Delos 27: Illustratori e megabyte a cura di

Giorgio Ginelli

illustratori

e megabyte

Un tempo computer e creatività sembravano pianeti lontani anni luce. Negli ultimi anni, sempre di più, l'informatica viene in aiuto agli artisti che la sanno utilizzare. Ma quali sono le problematiche tecniche più comuni per chi vuole diventare un illustratore digitale? Giorgio Ginelli, esperto di fantascienza e giornalista di informatica, delinea un panorama della situazione.

L'illustrazione di fantascienza, in Italia, ha un'ottima tradizione. Nel senso che sono veramente molti gli artisti che nei passati vent'anni hanno ottenuto riconoscimenti professionalmente validi in tutte le parti d'Europa. Forse più dei colleghi autori, legati mani e piedi allo scoglio della traduzione delle proprie opere, che ha frenato non poco l'espansione di validi scrittori italiani nel mondo. L'immagine non conosce invece confini e gli artisti italiani ben presto si sono imposti con le loro opere all'attenzione del mondo.

Dove invece gli artisti non hanno saputo entrare con convinzione in massa è nell'utilizzo delle nuove tecnologie informatiche. Se per uno scrittore il passaggio dalla Olivetti 32 a Ms-Word è stato, per così dire, naturale e parzialmente immediato, lo stesso non si può dire per gli illustratori; almeno per quelli di una certa generazione, che ancora non vedono nell'informatica un valido strumento. Le ragioni possono essere molteplici e cercherò di analizzarne qualcuna. Diamo per scontato un'ipotesi: che l'illustratore abbia dentro di sé superato lo scoglio della ritrosia nei confronti del Pc, visto come strumento che uccide la creatività o che limita le possibilità espressive. Credo che ciò, assieme alla "fatica" di dover assorbire nuove tecniche di lavoro, sia la ragione principale per la quale illustratori di una certa generazione mai allungheranno la mano verso un mouse per tracciare un segno.

COSTO DELLE STRUTTURE

E' innegabile che, almeno fino a qualche anno fa, il costo di un Pc per disegnare superava di gran lunga quello per qualsiasi altra attività informatica, senza contare che quasi esclusivamente la scelta doveva cadere su un Macintosh. Direi che ora, però, le cose si sono massificate un tantino; tanto almeno da permettere di avere dei Pc di potenza media, basati ad esempio su processori Pentium 130 (o anche PowerPC a 200 MHz), a costi non eccessivi. Inoltre, l'architettura aperta - cioè la possibilità di aggiungere ad un Pc parti aggiuntive per aumentarne le capacità - rende possibile costruirsi la propria stazione di lavoro nel tempo.

Le risorse di cui deve disporre un Pc adatto al disegno devono essere commisurate al tipo di immagini da trattare; il disegno tecnico è una cosa diversa dall'illustrazione con l'aerografo. Base di partenza comune per tutti, però, è un'unità centrale con un processore il più veloce possibile, unita ad una quantità di memoria Ram non inferiore a 24/32 Mb.

Col passare del tempo e con il migliorare della pratica, la memoria Ram può aumentare fino al massimo consentito e può essere collegato un monitor di dimensioni maggiori - 17" o anche 19" - in sostituzione di quello acquistato all'inizio. Cambiare il monitor può voler dire cambiare anche la scheda video - uno degli elementi dell'architettura aperta - per migliorare il rapporto di visualizzazione: nitidezza delle immagini, numero dei colori visualizzabili, velocità di aggiornamento dell'immagine sullo schermo e così via. Tutti parametri intesi a migliorare la "vita" dell'illustratore.

E' altresì chiaro che tutto questo non basta, poiché l'immagine va riprodotta su un mezzo fruibile al grande pubblico. Ciò significa che bisogna dotarsi di periferiche di stampa, possibilimente a colori, oppure di dispositivi di masterizzazione se il risultato finale è un opera multimediale. Un artista "informatizzato" infatti, non può limitarsi a produrre opere visive tradizionali; proprio grazie al mezzo tecnlogicamente avanzato può estendere la propria capacità espressiva ben oltre le limitazioni del colore sulla carta. Così facendo i costi aumentano e certo non in modo sensibile.

FEDELTA' ALL'ORIGINALE

Il discorso sulle strutture e sulle periferiche di riproduzione se ne porta appresso un altro, legato da una parte ad un discorso tecnico, ma anche critico, se volgliamo. Ciò che compare sul monitor non sarà mai ciò che verrà riprodotto, per molteplici cause: la qualità dei colori, la differente profondità, le tonalità più vive e cangianti a secondo dei profili di stampa che si adottano. Ogni riproduzione rischia di essere perciò un'opera diversa. Ma soprattutto, diversa da come l'artista l'aveva vista, prima ancora che sul monitor, nella sua mente.

Questo è un fatto con il quale l'illustratore deve venire ben presto a patti. Affrontarlo significa fare pulizia di un modo di lavorare legato ai consueti schemi, significa affrontare veramente l'aspetto innovativo che la tecnologia propone all'illustratore.

Forse tutto ciò può spaventare e la consapevolezza che non solo l'artista, il creatore, ha il controllo totale dell'opera sgomenta ancora di più. Se prima l'opera cresceva pian piano e giorno dopo giorno raggiungeva l'impostazione finale, ora tutto può essere ribaltato anche all'ultimo momento. Anzi, ancora di più; se si è salvato tutto il procedimento di lavoro in file successivi, si può riprendere il momento creativo da dove lo si preferisce.

Questa meccanizzazione della creatività può senz'altro generare il rifiuto. Ma è uno schema mentale da modificare, al quale la professionalità dell'illustratore dovrebbe riuscire a far fronte con onore. E' lo stesso schema mentale che ha dovuto assalire lo scrittore adottando il word processor, e direi che la battaglia è stata vinta con successo.

RIPRODUZIONE IN SERIE

La stampa litografica, ai suoi tempi, segnò una vera rivoluzione per l'illustrazione: un'opera poteva essere ripetuta all'infinito. A patto di l'accettarne i costi, che non sono limitati alla quantità e al tipo di carta utilizzata; bisogna preparare le pellicole e per fare ciò bisogna fotografare l'originale, poi si fanno le lastre e infine si passa alla stampa vera e propria. Insomma, i costi di impianto sono superiori a quelli di stampa, almeno in proporzione.

Le tecnologie informatiche di riproduzione offrono oggi delle possibilità che fino a qualche tempo fa sembravano un miraggio; basti pensare all'evoluzione qualitativa delle stampanti inkjet a colori - che contemporaneamente sono diminuite di prezzo - per immaginare come sia possibile in un futuro pressoché immediato la vera riproduzione "in serie" delle opere di un artista. Anche su supporti particolari, quali la tela o diversi tipi di tessuto, cartoncini, vinili e via discorrendo. A questo punto l'illustratore stesso potrebbe diventare il riproduttore di sé stesso, senza passare più alla fase di stampa, senza più coinvolgere persone e affrontarne i costi.

I benefici di una riproduzione in proprio delle opere non sono solamente limitati alla realizzazione di cataloghi, anche se ovviamente sarebbe l'utilizzo più immediato; con le nuove stampanti di grande formato che si stanno affacciando sul mercato è possibile la produzione in serie delle opere nei formati originali, che solitamente superano la dimensione di un foglio A4, a costi estremamente economici, soprattutto nel caso della stampa di un numero minimo di copie. Meno della stampa off-set, la quale implica una grossa tiratura per ammortizzare i costi di impianto.

LA NUOVA FRONTIERA

Ma lo strumento informatico non può essere visto solo come la sostituzione dell'aerografo; esso è il mezzo per accedere a nuove forme espressive. Il suo ruolo è quasi lo stesso ricoperto dalla macchina fotografica nei confronti della pittura paesaggistica e ritrattistica; oggi più nessuno pensa di farsi fare un ritratto ad olio, ma bensì una foto d'autore, e i paesaggi ce li immortaliamo da soli con la nostra reflex, anche se non sempre con risultati degni dell'arte.

Il Pc, strumento multimediale per eccellenza, nelle mani di un artista può allora divenire il mezzo per accedere a una nuova forma espressiva. Quella che sarà.

E per questa impresa sono pronte le nuove generazioni, che senz'altro, come la storia sociale di tutti i tempi ce lo ha ampliamente dimostrato, cambieranno l'assetto della situazione. Molto probabilmente grazie proprio al www, che a sua volta può dare immediato risalto alla produzione e per il quale gli strumenti informatici sono il mezzo ideale di produzione. Allora tutti i discorsi cadranno ed artisti mediali come Marco Patrito diverranno la regola.

Bene. Ho lasciato fuori dal discorso la pittura. L'ho fatto coscientemente, poiché il discorso rischierebbe di divenire esplosivo, perciò molto delicato.

Illustratore e pittore non sono affatto sinonimi. Le problematiche in gioco sono pesantemente differenti. Per il pittore, prima ancora che non l'illustratore, c'è da definire che cosa deve dare la pittura come mezzo di espressione nel prossimo futuro. Vale a dire in un futuro in cui già si presagisce abbiano vinto gli strumenti espressivi informatici, derivato da un presente nel quale altri modi espressivi legati all'immagine, ad esempio la fotografia, ascrivono sempre di più il ruolo della pittura a quello di gregario. Un discorso difficile, pesante. Sul quale, se volete, si può aprire un dialogo.