Cieli Sintetici
di Emiliano Gokuraku Farinella
Le tre stimmate sintetiche 2/2
Un viaggio storico, critico e riflessivo sul cyberpunk: un fenomeno, un modo di vita, e soprattutto una letteratura. Forse la più significativa di questo scorcio di fine millennio.
Droga e cyberpunk, a prima vista appare un accostamento facile e naturale. Lo squallore di certi contesti cyberpunk è il sito ideale in cui possa capillarmente diffondersi l'uso di sostanze stupefacenti d'ogni genere, con tutte le connotazioni negative che a livello di coscienza sociale siamo soliti attribuirvi nel presente. Ma quei contesti sono anche - nell'ottica degli abitanti di quelle storie future - il posto migliore per arricchire i propri sensi, meglio stimolare il proprio corpo e far schizzare in alto in una profusione di indimenticabile realismo i propri sogni attraverso l'uso di svariate droghe. La droga (come fenomeno generale) è perfettamente inserita in quel tessuto sociale umano, e a raccontare una storia con la narrazione focalizzata su un abitante di quei luoghi molti aspetti possono passare in sordina, tanto sembrano naturali e integrati. Non è certamente la droga a far notizia in quei contesti.
"Gli scrittori cyberpunk non giudicano moralmente le nuove droghe," scrive Sandro Bergamo che per un editore del settore sta curando un manuale su droga e letteratura "semplicemente le considerano un dato di fatto, di largo dominio, utili e necessarie nel nuovo contesto socio-politico e tecnologico".
John Shirley nel suo Eclipse (edito in Italia da Mondadori) propone un suo sistema morale, e ne condanna fermamente un altro. Eclipse è un romanzo che si occupa in modo feroce di politiche del terrore internazionale, è un romanzo di fantascienza, come dice Spinrad, fortemente arrabbiato e politicamente impegnato. "L'autore magari non farà nomi", continua a evidenziare Spinrad, "ma i movimenti e le cospirazioni di Eclipse derivano chiaramente da quelli attivi oggi". Eppure in questo evidente sistema di valori in cui tutto trova un posto chiaro, se da un lato o un altro di quella battaglia che si sta combattendo sui campi d'Europa, la droga rimane fuori.
Rickenharp, il rocker rivoluzionario protagonista del romanzo, ha un'assuefazione a una droga chiamata blue mesc, la quale nonostante abbia gravi ricadute psichiche provoca un notevole aumento della creatività musicale. Su questo elemento, molto importante non solo nell'economia della storia, ma soprattutto per l'ambiente descritto, non viene dato alcun giudizio, viene presentato come un elemento ambientale, un elemento del nuovo ambiente creato dall'uomo.
"Per tutto il libro", scrive Spinrad nel suo saggio Neuromantics, "Shirley accenna al legame tra le amplificazioni e le alterazioni elettroniche dell'essere umano e le sue amplificazioni chimiche, ricordandoci che anche l'intervento sulla consapevolezza è tecnologia, e permea già la nostra cultura, e che non è un incidente casuale il fatto che droghe e rock siano così intimamente connessi. L'amplificazione elettronica e le droghe che alterano la coscienza hanno già cambiato i parametri della sensibilità umana, e di conseguenza alterato le nostre definizioni percettive e psicologiche di cosa significhi essere umani".
Spinrad è un attento osservatore non solo quando si tratta di guardare il lavoro degli altri e scoprirne il valore, ma anche quando si tratta di guardare al mondo contemporaneo e proiettare il lettore alle estreme frontiere da cui questo mondo contemporaneo è ancora visibile. In Deus X, dopo averci introdotti in un mondo allo sfacelo dove è necessario sfruttare le ultime risorse rimaste affinché l'umanità possa sopravvivere, dopo averci parlato della papessa e di un'intelligenza artificiale con ambizioni mistiche, il fatto che il protagonista sia un sacerdote che scorrazza spregiudicatamente in rete tra uno spinello e un altro ci appare assolutamente accettabile e credibile. Un'evoluzione della chiesa cattolica verso un misticismo più materiale, ci appare, dalla bocca di Spinrad, naturale e sensato nel contesto da lui dipinto.
Il blue mesc di Shirley torna in altre sue storie. In Freezone, un racconto facente parte dell'antologia Mirrorshades, si parla molto di questa sostanza che "dava tutti gli effetti migliori della mescalina e della cocaina messi insieme", risparmiando però il crollo traumatico che veniva dopo. Per posti come Freezone, una libera isola artificiale in pieno Oceano, sostanze di questo tipo sono vitali, permettono ai suoi abitanti di fruire dell'offerta di piacere e pubblicità locale in tutte le sue forme.
Sotto l'effetto di questa droga la seduzione dei messaggi pubblicitari è enormemente aumentata, questi sono probabilmente pensati apposta per interagire con una mente sotto l'effetto di questo allucinogeno e plasmare le proprie proposte in qualcosa che appare assolutamente concreto e necessario nella mente di chi si trova a confrontarvisi.
Tutto si avvita in un circolo che non permette di uscirne. Le droghe stesse o la stimolazione illegale dei centri di piacere del cervello vengono proiettati e scolpiti nella mente, e in quell'isola va quindi perpetuandosi un certo aspetto di quel sogno americano ormai infranto. Va perpetuandosi, appunto, nella dimensione di sogno, di un sogno che la droga sembra renderti reale.
In Mirrorshades l'aspetto delle droghe è effettivamente presente in modo pesante, e altro non poteva essere per l'antologia che ormai - ma questa è storia - viene solo ricordata come il manifesto del genere e probabilmente non più letta.
Il racconto più bello, soprattutto per l'aspetto che ci interessa questa volta, è Solstizio, di Patrick J. Kelly. Il protagonista è un artista della droga, Tony Cage, che crea nuove droghe sintetiche dai nomi affascinanti come Soar, Bliss, Share, Laughers, e dagli effetti estremamente mirati. La storia è di carattere cyber-psicadelico e si svolge tra i ricchi circoli in cui si fa uso di queste droghe per arrivare sino al sito di Stonehenge in occasione delle celebrazioni del Solstizio d'Estate.
Il continuum di Gernsback è il tributo di Gibson al genere, segna il riconoscimento di questa nuova fantascienza a quella classica che l'ha preceduta, ma quella realtà post-moderna che vede il protagonista assomiglia molto a una psicosi da anfetamine (di fatto ne ha prese), e pare un bad trip in cui si è andati a sbattere contro una distopia allucinata del Sogno Americano.
Essere drogati è un'attività a tempo pieno. Dopo aver visto Trainspotting ci possono essere pochi dubbi in proposito. Non c'è più molto tempo né forza per il sesso o altre belle cose, d'altronde chi ne vorrebbe saper del sesso se il piacere te lo puoi sparare direttamente in vena?
Certe tradizioni, però, sono dure a morire... così il Plasmatore Nikolai Leng è molto contento di poter avere dei momenti di intimità con sua moglie, ma il sesso non trova posto in questi momenti, è molto meglio aspirare in intimità con lei da un inalatore dorato, e ritrovarsi immediatamente paralizzati da un esplosivo senso di estasi che gli paralizza il sistema nervoso. "Il suo corpo" continua a scrivere Bruce Sterling in Vita all'epoca dei Meccanisti/Plasmatori. 20 evocazioni "si inarcò all'indietro, fremendo incontrollabile. Goffamente la moglie cominciò ad accarezzarlo. Il ruggito di piacere chimico rendeva il sesso irrilevante". Ed anche inessenziale mi verrebbe da dire, ma per fortuna ancora la moglie no, quelle droghe emozionali che prendeva il plasmatore per contrastare i momenti di angoscia, procuravano della "felicità stranamente guasta". Ma probabilmente è solo questione di tempo, e presto ogni compagno diverrà inessenziale e perfettamente sostituibile.
Da Cavalieri Elettrici, l'antologia edita da Theoria a cura di Daniele Brolli, oltre al racconto di Sterling val la pena di citare in questo contesto Il continuum di Jones di Paul Di Filippo. Si tratta di un racconto molto strano in cui una squadra di esploratori interdimensionali viene dotata di droghe psicotrope come stabilizzatori umorali nel caso che qualcuno incominci a dar segni strani. Poco dopo essersi materializzati nella realtà alternativa uno dei personaggi inizia a dar segni di instabilità, così risulta necessario che faccia ricorso a quegli stabilizzatori. Prese quelle pillole neurotropiche personalizzate iniziano i veri guai... la squadra rimane intrappolata e l'universo pare disciogliersi, le costanti fisiche vanno incontro a qualche problema, i livelli quantici vengono superati, e l'altra dimensione inizia a invadere quella presente. Per il resto è meglio leggerlo.
Un'altra interessante antologia uscita qualche tempo fa per Einaudi è Cuori Elettrici, sempre a cura di Daniele Brolli.
Potremmo iniziare a parlarne con Schiacciafuoco, di Richard Kadrey, un racconto in cui il protagonista è il solito asso dei computer a servizio dell'esercito americano, Priston è uno Schiacciafuoco, un assassino cibernetico della Truppe Americane di Occupazione in Europa che prima che si scateni la terza guerra mondiale blocca elettronicamente le testate nucleari sovietiche e riesce a far fuori lo stato maggiore sovietico cambiando la prescrizione giornaliera di vitamina B12 riservata agli alti ufficiali con una dose letale di Succinyl Choline.
Ovviamente l'essere un grande professionista, l'essere un eroe per la sua patria non fa certo di lui un uomo felice, né ciò è servito per evitare che sua moglie lo abbandonasse. E questa pare essere una parabola moderna che di certo non farà sentire meno il suo peso in futuro. A lui per sentire meno questo peso sullo stomaco non rimane altro da fare che annegarsi in barbiturici, prendere pillole di Torazina, MDA, Megalude, Nembutal, e tirare avanti.
Bisogna attraversare la strada per scoprire la vita, ed è anche questo che fa Coney, il protagonista di Vita di Strada un altro bel racconto di Paul di Filippo. In questo racconto il protagonista, un giunturato transgenico, deve attraversare tutta la città per recapitare una nuova sostanza psicotropa, l'O-max-O, una sostanza da usarsi durante il sesso virtuale (e di questa burla ne abbiamo già parlato nei mesi scorsi...). Attraversando la Zona Morbida gliene verranno proposte di tutti i colori, mentre recita una mantra per scacciare la paura. Si imbatte successivamente in un bar psicotropico dove gli propongono una dose di Meraviglia Poderosa, in un distributore semovente che spaccia Pepsi-Plus, e infine un tipo che gli dà della N-paura, un allucinogeno poco simpatico, al posto dell'O-max-O che trasformerà quell'atto virtuale di sesso in qualcosa di imprevisto.
L'ultimo racconto interessante dell'antologia (almeno per quanto concerne questo particolare aspetto) è La nostra Chernobyl Neurale, di Bruce Sterling, un racconto che era apparso anche su Urania qualche anno fa su un'antologia personale di Sterling, Cronache del basso Futuro. Si tratta della recensione di un libro che parla del più catastrofico incidente mai avvenuto nella biotecnologia. Un dipendente di una industria produttrice di sostanze biochimiche speciali (in pratica anche droghe molto particolari), ha l'idea di inserire direttamente nel genoma umano le indicazioni per sintetizzare le sostanze stupefacenti che si desiderano. Quel che gli serve è qualcosa che funzioni da interruttore e permetta di attivare o disattivare questa sintesi volontariamente... alla fine giunge a una sostanza, un virus praticamente, che pare assolvere benissimo a questa funzione. La sostanza si diffonde molto in fretta tra gli uomini e gli animali, produce un notevole sviluppo dendritico e scoppia un'improvvisa epidemia di genio eccentrico, salvo poi degenerare in fretta in uno stato di follia poetica visionaria, e quindi nel disastro. Dal disastro che colpisce gli uomini sembrano immuni gli animali, e anzi si racconta di cani diventati molto più buoni e servizievoli, adesso rimettono addirittura a posto i bidoni della spazzatura rovesciati e occultano con cura le proprie feci, mentre i gatti appaiono ancora più sfuggenti, schivi e riservati di quanto non fossero naturalmente. "Forse il comune gatto domestico fu infettato ancor prima del cane. Tuttavia, nel gatto, gli effetti dell'aumento di intelligenza sono più sottili e più difficilmente definibili. Cavie notoriamente recalcitranti, i gatti, una volta infettati, sembrano ancor meno disposti a percorrere labirinti, risolvere rompicapo, ecc... e, con imperscrutabile pazienza felina, preferiscono aspettare che i loro interlocutori si stanchino."
Parlando di droga non si può fare a meno di citare lo Snow Crash, la potente droga sintetica che invade il cyberspazio a cura di Neal Stephenson, ma per parlare di questa credo che avremo a disposizione un intero numero prossimamente.
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