Svanite le grandi minacce della saga dei vari Jurassic Park, Crichton torna a quelle microscopiche. Dopo il microrganismo cristallino di Andromeda (tit. orig. The Andromeda Strain, TEA 2), un altro invasore sotto il millimetro fa la sua comparsa sulla scena. La differenza è che, questa volta, il nemico lo abbiamo creato noi.
In un complesso in Nevada, una fabbrica Hi-tech lavora alla produzione di nanomacchine inizialmente per uso medico, poi destinate a scopi militari. Per gestire il numero enorme di nanomacchine necessarie allo scopo sono utilizzati programmi che imitano il comportamento degli sciami di insetti, con conseguenze che però vanno ben oltre quanto pianificato dai loro creatori...
La narrazione di Crichton, dai tempi di Andromeda, si è raffinata ed evoluta. Il romanzo è avvincente e scorre con una buona fluidità. Non mancano dettagliate precisazioni scientifiche, una caratteristica peculiare di Crichton, presente, oltre che nel già citato Andromeda, in titoli come Sfera e Congo. Un romanzo con connotati quasi ambientalisti, dove sono messi in forte risalto i possibili rischi delle manipolazioni molecolari, discorso già fatto dallo stesso autore in Jurassic Park.
Un libro che si presta benissimo ad una trasposizione cinematografica, come già per molti suoi precedenti racconti di fantascienza e non. D'altro canto, del cinema di fantascienza qualche immagine è già contenuta nel testo: la discesa nel nido degli "sciami" ricorda molto da vicino quello delle formiche di "Assalto alla terra" di Gordon Douglas (Them!, 1954).
Oltre quattrocento pagine da leggere d'un fiato, introduzione compresa, del Crichton migliore degli ultimi anni.
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