Internet può uccidere? Soprattutto se viene sfruttata per realizzare un film come questo che pur avendo una regia intensa ed interessante, è assolutamente privo di una sceneggiatura compiuta. Farneticando di "un'energia spirituale che proviene dal computer" Paura.com è un film sbagliato basato su una monoespressiva Natascha McElhone in un ruolo da detective che ricorda un po' Le verità nascoste, un po' The Ring. Più interessanti gli effetti visivi che, invece, sono stati realizzati dall'italiana Green Movie Group La parte interna della stazione che si vede all'inizio del film e che circonda il cameo di Udo Kier è stata ricostruita interamente in digitale. Sono state realizzate le gallerie e il treno che investe la prima vittima. Un'attenzione particolare è stata dedicata al tracking tridimensionale, visto l'utilizzo della steadycam per il girato. Per lo stesso motivo è stato necessario utilizzare, durante la fase di compositing, maschere da rotoscoping. Altra fase impegnativa della ricostruzione in digitale è stata quella del lighting, in cui la simulazione degli effetti luce all'interno della galleria è stata integrata con il movimento del treno.

Pieno di citazioni dal punto di vista della cultura cinematografica, Paura.com è un film vagamente ispirato da un esecrabile voyeurismo splatter. Ma quello che manca è il senso di una storia frammentata in tanti segmenti narrativi rubacchiati di qua e di là da pelicole diverse e - sembrerebbe - incompatibili.