La suadente voce del violino di Hilary Hahn accarezza per tutta la durata del film la trama di The Village, probabilmente il capolavoro di M.Night Shyamalan, regista che con questa produzione punta a realizzare una sorta di storia d'amore gotica incastonata in una trama dal forte sapore fantascientifico.

Un villaggio di fine diciannovesimo secolo è al centro di un bosco dove si dice abitino misteriose (e sanguinarie) creature. Una tregua è stata stabilita tra gli uomini della piccola comunità e i misteriosi esseri vestiti di rosso. Ma qualcuno o qualcosa ha rotto questo accordo e gli animali stanno iniziando a morire quando anche le persone vengono minacciate.

Una ragazza cieca di nome Ivy Walker (Bryce Dallas Howard), figlia del leader politico e spirituale del villaggio, è quella che si sente più coinvolta di tutti. Nel suo cuore è lentamente emerso l'amore per Lucius Hunt (Joaquin Phoenix) un giovane falegname timido ed introverso che vorrebbe raggiungere le città al di là del bosco per prendere medicinali e altri generi di conforto per alleviare le malattie degli abitanti. Un ragazzo è appena morto e il dottore del luogo non ha potuto curarlo, visto che il villaggio è isolato dal resto del paese, separato dal bosco invalicabile da dove nessuno sembra mai essere tornato.

Ma questo non viene permesso: il dispotico consiglio degli anziani sembra ignorare sempre la richiesta, affaccendato in una rassicurazione ad oltranza della popolazione.

Dominato da toni grigi, il villaggio dove perfino i fiori rossi vengono sotterrati o distrutti perché 'del colore del male', è coperto da una cappa di mistero. Tutti o quasi i fondatori della piccola comunità sembrano avere un passato traumatico alle spalle e appaiono come in fuga dalla violenza del mondo dove sono cresciuti. Ecco quindi che la minaccia di queste figure spaventose quanto misteriose sembra condannarli a rivivere il dolore del passato fino a quando qualcosa di estremamente grave non metterà a repentaglio la vita e la sopravvivenza stessa dell'intero villaggio.

A differenza dei suoi film precedenti The Village è fondato su una sorpresa finale non indotta in maniera forzosa, ma fortemente connessa alla radice emotiva della storia.

M.Night Shyamalan punta a realizzare un film - come al solito claustrofobico - in cui terrore e menzogna si fondono alla perfezione, lanciando un messaggio la cui natura politica è inevitabilmente chiara allo spettatore. Il controllo della società tramite l'esercizio della paura genera i mostri della ragione. Impreziosito da un cast di attori credibile che agisce sulla scena come parte di un ensemble teatrale, The Village è curato minuziosamente in ogni dettaglio senza lasciare spazio a dubbi.

Un labirinto emotivo di cui - paradossalmente - soltanto una ragazza cieca potrà vedere la verità. Cromaticamente angosciante, The Village è il capolavoro del regista de Il Sesto Senso, Signs e Unbreakable per la sua capacità di coniugare suggestioni differenti, dislocate su una ragnatela di sensazioni e sentimenti che hanno radici profonde e arcaiche come nella paura del buio e nel terrore generato da mostri notturni con cui è apparentemente impossibile dialogare o perlomeno entrare in contatto raccontandolo poi a qualcuno. In questo senso The Village è un film d'autore in grado di spaventare, ma soprattutto di fare riflettere.

La guida del violino di Hilary Hahn, voce solitaria e protagonista dello score di James Newton Howard riecheggia alle orecchie dello spettatore le tracce di una razionalità apparentemente perduta. Così come è una ragazza a giocare idealmente tramite la musica con il simulacro della nostra coscienza, è una donna altrettanto forte a reagire alla violenza e al sopruso, decidendo di attraversare il bosco in cerca della salvezza per l'uomo che ama. Una persona vigorosa sebbene portatrice di un handicap che grazie alla forza dell'amore potrà sfuggire all'oppressione della paura e guardare idealmente negli occhi quei mostri che hanno portato via la vera vita del villaggio, ma - soprattutto - che hanno nascosto la verità del dolore e della disperazione. Un film da non perdere, perché estremamente autunnale e crepuscolare nella sua rappresentazione quasi preraffaellita della guerra tra gli uomini e la natura delle cose sullo sfondo della spiritualità che contraddistingue il cinema di M.Night Shyamalan.