Delos 29: Numeri Uno Numeri Uno
di Luigi Pachì
cinema sfx
Numeri Uno, la column dedicata alle pubblicazioni di fantascienza apparse in Italia nel corso degli anni attraverso la disamina del loro primo fascicolo, continua alla caccia di pezzi rari. Un'occasione unica per i curiosi e i potenziali collezionisti per vedere le copertine dei mitici numeri 1 di molte delle testate che hanno tracciato la storia della science fiction nel nostro paese. Restate sintonizzati su queste pagine tutti i mesi perché le sorprese non mancheranno di certo.
In questa nuova puntata di Numeri Uno approcciamo la testata che è scomparsa per ultima dal panorama editoriale italiano. Era lo scorso giugno quando con uno stringato editoriale la redazione di Cinema SFX si congedava anticipatamente dai suoi lettori rimandandoli a data e testata da definirsi. Eppure l'avvento di SFX Cinema, almeno così è stato il suo nome durante i primi numeri, pareva davvero un'idea innovativa che puntava a un target di appassionati di fantascienza diverso dalle solite riviste sin qui presentate. Va detto, infatti, che si è trattato dell'edizione italiana della più fortunata SFX inglese, rivista dedicata largamente al cinema e alle produzioni TV di science-fiction con rubriche annesse focalizzate anche sui libri, il merchandising e il mondo dei media (giochi e enciclopedie su Cd-rom, videocassette, audiolibri, ecc.). In uno dei primi numeri di Delos avevo avuto l'opportunità di intervistare il direttore della SFX inglese, Matt Bielby, e ricordo che alla domanda se ci fosse stata la possibilità di una probabile edizione di SFX in altre lingue avevo ricevuto segnali positivi con addirittura il nome del responsabile di questa attività di marketing. Non so se questa mia idea venne letta anche dalla Hobby & Work o se ci avessero già pensato anche loro, sta di fatto che pochi mesi dopo questa intervista giunse nelle nostre edicole la versione nazionalizzata di SFX. In pratica il progetto di desktop publishing, il lay-out, le foto, i testi erano gli stessi del numero uscito soltanto un mese prima in Inghilterra, con il vantaggio per il lettore italiano di non doversi tradurre i vari pezzi. Purtroppo l'edizione italiana ha sofferto per i primi numeri di mancanza di materiale nostrano. Spesso le rubriche di libri non si riferivano al panorama italiano ma a quello anglosassone (interessando pochi lettori) e anche gli episodi televisivi citati dagli articoli venivano riportati con il loro titolo originale, senza menzionarne il titolo trasmesso (se trasmesso) dai nostri canali, rendendo difficile a molti l'identificazione della storia trattata. Qualche mese dopo questo problema venne quasi del tutto risolto e anche l'angolo dei libri e delle videocassette iniziò ad occuparsi di cose di casa nostra.
Cinema SFX è uscita per quattordici numeri consecutivi e con una periodicità mensile. Ha sempre cercato un suo spazio in edicola proponendosi con prezzi e package dei più disparati. Il primo numero, che vedete qui riportato, era addirittura disponibile in edicola in quattro versioni differenti. In tre di esse, per 9900 lire c'era un film di SF/Horror allegato (materiale già commercializzato precedentemente dalla casa editrice), nella quarta versione si poteva acquistare la sola rivista al prezzo di 5900 lire. Un'operazione senza precedenti per le riviste di fantascienza italiane. Successivamente Cinema SFX ha offerto ai sui lettori una videocassetta promozionale su X-Files e sul "making-of" di ID4. Sebbene la rivista puntasse ad un pubblico cinematografico/televisivo, non ha neppure scontentato gli amanti della letteratura, inserendo negli ultimi numeri, grazie a un accordo con la Newton, romanzi omaggio di H.P. Lovecraft. Nonostante tutta questa buona volontà le vendite non hanno garantito la sua sopravvivenza. In un'intervista da me condotta alla redazione di Cinema SFX apparsa su Delos, ma anche sul n. 14 di SFX, la crisi in corso non veniva menzionata, sebbene la recente revisione grafica della testata, che rimpiccoliva il carattere di SFX per allargare quello della parola Cinema, aveva già, tra le righe, un suo significato profondo, per noi che sappiamo come sono sempre andate le vendite delle riviste di SF in Italia.
A parte la sfortuna, va riconosciuto a Cinema SFX il primato nazionale per aver prodotto la migliore rivista fantascientifica dal punto di vista grafico. Mai e poi mai nel nostro paese avevamo potuto leggere un centinaio di pagine al mese ricche di anticipazioni, di foto di scena e dei personaggi che costellano l'universo della sci-fi internazionale. Non sono mancate neppure le interviste a scrittori importanti, come nel caso di Ballard, in occasione del film di Cronenberg Crash tratto dal suo omonimo romanzo.
Un vero peccato che questo sforzo editoriale sia durato poco più di un anno. Siamo certi che a tutt'oggi, se c'è una casa editrice dall'alto potenziale che può inserirsi in una nicchia, così come è avvenuto per il mercato anglosassone e americano, che in Italia non è coperta da nessuno, questa è proprio la Hobby & Work. Speriamo, insomma, in un futuro più roseo e, per il momento, risfogliamoci i 14 numeri pubblicati da Cinema SFX prima della sua improvvisa chiusura in attesa di tempi migliori.
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