Fin dalla scoperta della natura corpuscolare degli anelli dei pianeti giganti gassosi, gli scienziati ritenevano che gli anelli fossero strutture temporanee. A metà degli anni '90, Larry Esposito e Joshua Colwell dell'Università del Colorado di Boulder avevano stimato che ciascun anello di Saturno sarebbe sopravvissuto per circa 100 milioni di anni, periodo molto breve, se paragonato all'età del pianeta che si attesta intorno ai 4,5 miliardi di anni. Ma la scoperta di sistemi di anelli, seppur più deboli, anche intorno a Giove, Urano e Nettuno, faceva sorgere un dubbio. Come mai, se gli anelli dei singoli pianeti sono così labili, abbiamo la fortuna di osservarli tutti contemporaneamente? Dal punto di vista statistico, rispetto ai tempi cosmici, sarebbe una notevole coincidenza. Gli stessi due studiosi paiono aver capito ora il meccanismo. I singoli anelli sarebbero strutture che vanno e vengono, ma il sistema complessivo sarebbe permanente. Nel caso di Saturno la ragione sarebbe da ricercare nei detriti causati degli scontri tra asteroidi e comete che finirebbero per formare le lune più interne del pianeta che sono per lo più depositi di materiale incoerente e che fungerebbe da deposito di riserva per nuovo materiale anulare. Da questo punto di vista, le cosiddette lune "pastore", ovvero i piccoli satelliti interni agli anelli, la cui attrazione gravitazionale guiderebbe il cammino delle rocce all'interno degli anelli, sarebbero anche "madri" di nuovi anelli. La ricerca degli scienziati dell'Università del Colorado, non fa che confermare la grande complessità e mutevolezza della struttura degli anelli già mostrata dalle osservazioni ravvicinate delle sonde Voyager. E a proposito di sonde, secondo Esposito, la Cassini, attualmente in viaggio proprio verso Saturno su cui arriverà nel luglio 2004, potrà farci vedere molto bene le fasi di questo meccanismo, mostrandoci anche la collisione tra piccole lune.