Converrete che il termine Z machine o "Macchina Z" sembra uscito da un romanzo di fantascienza. In realtà, questo è il nome con cui i Sandia National Laboratories, società statunitense che lavora per conto del Dipartimento dell'Energia degli USA, hanno battezzato la rivoluzionaria macchina che sarebbe in grado di realizzare, nel campo della produzione dell'energia, quello che nessuna macchina era riuscita a fare finora: la fusione nucleare in un modo molto semplice. Secondo quanto hanno annunciato i ricercatori della Sandia durante un incontro dell'American Physical Society svoltosi recentemente a Filadelfia, la Macchina Z riesce a comprimere un plasma caldo e denso, ottenendo così la produzione di neutroni, risultato fondamentale a partire dal quale la reazione nucleare inizia ad autosostenersi. Ma la caratteristica che rende la Macchina Z rivoluzionaria e molto interessante dal punto di vista applicativo, è che innesca una reazione di fusione senza l'applicazione di enormi campi magnetici come fanno i reattori di tipo Tokamak, né focalizzando intensi raggi laser su un bersaglio come avviene nella fusione a confinamento inerziale. Molto più semplicemente, la Macchina Z applica grandi impulsi elettrici in modo molto sofisticato. In pratica, attraverso l'interazione con filamenti di tungsteno contenuti in un particolare cilindro di schiuma, questi impulsi creano un intenso campo magnetico, il quale, a sua volta, produce raggi-X la cui energia incide contro una capsula delle dimensioni di una gomma per cancellare contenente il deuterio e crea all'interno della capsula stessa un'onda d'urto che comprime il deuterio fino a fonderlo. Ora che è venuta la conferma della possibilità di utilizzare questa tecnologia per realizzare una macchina funzionante, il prossimo passo sarà di costruire una macchina più grande, in grado di rilasciare più energia di quanta è necessaria per innescare la reazione iniziale e rendere quindi il processo redditizio dal punto di vista della produzione di energia.