E' durata quattro anni l'attesa per questo nuovo capitolo della trilogia di Matrix che pur non essendo del tutto all'altezza del predecessore, non delude le aspettative dei fan in virtù di una regia portata all'estremo con risultati ora appena efficaci, ora più che sorprendenti.

Un altro film profondamente impregnato di cultura SFX in cui al di là di tutto vengono celebrati il valore della conoscenza e il prezzo del sacrificio. Una sorta di viaggio iniziatico e personale a metà tra il mondo dei computer e l'universo personale di ogni essere umano. Da questo punto di vista i fratelli Wachovski confermano il fatto che la saga di Matrix è e resta la più vicina alla cultura della nostra modernità incarnandone perfettamente i ritmi, le sensazioni e - soprattutto - le "velocità".

Tutto prende le mosse dai fatti narrati in Animatrix e - in particolare - nel cortometraggio L'ultimo volo dell'Osiris. Zion, unica roccaforte degli esseri umani, sta per essere attaccata da milioni di macchine. La speranza di salvezza è - secondo alcuni - che tutte le navicelle tengano testa all'assalto. Secondo altri, invece, tra cui Morpheus, bisogna attendere una convocazione dell'Oracolo e fare in modo che Neo, il prescelto possa portare a compimento la profezia.

I fratelli Wachovski scelgono una partenza "di basso profilo" per il secondo capitolo della trilogia che si concluderà il prossimo novembre. Neo, infatti, ha un incubo in cui vede Trinity cadere da un grattacielo mentre combatte contro uno degli agenti della Matrice. Nel frattempo, arrivato a Zion, Neo ha il tempo di riflettere sulla sua missione, nonché - finalmente - di amare Trinity (una scena dalla grande sensualità) mentre gli altri esseri umani celebrano una festa della speranza sulle note della musica techno.

Il tono della narrazione, però, cambia radicalmente non appena Neo & Co sono dentro alla Matrice. L'oracolo richiede a Neo di andare ad incontrare un mastro di chiavi, l'unico che potrà condurlo nel luogo in cui ottenere tutte le risposte. Sulla strada Morpheus & Co. troveranno come ostacolo l'agente Smith, in grado di autoclonarsi, e due gemelli albini che lavorano per il Merovingio, uno strano ed enigmatico personaggio che sembra essere uno dei boss che vive in Matrix.

Tra coreografie spettacolari e - soprattutto - un inseguimento sull'autostrada che resterà nella memoria della storia del cinema, Matrix Reloaded è meno essenziale dell'originale, nonché più - se non forse troppo - verboso.

La filosofia che conduce la narrazione è quella escatologica di un mondo di apparenza dove tutto e il contrario di tutto possono essere veri. Il problema è la grande fede che muove un uomo come Morpheus e lo spinge a credere in un'altra persona dotato di superpoteri come Neo. Elegante e tosto come al solito, intriso di grande glamour e - al tempo stesso - reso ancora più sexy dalla presenza di bellissime come Monica Bellucci (in uno dei ruoli più brevi ed intensi della sua carriera) e Jada Pinkett Smith, Matrix Reloaded è un film intenso ed interessante in cui sarebbe stato meglio, forse, optare per una narrazione dal tono più scarnificato.

Va anche detto, però, che Matrix Reloaded soffre anche della spiacevole posizione di trovarsi in mezzo ad una trilogia complessa ed innovativa sotto molti punti di vista, con l'aggravante di subire un finale "sospeso" tanto quanto quelli de Il Signore degli Anelli.

E adesso non resta che attendere come "il prescelto" potrà arrivare alla fine della sua missione salvando Zion e - soprattutto - riuscendo a dare soluzione all'enigma conosciuto nell'ultima parte del film. Chi è, infatti, il cosiddetto "architetto"? E' vero che le cose sono già successe una volta? Riuscirà Neo a sconfiggere l'agente Smith?

Risposte cui - sinceramente - non vediamo l'ora di dare soluzione certi che anche il terzo capitolo di Matrix non solo non deluderà gli spettatori, ma riuscirà in pieno a incontrare le loro aspettative. Del resto è anche chiaro che la visione di questo film potrebbe non lasciare del tutto soddisfatti: un'ambientazione deja vu per Zion e altre lungaggini, sicuramente, lasciano considerare questo film meno essenziale del predecessore e - per certi versi - molto più scontato sotto il profilo visivo. Eppure per formulare un giudizio finale sul senso di questa trilogia bisogna necessariamente attendere la terza parte della storia. Una saga così complessa sia sotto il profilo tecnologico che filosofico richiedere una pazienza maggiore di altre e - soprattutto - obbliga lo spettatore ad uno sforzo e ad una cura di attenzione che non possono essere altro se non benvenuti.

Matrix Reloaded è il primo grande film di fantascienza del ventunesimo secolo insieme a Minority Report e - lasciatacelo dire - Star Trek La Nemesi.