E' verde. E' grosso. E' arrabbiato. E' Hulk. L'irascibile eroe dei fumetti è arrivato nei cinema americani debuttando con un incasso del primo week end di oltre 60 milioni di dollari, ovvero superando il precedente record delle prime del mese di giugno che era detenuto da Austin Powers - La spia che ci provava (54.9 milioni di dollari). La fatidica barriera dei 100 milioni, che poi è quella che di solito decide se verranno fatti altri seguiti oppure no, è stata superata in 11 giorni ma nonostante questo qualche analista del settore sembra pensare che alla Universal si aspettassero qualcosa di meglio. Supposizioni chiaramente impossibili da verificare.
Dal canto loro i critici parlano del film nello stesso modo in cui se ne parlava verso la fine degli anni '60, quando i personaggi dei fumetti Marvel cominciarono ad attrarre lettori adulti dai gusti solitamente piuttosto sofisticati. In attesa dell'uscita italiana a fine Agosto ecco qualche passaggio di alcune delle recensioni apparse sulla stampa USA.
"Il film affronta problematiche legate alla sperimentazione genetica, l'uso errato della ricerca scientifica e la nostra istintiva avversione per tutto ciò che è strano, eccentrico. (Il regista Ang Lee) prova qui ad affrontare le problematiche legate alla storia di Hulk, invece semplicemente di dedicarsi all'uso di effetti speciali senza cervello". R. Ebert, Chicago Sun Times. Dal canto suo L. Lumenick sul New York Post azzarda qualche riflessione legata al colore della pelle: "No è facile essere verdi" scrive "ed è ancora più difficile fare un film-evento estivo con un po' di cervello nella zucca. Ma ad un talento come quello di Ang Lee va almeno riconosciuto il merito di averci provato". Comunque sia entrambi, così come molti altri loro colleghi, trovano che il film sia costellato da argomenti che hanno poco a che fare con l'umanità del personaggio nel suo complesso. "Guardando Hulk" scrive T. Burr sul Boston Globe "si avverte come un forte senso di tante ipocrite buone intenzioni: di tanti rispettabili artisti di talento che sfruttano contemporaneamente e in modo accondiscendente la fonte di cultura-trash da cui attingono." Elucubrazioni intellettuali a parte più d'uno invece si dichiara insoddisfatto degli effetti CGI con i quali è stato realizzato Hulk stesso, da più parti ritenuti assai poco realistici. In generale però si lodano i tentativi d'innovazione inseriti nella formula. "Ogni blockbuster estivo d'intrattenimento così bizzarro merita dei punti extra per il solo essere la creatura così estrema, insolita e sgraziata che è." B. Strauss, Los Angeles Daily News.
"E' un peccato che si perda un po' nel finale, ma la cosa peggiore che posso dire su questo film è che è così intelligente, così profondo e così ben fatto che finisce per essere troppo di qualità per i ragazzini adolescenti a cui sono di solito indirizzati questi film." J. Siegel, della trasmissione della ABC Good Morning, America.
Un quotidiano inglese si è invece azzardato a chiedere all'attore protagonista Eric Bana qualcosa riguardo una certa parte anatomica cruciale del personaggio: insomma, quando Hulk diventa incredibilmente grosso tutti vestiti che Bruce Banner indossa si stracciano in mille pezzi e cadano a terra. Tranne i pantaloni. La cosa effettivamente non ha molto senso. Bana, che nella natia Australia ha una buona fama anche come attore brillante, replica divertito: "Sono affascinato quanto lei dalla questione. Ovviamente ha qualcosa a che vedere col fatto che se avessimo avuto un enorme pene verde ciondolante sullo schermo questo avrebbe diminuito le possibilità di uscire in 4.000 cinema sparsi in tutto il paese. In effetti ci sono state molte discussioni al riguardo sul set (ma) non ho voluto schierarmi riguardo alla pertinenza, accuratezza e questioni filosofiche di sorta correlate. Mi arrendo, scaricando di buon grado le mie responsabilità in materia per quanto mi è possibile."
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