Delos 32: 007 non muore mai di

Marco Spagnoli

007 non muore mai

Come mai uno speciale su James Bond su una rivista di fantascienza? La domanda è lecita, e vorremmo tranquillizzare i nostri lettori: non ci stiamo trasformando in una rivista di cinema tout court, come la sfortunata Cinema SFX. Non ci sembra del tutto fuori luogo parlare di 007: viene classificato, sì, spionaggio, ma il gusto per i gadget tecnologici, il respiro apocalittico dei suoi cattivi che non puntano mai a meno della conquista della mondo, e qualche puntatina nello spazio, rendono questa serie senza dubbio molto vicina al nostro genere preferito. In più, siamo sicuri che molti fra coloro che apprezzano un buon film di fantascienza non restano insensibili udendo il famoso tema di Monty Norman. Così, in occasione dell'uscita del diciottesimo film, e grazie all'intraprendenza del nostro Marco Spagnoli, abbiamo pensato di offrirvi questo speciale. Potete gustarvelo sorseggiando un vodka martini, se volete, ma mi raccomando: agitato, non mescolato. Silvio Sosio

In questo speciale:

Recensione di Il domani non muore mai

Le prime impressioni sull'ultimo film che sta per uscire anche in Italia

Intervista con Pierce Brosnan

Il James Bond degli Anni Novanta

Intervista con Michelle Yeoh

Più che una Bond-girl un'alleata

Intervista con Jonathan Pryce

Il cattivo questa volta è un magnate dei media

Intervista con Famke Janseen

La dark lady di Goldeneye è nota anche ai fan di Star Trek

Filmografia e bibliografia di James Bond

Tutti i film, anche quelli non ufficiali, e tutti i libri di Ian Fleming

IL DOMANI NON MUORE MAI di Marco Spagnoli

Ed eccolo qua il secondo 007 degli anni Novanta, diciottesimo film prodotto dalla famiglia Broccoli, diciannovesimo se si include quel Mai dire mai con Sean Connery e Kim Basinger prodotto da altri che avevano acquistato la sceneggiatura di Thunderball.

Pierce Brosnan è molto più nella parte rispetto al precedente Goldeneye e come perfetto Bond può permettersi di esplorare quel "lato oscuro" del personaggio creato quasi quaranta anni fa da Ian Fleming, più rispondente al Bond delle origini.

Così vediamo 007 disperarsi per la morte di una sua ex fidanzata, sposata al magnate dei media Elliot Carver (Jonathan Pryce) e ancora prima l'abbiamo visto ubriacarsi di vodka. Insomma, un Bond che assomiglia più a un killer che al playboy di fama internazionale col vizio di uccidere cui eravamo stati abituati negli ultimi anni.

Certo, Il domani non muore mai paga lo scotto di essere un Bond pieno di confronti.

Confronti interni con gli altri film della serie e confronti esterni con un panorama cinematografico che sembra avere clonato tanti "piccoli 007", dal George Clooney del Peacemaker allo Schwarzenegger di True Lies. Eppure il film regge ed è pienamente godibile. Grazie alla prima donna alleato cinese di Bond, un'energica e quantomai attiva Michelle Yeoh, il film è la consacrazione di 007 negli anni Novanta. Un nemico che proviene direttamente dai media ("Le parole sono i proiettili e i satelliti l'artiglieria del futuro, sbraita Jonathan Pryce) il cui unico scopo è impadronirsi della Cina dal punto di vista delle comunicazioni e non politico, mette in seria difficoltà James Bond, perché questo nuovo mondo popolato da uomini che non si sa da che parte stiano non è più chiaro e cristallino come quello dei blocchi contrapposti degli anni sessanta.

"Il dinosauro sessista e misogino, una reliquia della guerra fredda" come era stato definito dal suo nuovo capo, questo Bond che vediamo piangere per la sua ex-fidanzata uccisa per amore (una Teri Hatcher che, incinta di due mesi, sfreccia velocemente all'interno del film in scene troppo rapide per essere giudicate e così svestite da influenzare in maniera eccessivamente positiva il nostro giudizio), questo Bond è il nuovo 007 degli anni Novanta, con un mondo nuovo da salvare.

Brosnan è bravo ed è aiutato dall'avere avuto a fianco un regista come Roger Spottiswoode che senza rinunciare a scene d'azione mozzafiato, porta avanti una regia matura e molto più lineare di quella del Martin Campbell di Goldeneye, favorito anche da una sceneggiatura elementare e non per questo non interessante o non valida.

James Bond è - dunque - definitivamente tornato con un film che ha tutte le possibilità di rilanciare ulteriormente un personaggio che non sembra avere perso lo smalto degli anni passati. Sono passati circa trentacinque anni dal primo film e la serie più lunga della storia del cinema dopo Godzilla oltre essere stata assunta nell'empireo dell'immaginario collettivo ha consacrato quello che è diventato un eroe generazionale. Come dire : "a ciascuno il suo 007". A ogni epoca, a ogni generazione il suo 007, da Sean Connery a Pierce Brosnan.

Foto tratte dal sito ufficiale http://www.tomorrowneverdies.com, copyright Metro Goldwyn Meyer.