Molti decenni dopo il primo volo a curvatura dei terrestri (vedi film Star Trek - Primo Contatto) il ruolo nella Federazione Unita dei Pianeti della Terra è ancora praticamente nullo. Ciò a causa della forte influenza dei vulcaniani, che non si sa se vogliono tenere i terrestri in disparte perché diffidenti oppure semplicemente lo fanno per proteggerli. Fatto sta che quando un guerriero Klingon è ferito in una fattoria proprio sulla Terra è difficile per loro opporsi al fatto che sia una nave terrestre, l'Enterprise, a riportarlo sul suo mondo natale. Il ruolo di compiere la missione è affidato al Capitano Jonathan Archer (Scott Bakula) che subito ha modo di scontrarsi in modo abbastanza crudo con T'Pol (Jolene Blalock), formosa vulcaniana dai gelidi modi non esattamente accomodanti. Sarà proprio lei ad essere assegnata in qualità di osservatore sull'Enterprise che finalmente inizia la sua vera prima missione. Durante il viaggio però degli alieni misteriosi, i Suliban (che sembrano ricevere ordini dal lontano futuro), si introducono a bordo e rapiscono Klaang, il Klingon da rimpatriare. Per recuperarlo e cercare di capire quello che sta succedendo la nave si dirige su Rigel X e viene organizzata una spedizione di recupero...
Parte bene Enterprise, 5^ incarnazione di Star Trek ambientata un centinaio di anni prima di Kirk e Spock, quando ancora il traduttore universale non funziona e il teletrasporto è utilizzato solo per il trasferimento degli oggetti. Al contrario ad esempio di quanto avvenuto per il pilota di TNG, Incontro a Farpoint, non esattamente esaltante, la nuova serie parte subito in modo spedito, riuscendo ad introdurre i vari personaggi in modo fluido rispetto alla narrazione di una storia semplice ma funzionale. Figura fondamentale in questo tipo di operazione è ovviamente il nuovo capitano, che trova un perfetto interprete in un attore collaudato come Scott Bakula, sul quale è difficile trovare qualcosa da ridire. Gli fa da controparte Jolene Blalock, un incrocio un po' furbetto e costruito a tavolino tra Spock e Sette di Nove, ma è innegabile che la sua T'Pol è comunque uno dei personaggi più intriganti a bordo. Non sarà il massimo dell'originalità, però funziona.
La sfida era quella di reinventare il passato per fare un salto indietro nel tempo e vedere come erano andate le cose all'alba della Federazione. E' stata oculatamente lasciata aperta la porticina della Guerra Fredda Temporale che, se ben sfruttata, potrebbe riservare sorprese negli sviluppi futuri. Non è caso di fare pronostici sull'intera serie, però limitandoci a questa avventura pilota c'è da segnalare che il risultato è un avvincente punto di partenza. Questo vale anche per gli altri comprimari, a cui è dato uno spazio relativo, con la parziale eccezione di Connor Trineer e del suo Charles Tucker. Produttivamente la macchina Trek è ormai oliatissima e dal punto di vista della confezione non c'è niente da rimarcare in negativo, a partire dagli effetti speciali (Foundation Imaging, Eden SFX) premiati con l'Emmy. Una buona partenza quindi, nella speranza che le promesse del pilota vengano mantenute dagli sviluppi futuri.
Roberto Taddeucci
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