L'abbiamo già detto molte volte. Sempre più spesso ormai, scienza e tecnologia si trovano a superare anche le più ardite visioni della fantascienza. Tuttavia, se davvero fosse confermata, questa scoperta sarebbe qualcosa che va ben al di là della science fiction, ma andrebbe a coinvolgere l'intera visione che abbiamo dell'universo e del nostro ruolo all'interno di esso. Nel corso di un'osservazione a grande campo di un certo numero di stelle pulsar, i radioastronomi dell'Osservatorio di Jodrell Bank (Gran Bretagna) sono infatti incorsi in un segnale radio che sembra avere un'origine non naturale. Ovviamente gli scienziati stanno procedendo con i piedi di piombo, ma le prime analisi escludono che si tratti di una sorgente stellare come una pulsar, una quasar, o un buco nero. Secondo il team artefice della scoperta, un gruppo di ricerca guidato dalla veterana radioastronoma Jocelyn Bell, sarebbe da escludere anche che i segnali siano i riflessi di onde radio di origine terrestre o che siano trasmissioni di satelliti artificiali. "Sappiamo quanto sia facile prendere dei granchi in casi come questo," ha detto la Bell durante la conferenza stampa tenuta per annunciare la scoperta, "E questa è stata la prima verifica che abbiamo fatto". La supposta trasmissione è stata registrata dal telescopio Lovell nel corso dell'ascolto della pulsar PSR1919+21 nella zona della costellazione della Vulpecula, a circa 1100 anni luce di distanza, su una frequenza intorno ai 1301.6 Mhz. Giacché non era la prima volta che gli scienziati rivolgevano i loro strumenti verso quella zona di cielo, è apparso strano che non si fosse mai captato niente prima d'ora. "Per ora possiamo solo fare l'ipotesi che, se davvero si tratta di un segnale proveniente da una civiltà tecnologica," ha aggiunto la ricercatrice, "è presumibile che noi ci siamo imbattuti nel residuo della loro prima trasmissione radio con una potenza tale da riuscire ad arrivare fino a noi. Questo significherebbe che si tratta di una civiltà di un migliaio di anni avanti alla nostra." La Bell ha voluto poi gettare acqua sul fuoco rispetto a quanto sensazionale e forse destabilizzante, a livello mondiale, potrebbe essere una notizia del genere e ha precisato che ci troviamo ancora a un livello puramente indiziario e che, per poter confermare simili affermazioni, sarà necessario effettuare ulteriori osservazioni e approfondite analisi. "Altre volte la comunità scientifica e non solo si è lasciata trarre in inganno trasportata da facili entusiasmi," ha concluso Alexander Fish, direttore dell'Osservatorio, "ma non sarà questo il caso".