Ha una massa 2.5 volte più grande di quella di Giove, si trova nella costellazione dello Scorpione a 5600 anni luce dalla Terra, ruota intorno a due stelle morte, una pulsar e una nana bianca con un periodo di rivoluzione di circa cento anni, ed è con tutta probabilità un gigante gassoso. Che cos'ha allora di speciale, oltre a essere il più lontano pianeta extrasolare finora conosciuto, questo corpo celeste la cui scoperta è stata recentemente confermata da una squadra di astronomi guidata da Harvey Richer della UBC (University of British Columbia) e da Steinn Sigurdsson della Pennsylvania State University? Semplice, che quel pianeta si à formato intorno a una stella simile al nostro Sole ben 13 miliardi di anni fa, ovvero "solo" uno o due miliardi di anni dopo il Big Ben. E ciò significa due cose. La prima che, tra quelli finora conosciuti, questo è il più antico pianeta dell'universo. In secondo luogo, come ha affermato lo stesso Richer durante una conferenza tenuta presso il quartier generale della NASA a Washington, "Si tratta di una scoperta entusiasmante, perché suggerisce che i pianeti sono probabilmente più comuni di quanto sospettassimo". Essendosi formato agli albori dell'universo, quando la quantità di elementi pesanti era molto scarsa, gli scienziati ritengono che nel corso della sua storia questo pianeta non possa mai avere ospitato la vita e sia sempre stato un gigante gassoso. Ciò suggerisce anche che il modello finora consolidato che spiega la formazione dei pianeti attraverso l'aggregazione di rocce e polveri (i cosiddetti planetesimali) per forza di gravità, è sostanzialmente riduttivo, e che i pianeti si possono anche formare per collasso gravitazionale di gas. E questo condurrebbe a ritenere che la formazione dei pianeti possa essere cominciata quando l'universo era ancora molto giovane. Sulla base dello studio dei dati provenienti dal Telescopio Spaziale Hubble, gli scienziati ritengono che, alla sua formazione, il pianeta gigante gassoso e il suo sole fossero situati alla periferia dell'ammasso globulare M4. Nel corso dei millenni, questo sistema solare avrebbe viaggiato in direzione del nucleo di M4 dove sarebbe stato attirato da un sistema binario formato da una stella di neutroni e da una stella compagna. La stella di neutroni finì per catturare gravitazionalmente il sistema solare in questione, perdendo la sua compagna e, quando la stella simile al Sole diventò una gigante rossa, il materiale che espulse fu attirato dalla stella di neutroni che in questo modo aumentò la massa e accelerò la rotazione diventando una pulsar (PSR B1620-26). A sua volta, come succederà un giorno anche al Sole, la gigante rossa si trasformò in una nana bianca e così il pianeta di tipo gioviano si è ritrovato a orbitare attorno a un nuovo sistema binario formato da una pulsar e da una nana bianca.