La notizia è rimbalzata ai quattro angoli del mondo e l'equivoco era solo a un passo. E' stato ritrovato il Beagle! Ma non si trattava della sonda marziana su cui l'ESA ha perso ormai ogni speranza e sta attualmente valutando le possibili cause di fallimento della missione, bensì dell'HMS Beagle, la nave sulla quale Charles Darwin formulò la sua Teoria dell'Evoluzione e dalla quale la sonda marziana aveva preso il nome. I resti dello scafo, individuati in una palude dell'Essex da una squadra di ricercatori guidati da Robert Prescott dell'Università di St. Andrews, sono stati trovati grazie all'impiego di una sofisticata tecnologia radar che ha permesso di trovare i resti sepolti da ben cinque metri di fango. I ricercatori stanno valutando adesso se vale la pena tentarne il recupero. Ma ci sono anche altre possibilità. Secondo Colin Pillinger, capo scienziato della missione Beagle 2, la "talpa" montata sulla sonda dell'ESA per lo scavo in profondità del suolo marziano, potrebbe essere dotata di una telecamera per andare sotto il fango alla ricerca del relitto. Dopo il suo celebre viaggio quinquennale di circumnavigazione del globo, il Beagle era stato usato come vascello di guardia per fronteggiare i contrabbandieri.
Ritrovato il Beagle!
Ma non si tratta della sonda dell'ESA, bensì della leggendaria nave di Charles Darwin. In effetti, però, la sonda dell'ESA potrebbe anche averci a che fare...
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Fonte: LeScienze.it
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