Non è facile trovare, nel mondo della letteratura Fantasy, romanzi che uniscano una trama avvincente con uno stile ironico e frizzante. Non è facile, dicevo, ma a volte succede.
Bartimeus è un jinn, un demone della religione islamica, ed anche uno dei piú potenti, figuratevi quindi la sua sorpresa nell'essere evocato da un ragazzino di dodici anni, Nathaniel, che gli ordina di rubare l'Amuleto di Samarcanda ad un mago potentissimo. Ma il furto sará solo la molla che fará scattare una ridda di eventi e di colpi di scena.
Il Bartimeus di Stroud è un demone piuttosto fuori dai canoni. Ricorda un po' lo Jena Plissken di 1997: Fuga da New York. Un antieroe estremamente cinico, spesso spiritoso, ma che, incredibilmente per un demone, si prende a cuore questo ragazzino genio ed i suoi princípi. La narrazione è molto scorrevole e salta agevolemente tra le storie parallele di Nathaniel e Bartimeus, con continui colpi di scena ed improbabili comprimari, fino al classico scontro finale tra i protagonisti ed il potentissimo stregone. Da notare, come tecnica di scrittura molto originale, un intenso uso delle note a pié di pagina da parte dell'autore, nei panni del jinn. Il primo libro di questa trilogia sembra promettere bene per il futuro.
Jonathan Stroud ha 34 anni e vive a Londra. L'Amuleto di Samarcanda è il suo quarto libro, il primo della trilogia di Bartimeus, sul secondo capitolo della quale è attualmente al lavoro.
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