Il cinema dei legal thriller dimostrare sempre di avere un grande fascino. Il problema è semmai che al di là della regia rapida e intensa di Gary Fleder, la trama pur risultando brillante e spesso imprevedibile nasconde qualcosa di estremamente artificioso se non addirittura posticcio. Al di là del finale che di qualsiasi segno fosse stato avrebbe determinato una reazione più o meno positiva in virtù della complessa e tutt'altro che lineare costruzione della storia, quello che sembra funzionare di meno de La giuria è il suo carattere vagamente moralista e il suo gusto forzato per il colpo di teatro, inevitabile se sulla scena ci sono due mostri sacri come Gene Hackman e Dustin Hoffman. Ispirata politicamente dalla reazione di semplici cittadini allo strapotere delle multinazionali delle armi, la trama del film è meno interessante del suo stile visivo ambizioso e della recitazione di un cast di interpreti il cui meno che si può dire è l'essere connotato in maniera fortemente carismatica. Un film interessante, ma non del tutto riuscito per la sua incapacità di tradurre la suspension disbelief del romanzo in una narrazione omogenea e credibile. Insomma, una bella favola legale, ma poco credibile, nonostante il forte appeal e gli intenti etici fortemente condivisibili.