui il film vorrebbe essere una sorta di prequel con l'arrivo del cane Odie a turbare la quiete del menage familiare di John e del suo amatissimo gatto. Virato verso il gusto di un pubblico composto principalmente da bambini, Garfield diventa quindi una celebrazione delle strisce comiche più che una loro trasposizione fedele. Del resto lo sceneggiatore Joel Cohen, già autore del divertente Una scatenata dozzina ha avuto il suo bel daffare a tentare di adattare e rendere in poco più di un'ora il background del microcosmo di una saga che dura da decenni sui giornali di tutto il mondo. Rispetto al suo 'collega' cane Scooby Doo, Garfield si presta di meno ad un adattamento cinematografico, perché è più un fumetto per adolescenti che per bambini: diventando una pellicola per famiglie, il felino fa un corso accelerato di politicamente corretto, perdendo gran parte del suo sarcasmo e del suo cinismo in cambio di un cuore d'oro. Laddove Scoody, invece, viveva sullo schermo la trasposizione con le persone di una delle sue tante straordinarie avventure. Una trasformazione sensata quella di Garfield e dal risultato comunque estremamente gradevole, nonostante - come spesso capita dopo avere visto le trasposizioni cinematografiche - il fumetto resta imbattibile.
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